Debito, tre numeri (e una prognosi)
Finita la prima emissione di Btp Futura — in attesa di sapere quanto è stata buona per i vari attori in campo — si possono mettere in fila alcuni concetti, tutti raffigurabili con un numero, utili a chi ha investito nel titolo (e anche a chi non lo ha fatto) per capire meglio la realtà finanziaria dell’italia.
Il primo è lo spread. Oggi vale 170 punti: il nostro decennale deve pagare al mercato 1,7% in più di quanto non facciamo i tedeschi per piazzare il loro bund. Ma anche spagnoli e portoghesi, più simili a noi, spendono molto meno per finanziarsi sul mercato. Questo numero ci ricorda che siamo considerati pagatori affidabili, se no nessuno ci presterebbe più nulla, ma anche che la vastità delle nostre obbligazioni ci impone un certo rendimento, mentre la Germania incassa circa mezzo punto percentuale se mette un bund decennale sul mercato. È il gioco dei tassi negativi. Il secondo è lo stock del debito: 2.467 miliardi ad aprile, con la prospettiva che presto arrivi a rappresentare oltre una volta e mezza la ricchezza del Paese. Il terzo è il conto individuale: se prendiamo il debito e lo dividiamo per 60 milioni di italiani scopriamo che ciascuno di noi, neonati compresi, ne «risponde» (se così si può dire) per oltre 41 mila euro.
Ci possiamo permettere questi numeri? Gli italiani che hanno comprato il Btp Futura, con un impegno medio per contratto intorno a 36 mila euro secondo le prime stime, si sono messi nelle condizioni di incassare un interesse uguale (o addirittura) un pochino più ricco di quello che il Paese paga a chiunque gli presti dei soldi. Corrono un rischio, anche se il titolo è stato «disegnato» apposta per un pubblico non professionale, di un debito pubblico con una pagella BBB. Traduzione: decente, ma sempre a rischio bocciatura.
Se è vero che non tutti i contribuenti italiani possono permettersi un investimento decennale che rende qualcosa in più dell’1% (non poco se altri in Europa hanno un meno davanti), sul fronte del rischio legato a quei 2.467 miliardi, 41 mila a testa, la partita è assolutamente trasversale. Andremo avanti solo facendo le riforme e i cambiamenti che permetteranno di ridimensionare gli interessi e, in prospettiva, la montagna del debito. Una prognosi che vale per tutti.