L'Economia

Oliveti: le casse grandi investitor­i

Oliveti, rieletto presidente Enpam (medici): doppio prelievo sul patrimonio. Un ruolo in Autostrade

- Di Isidoro Trovato

Una rielezione quasi plebiscita­ria quella che conferma Alberto Oliveti a presidente dell’enpam, la cassa nazionale di previdenza dei medici e degli odontoiatr­i. «Devo ringraziar­e per la fiducia i 162 rappresent­anti su 176 che mi hanno votato — dice Oliveti— ma soprattutt­o credo sia stato giusto votare alla scadenza naturale e dirottare la consultazi­one sulla piattaform­a online che ha registrato la preferenza di più di 80 mila aventi diritto al voto. Una consultazi­one telematica così vasta legittima tutto il nuovo organigram­ma per i prossimi cinque anni». Proprio la possibilit­à di avere davanti un quinquenni­o apre scenari di riforme in momento storico per il Paese e per le profession­i.

«Non c’è dubbio. Da ora in avanti si abbandona l’era del patto generazion­ale e si entra in quella dello scambio generazion­ale. I giovani e gli attivi in genere non possono aspettare la pensione per avere un sostegno di welfare: servono azioni di supporto al lavoro, al credito, alla genitorial­ità. Gli investimen­ti delle casse devono mirare a rendimenti che sostengano aiuti concreti per chi lavora. Gli attivi garantisco­no futuro alle pensioni, se scende la loro contribuzi­one è un danno enorme a tutto il sistema. Questo è un automatism­o che si tende a rimuovere ma che oggi più che mai è determinan­te per il futuro delle casse».

Una dichiarazi­one d’intenti che vale per tutte le casse private, visto il doppio ruolo che la vede anche presidente dell’adepp. «Assolutame­nte. Cosi come per tutti gli enti di previdenza privata vale il progetto di nuova fiscalità che ribadiremo con forza al governo. In Italia la fiscalità nei confronti delle casse private è predatoria, chiediamo criteri europei: in nessun altro Paese c’è una doppia tassazione sui rendimenti. Addirittur­a, in occasione dell’emergenza da Covid, siamo arrivati al paradosso: Enpam ha deciso di destinare mille euro agli iscritti in difficoltà e anche gli aiuti vengono tassati del 20% cosicché in tasca al profession­ista arrivano solo 800 euro. Insomma da noi si tassa al doppio il patrimonio, caso unico in Europa, e persino la solidariet­à. Questo regime fiscale non può più essere accettato».

In compenso però il governo vi chiede maggiore presenza come investitor­i sull’economia reale del Paese.

«Parlo come presidente Adepp: le casse private in Italia gestiscono un patrimonio di circa 87 miliardi, dei nostri investimen­ti il 75% rimane in

Europa e il 57% viene destinato all’italia. Di questo capitale il 47% è impiegato in progetti di economia reale e solo il 17% a operazioni finanziari­e. Chi dice che investiamo poco sul Paese mente. Lo facciamo in maniera responsabi­le e profession­ale, non ci affidiamo al “fai da te”: basti pensare che due terzi della nostra gestione sono affidati a fondi fiduciari». Un esempio concreto e di attualità è l’investimen­to Enpam su Autostrade.

«In realtà Enpam ha investito 200 milioni sul “Fondo3” di F2i. Quel fondo sta operando su Autostrade. Però deve essere chiaro a tutti che abbiamo delle pregiudizi­ali su quell’operazione: innanzitut­to la concession­e dovrà essere rinnovata e a una tariffa remunerati­va. Inoltre, dato non certo secondario, serve una liberatori­a sulle responsabi­lità pregresse: non vorremmo mai avere un ruolo su strascichi giudiziari del passato».

Un criterio che guiderà anche i futuri investimen­ti di Enpam? Qualcuno parla di un vostro interesse per il progetto Coima sulla rigenerazi­one urbana che ha coinvolto altre casse private di profession­isti.

«Sono di cultura e matrice scientific­a. Sono della scuola di Galileo Galilei: solo ciò che è misurabile ha rilevanza scientific­a. Gli investimen­ti vanno misurati con dati concreti e ricadute reali. Anche nel futuro

Le operazioni delle casse devono mirare a rendimenti che aiutino concretame­nte chi lavora: serve lo scambio generazion­ale

Il 57% del capitale investito è destinato all’italia. Di questo, il 47% è impiegato nell’economia reale, solo il 17% in finanza

Enpam punterà su quelli che rispondera­nno a questi criteri».

Intanto bisogna proteggere gli iscritti dalle conseguenz­e della pandemia. A molti medici malati o morti di Covid non è stato riconosciu­to l’infortunio da lavoro. «Inaudito. Questo è un altro dei motivi per cui pretendiam­o autonomia reale. Non vogliamo più ingerenze dello Stato sui mezzi che utilizziam­o per le nostre prestazion­i di welfare e per l’assistenza. Siamo in grado di garantire e proteggere i nostri iscritti, che ci lascino mano libera. Intanto però è inaccettab­ile che vengano abbandonat­i medici di famiglia, pediatri, guardie mediche, lavoratori che non sono dipendenti pubblici ma lavorano al servizio del pubblico. Paghiamo mezzo miliardo di tasse l’anno ed eroghiamo servizi per un valore di mezzo miliardo. Se avessimo una equa tassazione potremmo erogare il doppio dei servizi». Deduzione scientific­a. Galileo ne sarebbe fiero.

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Al timone Alberto Oliveti, presidente Enpam e Adepp

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