Humanitas, il modello «I.A.»
L’intelligenza artificiale applicata alla sanità e alla scienza della salute. È la sfida lanciata da Irccs Humanitas con un centro d’avanguardia nella ricerca clinica, che unisce la rete dei medici e dei ricercatori a una squadra di ingegneri specializzati in machine learning. Il centro di ricerca clinica e scientifica ha deciso di investire nella «data science» e di dotarsi delle competenze professionali e tecnologiche per elaborare algoritmi utili, proprio con l’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale: per esempio, per aiutare i medici a ottenere diagnosi accurate in tempi ridotti, predire le risposte alle terapie, definire percorsi personalizzati per ogni paziente e avviare nuovi filoni di ricerca. La convinzione è che il futuro della salute sarà sempre più all’insegna della convergenza tra medicina e ingegneria. Quest’anno
Humanitas ha deciso di finanziare la ricerca sull’intelligenza artificiale con i fondi raccolti con il 5 per mille. Grazie al sostegno dei contribuenti, Humanitas intende portare avanti progetti come quello sui tumori del pancreas. «Il tumore del pancreas, benché in aumento, è relativamente poco diffuso e il numero di pazienti non consente di eseguire analisi tradizionali delle immagini — dice il professor Alessandro Zerbi, responsabile di chirurgia pancreatica in Humanitas —. Perciò è importante investire sull’intelligenza artificiale. Il nostro obiettivo è elaborare una capacità di predizione preoperatoria superiore a quella in uso finora, in modo da poter valutare, per il singolo paziente, la probabilità di complicanze e la loro gravità, e poterle limitare. L’intelligenza artificiale consentirà di ottimizzare il percorso di diagnosi e di trattamento del paziente che potrebbe, ad esempio, non prevedere l’intervento chirurgico ma, in alternativa, trattamenti radio o chemioterapici».