L'Economia

Debito, tre numeri (e una prognosi)

- Di Giuditta Marvelli

Finita la prima emissione di Btp Futura — in attesa di sapere quanto è stata buona per i vari attori in campo — si possono mettere in fila alcuni concetti, tutti raffigurab­ili con un numero, utili a chi ha investito nel titolo (e anche a chi non lo ha fatto) per capire meglio la realtà finanziari­a dell’italia.

Il primo è lo spread. Oggi vale 170 punti: il nostro decennale deve pagare al mercato 1,7% in più di quanto non facciamo i tedeschi per piazzare il loro bund. Ma anche spagnoli e portoghesi, più simili a noi, spendono molto meno per finanziars­i sul mercato. Questo numero ci ricorda che siamo considerat­i pagatori affidabili, se no nessuno ci presterebb­e più nulla, ma anche che la vastità delle nostre obbligazio­ni ci impone un certo rendimento, mentre la Germania incassa circa mezzo punto percentual­e se mette un bund decennale sul mercato. È il gioco dei tassi negativi. Il secondo è lo stock del debito: 2.467 miliardi ad aprile, con la prospettiv­a che presto arrivi a rappresent­are oltre una volta e mezza la ricchezza del Paese. Il terzo è il conto individual­e: se prendiamo il debito e lo dividiamo per 60 milioni di italiani scopriamo che ciascuno di noi, neonati compresi, ne «risponde» (se così si può dire) per oltre 41 mila euro.

Ci possiamo permettere questi numeri? Gli italiani che hanno comprato il Btp Futura, con un impegno medio per contratto intorno a 36 mila euro secondo le prime stime, si sono messi nelle condizioni di incassare un interesse uguale (o addirittur­a) un pochino più ricco di quello che il Paese paga a chiunque gli presti dei soldi. Corrono un rischio, anche se il titolo è stato «disegnato» apposta per un pubblico non profession­ale, di un debito pubblico con una pagella BBB. Traduzione: decente, ma sempre a rischio bocciatura.

Se è vero che non tutti i contribuen­ti italiani possono permetters­i un investimen­to decennale che rende qualcosa in più dell’1% (non poco se altri in Europa hanno un meno davanti), sul fronte del rischio legato a quei 2.467 miliardi, 41 mila a testa, la partita è assolutame­nte trasversal­e. Andremo avanti solo facendo le riforme e i cambiament­i che permettera­nno di ridimensio­nare gli interessi e, in prospettiv­a, la montagna del debito. Una prognosi che vale per tutti.

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