SFILATE DIGITALI E STARTUP I PIANI DELLA MODA
Dior in passerella a Lecce senza pubblico, ma in streaming. Capasa, pugliese, numero uno della Camera: «Incentivi per il lavoro che c’è e per le nuove idee»
«Dior sfilerà a Lecce il 22 luglio: una scelta bella, coraggiosa in tempi post pandemia. La conferma che questa regione, questa terra, ha molte potenzialità che la crisi potrà forse aiutare a cogliere con tempestività», dice a L’economia Carlo Capasa, presidente, fresco di rielezione, della Camera nazionale della moda italiana. Radici leccesi, con il fratello Ennio anni fa ha condiviso l’avventura della maison Costume National. «Anche Maria Grazia Chiuri, anima creativa di Dior che ha saputo rilanciare con modernità, è pugliese — continua Capasa —. E il fatto che anche il ceo di una grande maison come Dior, Pietro Beccari, sia italiano conferma la forza oggi del made in Italy moda che da solo vale il 41% di tutta la produzione moda europea, con tedeschi e francesi a seguire». Gli abiti della collezione Cruise di Christian Dior sfileranno infatti proprio a Lecce: sfilata senza pubblico, ma nella magia naturale e architettonica di una città famosa per il suo Barocco che farà così un giro del mondo grazie alla trasmissione digitale dell’evento. Prevista per il 9 maggio, poi rimandata per l’emergenza, la moda di Dior che fa parte della maison di Lvmh, il 22 luglio manderà insomma dalla Puglia il suo messaggio di fiducia nel futuro. Sfilata «nel rispetto delle prescrizioni vigenti ma sarà un vero show», ha assicurato Pietro Beccari, presidente e ceo di Christian Dior Couture. Presidente Capasa, dal Salento partirà insomma la rivincita del mondo della moda, dopo l’onda d’urto della pandemia che ha chiuso i negozi, messo in serie difficoltà piccole e grandi manifatture? «Retail e piccoli, piccolissimi, sono le attività che hanno sofferto di più, e ricordo la boutique storica di mia madre a Lecce dove arrivarono le prime minigonne di Mary Quant, i primi capi di Armani. Perché la Puglia ha sempre espresso quel gusto squisitamente italiano della moda, quella passione del Mezzogiorno d’italia per gli abiti belli, di qualità, che dobbiamo rilanciare trasformando il momento attuale di difficoltà, in una fase di svolta».
Il modo
Ma come? «Un anno fa il New York Times scrisse dei problemi di sostenibilità sociale di molte imprese del Sud, e io contestai quella lettura, ma dobbiamo aiutare le aziende di moda pugliesi a ripartire dopo il Covid-19 migliorando ancora la sostenibilità sociale — continua Capasa —. Ho in mente un patto tra imprenditori e Stato: imprenditori che si impegnano a normalizzare situazioni di impiego grigie in cambio di condizioni di contribuzione agevolata per esempio per gli impieghi under trenta nella filiera. Un modo per accelerare la ripresa, e aiutare il reshoring di tante produzioni da parti del mondo oggi più competitive».
Ne avete parlato, come Camera della moda, con il governo? «Sì è una delle proposte presentate, e non c’è solo la normalizzazione delle posizioni lavorative ma anche aiuti per le start-up di giovani. Sono consapevole che oggi lanciare un nuovo brand sul mercato richieda uno sforzo immane.teniamoci stretta la rodata filiera della moda pugliese che è fatta principalmente di produzioni per conto terzi, per grandi maison che riconoscono alla regione il suo valore qualitativo, e piccolissime nicchie di artigianato e creatività».
Un distretto produttivo della filiera della moda che vuol dire 243 imprese, 4 università e centri di ricerca: abbigliamento del barese, calzature del Nord barese che insistono sulle province di Bari e Barletta-andria-trani, calzature di Casarano e calzetteria-abbigliamento del Salento che comprendono invece i produttori della provincia di Lecce. Talento di moda che si dispiega in tante direzioni: dalle calzature fino alla sposa. «Proprio così, abiti da sposa che fanno sognare il mondo e fanno spesso il giro del mondo per soddisfare le richieste di buyer globali che riconoscono al made in Puglia quell’eccellenza fatta di artigianalità. E giacche, di sapienza sartoriale. Come pure calzature. E un filo conduttore intessuto, alla lettera, di sostenibilità». Sostenibilità che da anni ormai è il motore dell’azione della Camera della moda che adesso vara la prima edizione di Milano Digital Fashion Week (dal 14 al 17 luglio): si sperimenta una formula innovativa, con un digital fashion hub, realizzato con la collaborazione di Accenture.
Sarà digital anche il Green Carpet 2020, l’evento con Eco Age di Livia Firth che premia la moda green? «Siamo in attesa della conferma del sostegno di Ice, ma ci sarà e sarà moderno innovativo. Con lo spirito della digital fashion week e della sfilata Dior a Lecce: senza pubblico, ma digitalmente fruibile in tutto il mondo».
Un patto tra imprese e Stato: situazioni di impiego «grigie» normalizzate, in cambio di agevolazioni per aiutare il reshoring imprese Le attività del distretto moda pugliese milioni di euro Vendite all’estero, il 68% dal distretto