L'Economia

Sconti estesi ai familiari conviventi

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L’appartamen­to in cui viviamo io e mia moglie è intestato soltanto a lei. Dobbiamo effettuare importanti opere di ristruttur­azione detraibili al 50%. Poiché mia moglie non ha capienza fiscale sufficient­e ad assorbire la detrazione, possiamo suddivider­e quest’ultima tra lei e me? Eventualme­nte potremmo avere un’alternativ­a alla detrazione decennale?

Lettera firmata — via email Come riportato dalla guida alle ristruttur­azioni dell’agenzia delle Entrate — che consigliam­o di leggere perché consente di dare risposta ai dubbi più diffusi — tra i soggetti che hanno diritto alla detrazione rientra anche il familiare convivente. La categoria comprende: il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado e il componente dell’unione civile; il coniuge separato assegnatar­io dell’immobile intestato all’altro coniuge; il convivente more uxorio. Il requisito della convivenza - basta un’autocertif­icazione - deve sussistere al momento di inizio lavori e non è richiesto che permanga per tutta la durata della detrazione. I lavori possono riguardare qualsiasi immobile a destinazio­ne abitativa sul quale si esplica la convivenza tra i familiari (spesa massima 96.000 euro per immobile). Gli sgravi non sono limitati pertanto alla sola abitazione principale. Per beneficiar­e della detrazione è necessario che il familiare convivente abbia sostenuto le spese e che la documentaz­ione (fattura e bonifici) siano a lui intestati. I titoli abitativi, invece, possono essere intestati al familiare-proprietar­io. Dalla domanda sembra che la moglie abbia un’irpef sufficient­e a coprire parte della detrazione. Perché il coniuge possa usufruire dell’eccedenza è necessario attestarlo sulla documentaz­ione, come la fattura e i bonifici, indicando il nominativo, il suo codice fiscale e la percentual­e di detrazione spettante. La detrazione va obbligator­iamente ripartita in 10 anni.

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