L'Economia

Commission­i performanc­e, Fineco spariglia le carte

- Ga. Petr.

Fineco asset management prova a rivoluzion­are l’industria del risparmio gestito. E lo fa lanciando il bollino «No Performanc­e Fees», con l’obiettivo di identifica­re quei fondi che non pagano le commission­i di performanc­e. «Un modo per sensibiliz­zare l’intero settore del gestito sull’impatto che queste spese hanno sulla sostenibil­ità del business e sulla relazione con il cliente finale — commenta Fabio Melisso, Ceo di Fineco Am —. Le performanc­e fee spesso sono utimente lizzate dalle sgr per aggiungere una componente addizional­e ai ricavi. Sono costi che drenano valore e che penalizzan­o il cliente finale. Basti pensare che solo nel 2019 sul mercato italiano sono stati addebitati a risparmiat­ori ben 800 milioni di euro di commission­i di performanc­e (dati ricavati dai bilanci delle società, ndr), che si sono aggiunti ai costi ricorrenti. Nel primo trimestre del 2020, invece, siamo a 90 milioni. Soldi che minano la sostenibil­ità di alcuni prodotti e del sistema in generale».

Costruire dei portafogli sempliceap­plicando dei filtri è una condizione necessaria ma non sufficient­e per potersi definire sostenibil­i, sottolinea Melisso: «bisogna fare di più. E noi lo stiamo facendo promuovend­o il concetto di una sostenibil­ità evoluta, che passa dal principio della giusta remunerazi­one del servizio erogato alla clientela. Così, abbiamo proposto un bollino “No Performanc­e Fees” che permetta a tutti gli stakeholde­r di distinguer­e quei fondi di investimen­to e quegli asset manager che non applicano le commission­i di performanc­e. Due anni fa siamo nati proprio con questa filosofia e continuere­mo a portarla avanti». La sensibilit­à dei risparmiat­ori alla sostenibil­ità dei loro portafogli di investimen­to è cresciuta significat­ivamente negli ultimi anni. I risparmiat­ori hanno iniziato a considerar­e nelle loro scelte di portafogli­o la possibilit­à di allineare i propri investimen­ti in questa direzione. E in tal senso, da qui in avanti ci potrebbe essere un’attenzione sempre maggiore, in termini di sostenibil­ità, anche verso la variabile costi, come fa notare Melisso: «potremmo trovarci di fronte all’inizio di un nuovo percorso, anche in termini di educazione finanziari­a. La mia speranza è che l’industria possa in qualche modo cominciare a modificare l’approccio verso certe prassi».

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Svolte Fabio Melisso, ceo di Fineco Am. Nel 2019 i clienti hanno pagato 800 milioni di «fee» di performanc­e

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