L'Economia

PARTE DA PADOVA L’OPA ELETTRICA MARIE-CHRISTINE DI

Ha chiuso un anno record con 24 miliardi di ricavi e fa shopping Ecco Sonepar, dei Coisne-roquette e degli alleati Mulliez (Auchan)

- Di Mario Gerevini

Al vertice Mariechris­tine Coisneroqu­ette, 62, presidente e ceo di Sonepar

Guardatevi intorno, in casa o in ufficio o per strada, è molto probabile che troviate qualcosa che viene da Madame Electricit­é. È una signora francese di 62 anni che fattura 24 miliardi di euro vendendo materiale elettrico ad artigiani, installato­ri, aziende. Però nessuno la conosce, nemmeno chi va in negozio oppure online ad acquistare uno dei suoi interrutto­ri, trasformat­ori, quadri elettrici, cavi, pezzi di videocitof­ono, antenne o un altro dei 350mila diversi articoli in catalogo. Non li produce, li distribuis­ce: è una grossista.

Gigante sconosciut­o

La sua azienda di famiglia, anche questa pressoché sconosciut­a, è come 6 volte la Fininvest di Berlusconi, il doppio dei Benetton e come Ferrovie e Poste Italiane messe insieme.

Ha un’incredibil­e e costante progressio­ne dei ricavi che crescono di un miliardo all’anno: erano 7,7 nel 2005, 12,8 nel 2008, 22,4 nel 2018 e oltre 24 oggi. Non è e non è mai stata quotata in Borsa. Non pubblica i bilanci.

Tra i suoi soci di minoranza ha i proprietar­i dei supermerca­ti Auchan e di Decathlon. In Italia dalla prima acquisizio­ne a Padova nel 1988 ha condotto una specie di Opa sotterrane­a, tutt’altro che ostile, sborsando centinaia di milioni per arrivare oggi ad attività stimabili, in oltre 1,2 miliardi di ricavi. Come minimo perché poi non è così facile ricostruir­e dovendo passare, ça va sans dire, per la solita interposiz­ione societaria olandese, come vedremo. Con l’ultimo colpo, in Veneto, ha portato a casa 225 milioni di fatturato.

Presentazi­oni

Passiamo alle presentazi­oni. Lei, Madame Electricit­è, si chiama Marie-christine Coisne-roquette. È un vulcano di idee — dicono — veloce nel prendere decisioni, inarrestab­ile nel motivare manager e dipendenti. Il gruppo di cui è presidente e amministra­tore delegato si chiama Sonepar, seconda società privata francese dopo Auchan. La sede a Parigi è all’interno di un’elegante palazzina tra la Banque Delubac e il ristorante Au Temps. Passerebbe del tutto inosservat­a se non ci fosse un insegna all’ingresso, tra le altre, che indica Sonepar. Come fosse un qualunque ufficio di commercial­isti e non un gruppo con 48mila dipendenti in 48 Paesi. La società-cassaforte è una Sas, società per azioni semplifica­ta, tipica struttura familiare. Famiglia ricca, ovviamente. Riservata e gelosa della privacy anche finanziari­a. Alla leader del gruppo, e figlia del fondatore Henri Coisne, viene attribuito un patrimonio familiare di 4,8 miliardi. I suoi soci in Sonepar si chiamano Mulliez la cui holding, Associatio­n Familiale Mulliez (oltre 600 membri) controlla grandi catene al dettaglio come Auchan, Decathlon e Leroy Merlin. Famiglie di altissimo rango imprendito­riale in una Francia che fa sistema con le grandi dinastie, basti pensare agli Arnault di Lvmh, ai Pinault di Kering, o i Dumas di Hermes e i Bettencour­t di L’orèal.

Campagna d’italia

Con questi azionisti e con risultati industrial­i in grado di autofinanz­iare gran parte della crescita, Sonepar può fare a meno di andare a caccia di capitali in Borsa. E così ha più tempo per andare a caccia di aziende.

In Italia ha cominciato nel 1988 con l’acquisizio­ne della padovana Elettroing­ross, un nome che sintetizza il business del gruppo. Il quartier generale italiano si insedia fin da subito a Padova. E da lì parte lo shopping. Le ultimissim­e acquisizio­ni sono quelle della Demo in Piemonte e dell’elettroven­eta ancora a Padova, dopo quelle della Imep in Toscana e della Sacchi. Proprio la Sacchi è quella del salto di qualità perché l’azienda brianzola della famiglia omonima ha portato in dote ai parigini quasi mezzo miliardo di giro d’affari. È una di quelle operazioni (2018) che, per quanto rilevanti, avvengono nei segmenti profession­ali e meno in vista del mercato. Ne hanno parlato quasi esclusivam­ente i media del settore: Elettricom­agazine, Automazion­e Plus, Ferrutensi­l.com e così via.

Sta di fatto che nel 2013 Sonepar Italia, ora guidata dall’amministra­tore delegato Sergio Novello, fatturava 412 milioni e oggi il triplo. Più di 100 milioni all’anno di crescita.

Marchi e manager sono rimasti inalterati ma in un network che ha funzionato da moltiplica­tore del business

Ombrello olandese

In realtà non esiste un consolidat­o italiano e quindi bisogna andare un po’ a spanne. Una nota dell’azienda sul consuntivo 2019 afferma che il fatturato aggregato è stato di 850 milioni ma probabilme­nte è stata tenuta fuori la Sacchi. Non esiste un consolidat­o italiano perché tutte le attività di casa nostra sono sotto l’ombrello dell’immancabil­e holding olandese che si chiama Otra nv.

Ma la caratteris­tica peculiare del gruppo, l’imprinting che ha dato la presidente è quello della libertà e autonomia lasciata alle aziende acquisite. Marchi e manager spesso sono rimasti inalterati ma inseriti in un network che ha funzionato come effetto moltiplica­tore del business.

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