La burocrazia e la lezione (dimenticata) di Kissinger
Èstata necessaria la fiducia in Parlamento al governo per accelerare la trasformazione in legge del «Decreto rilancio». Una velocità che non sarà però garanzia di altrettanto rapida realizzazione delle misure annunciate. Gli articoli previsti dal provvedimento sono 260, per un totale di oltre mille commi. Per 75 articoli sono previste delle misure attuative che il deputato Bruno Tabacci ha calcolato essere 148.
Con la complicazione dovuta al fatto che molti di essi dovranno essere presi dai ministeri concertandoli però con il ministero dell’economia, in qualche caso con la Conferenza Stato-regioni. Le pochissime cifre fanno capire però l’importanza di avere una burocrazia efficiente che sia in grado di far diventare realtà le scelte politiche. Già nel 1972 Moses I. Finley, storico e studioso dei rapporti tra società ed economia, nel suo «La democrazia degli antichi e dei moderni» diceva: «I burocrati sono gli esperti senza i quali la società moderna non potrebbe funzionare». Ma indicandone i problemi, secondo quanto ricordato spesso da Henry Kissinger che riferendosi alla burocrazia indicava come «la stabilità del sistema politico interno venisse anteposto al conseguimento degli obiettivi funzionali dell’organizzazione». Di tutto questo le forze politiche (tutte) sembrano non tenere conto. Come spesso indicato da Sabino Cassese, sperare di «semplificare» attraverso un decreto come quello approvato dal governo è un’illusione. Per sciogliere la matassa che imbriglia l’azione di governo più che altre leggi servirebbe il contrario: meno leggi e una pazienza certosina per districare filo dietro filo l’intreccio. Verrebbe da chiedersi se, a proposito di burocrazia, siano stati coinvolti i funzionari che compongono un ufficio creato proprio per questo. Il nome è tanto altisonante quanto chiaro: Ufficio per la semplificazione e sburocratizzazione. Eh sì esiste anche questo nel mare magnum della Pubblica amministrazione.