Da Ubi finanza d’emergenza per 150 milioni
Tra famiglie e pmi. Il percorso di Ubi Banca in Puglia, ma più generalmente nel Mezzogiorno d’italia, è una navigazione tra questi due approdi. Oggi, in una regione squassata dal crac della Banca Popolare di Bari, Ubi gioca un ruolo rilevante nel sostenere la piccola imprenditorialità e le necessità di finanziamento dei nuclei famigliari.
Le cinque regioni meridionali in cui la banca opera, Campania, Calabria, Molise, Basilicata e Puglia compongono la Macro Area Sud, affidata alla responsabilità di Alberto Pedroli, 55 anni, nel gruppo dal 1986, quando entrò giovanissimo nell’organico dell’allora Credito Varesino, la banca della sua città.
«Se vogliamo focalizzarci sull’area pugliese – dice Pedroli – Ubi conta in questa regione 74 filiali e quasi 600 dipendenti, con tre direzioni territoriali e tre centri corporate a Lecce-brindisi, Bari e Foggia. Proprio questi centri rappresentano la quotidiana volontà di assistere e stare vicini a una imprenditoria dinamica, che ha saputo aprirsi al mercato e che guarda con fiducia al termine di questa terribile crisi pandemica. Purtroppo in Puglia in questo momento si stanno sommando anche gli effetti della crisi della Banca Popolare di Bari, che si riflette negativamente come percezione anche su tutti gli altri attori nel mercato del credito. Un ostacolo in più, che noi cerchiamo di superare dimostrando quotidianamente una maggiore vicinanza alla clientela».
Vicinanza che, nei mesi terribili della pandemia, hanno portato Ubi a erogare finanza d’emergenza per la piccola e la piccolissima impresa in proporzione superiore alla propria quota di mercato, grazie aun software elaborato internamente da una partecipata del gruppo che ha permesso di abbattere i tempi di lavorazione delle pratiche. I famosi finanziamenti da 25 mila euro hanno così visto Ubi deliberare nelle settimane del lockdown circa 2 mila pratiche per una cifra complessiva di erogato di poco inferiore ai 50 milioni di euro.
Oggi che l’emergenza sembra messa alle spalle, Pedroli con il suo team lavora soprattutto per sostenere i piani di ripartenza della media impresa. L’attività si inserisce nel più generale piano dell’istituto che, con il progetto «Rilancio Italia», ha messo a disposizione delle imprese 10 miliardi di euro, anticipando il primo decreto governativo di sostegno alle imprese. «Oggi guardiamo in due direzioni – evidenzia Pedroli – da un lato il consolidamento delle imprese e dall’altro la provvista di liquidità. Il primo tipo di operazioni hanno garanzia pubblica all’80 per cento, che per le seconde arriva al 90 per cento. Sono interventi che guardano a un orizzonte temporale più allungato, che arriva almeno a fine anno e che richiedono un intervento più articolato da parte della banca, anche se non mancano le opportunità, soprattutto per le imprese più dinamiche e orientate all’estero. Abbiamo già erogato oltre 5 milioni di finanziamenti abbinandoli alla garanzia Sace, visto che è importante che oggi le aziende abbiano una prospettiva per cui lavorare». Soprattutto perché, sebbene garantiti e selezionati, si sta parlando di finanziamenti, ovvero di debiti, che qualcuno in un arco di tempo ragionevole dovrà restituire. «Noi comunque ci siamo, siamo pronti – sottolinea Pedroli – e lo dimostra il fatto che proprio in queste durissime settimane che ci lasciamo alle spalle, tra pratiche di consolidamento e di liquidità abbiamo assistito circa 350 aziende, erogando oltre 100 milioni di euro che portano a 150 milioni il totale erogato in risposta agli effetti più urgenti della pandemia».
La radice fortemente territoriale del gruppo, che nasce tra Bergamo e Brescia ma che al Sud ha da sempre, in Puglia come in Campania soprattutto, una qualificata presenza che muove dalle istanze del credito popolare, sono una carta in più sul fronte dell’affiancamento delle aziende più dinamiche come delle famiglie e delle loro esigenze di finanziamento. Una radice che proprio nei momenti più difficili ha messo in evidenza la propria profondità.