Sostenibilità Rovagnati (non solo in casa)
Sei impianti, mille dipendenti, anche la Rovagnati, specializzata nella produzione del prosciutto cotto di qualità, il Gran Biscotto, ricavato solo dalla coscia del maiale, e anche nel prosciutto crudo di Parma e la mortadella, non si è fermata durante il lockdown. Gli stabilimenti del gruppo (300 milioni di ricavi nel 2019, con una stima di crescita del 3% quest’anno) sono dislocati dalla Lombardia all’emilia Romagna. Mentre all’estero Rovagnati ha filiali negli Usa, Francia e Germania. E le esportazioni avvengono in altri 14 Paesi. Non bisogna inoltre dimenticare i 25mila negozi di prossimità serviti. Il lavoro è continuato nelle fabbriche a pieno ritmo, su tre turni, anche notturni, quindi è stato ed è fondamentale rispettare le norme di sicurezza e adottare precauzioni speciali.
«Per evitare il contagio abbiamo cominciato anche da prima che fosse approvato il decreto a misurare la temperatura ai nostri collaboratori, a fornirli di mascherine, tute, camici e caschi protettivi. E abbiamo fornito lo screening sierologico gratuitamente a tutti. Abbiamo poi provveduto alla sanificazione costante degli ambienti, installato il plexiglass per garantire il distanziamento» spiega Gabriele Rusconi, managing director e board member di Rovagnati. Per ringraziare i dipendenti, in un periodo così difficile, l’azienda ha raddoppiato in busta paga il bonus spesa.
«In questi mesi abbiamo rilevato una diminuzione dell’assenteismo del 5%. I nostri collaboratori hanno dimostrato un impegno addirittura maggiore nel contribuire al buon andamento della nostra attività» continua Rusconi. Mentre per quanto riguarda la distribuzione e consumo del prodotto c’è stato un aumento della vendita del prosciutto in vaschetta del 15% e una diminuzione analoga della vendita in gastronomia per una maggiore attenzione alla sicurezza. La strategia sostenibile non si ferma al gruppo. Claudia Rovagnati, proprietaria e moglie del fondatore Paolo, racconta: «Me ne sono occupata di persona con la Fondazione Paolo Rovagnati: abbiamo dato aiuti alla Croce Bianca di Biassono, alla Caritas di San Vincenzo, agli Ospedali di Bergamo e Lecco a cui abbiamo fornito anche i nostri camici nelle giornate di massima emergenza. Abbiamo inoltre aiutato il Banco alimentare regalando i nostri prosciutti».