San Raffaele, le terapie hi-tech
Il 5 per mille copre il 5% dei finanziamenti per la ricerca stanziati ogni anno dall’irccs Ospedale San Raffaele. Uno strumento dunque importante per l’ospedale del gruppo San Donato e, più in generale, per tutto il mondo della ricerca «in un Paese, l’italia, dove i finanziamenti sono ancora oggi ridotti al minimo», dice Gianvito Martino, direttore scientifico del San Raffaele.
Oltretutto, a differenza di altre forme di donazione, necessariamente destinate a sostenere progetti già avviati, «il cinque per mille può essere usato in modo più flessibile ed essere investito così in aree di ricerca più a rischio, dunque innovative». Il cinque per mille è dunque «un’ottima forma di sussidiarietà, che permette al cittadino di partecipare in modo consapevole all’attuazione di interventi socialmente rilevanti come la ricerca medica — dice Martino —. Una boccata d’ossigeno per chi fa ricerca in Italia. La sua efficacia potrebbe migliorare se la platea sempre più vasta di realtà che oggi ne beneficia fosse ridotta a chi è poi realmente in grado di rendere pubblico e tracciabile quello che ha realizzato grazie alla scelta dei contribuenti. Purtroppo, infatti, questo non sempre avviene». L’attività di ricerca dell’ircss Ospedale San Raffaele riguarda in primo luogo le neuroscienze, l’oncologia, l’ematologia e l’immunologia, «con particolare riferimento a ricerche finalizzate a sviluppare nuove terapie geniche e cellulari così come piattaforme tecnologiche innovative nell’ambito dell’imaging molecolare e della genomica». La creazione e caratterizzazione di modelli sperimentali di patologia, e la realizzazione di piattaforme tecnologiche d’avanguardia sono dunque le aree di intervento che il San Raffaele finanzierà con le risorse raccolte con la campagna cinque per mille 2020.
Irccs San Raffaele Gianvito Martino