L'Economia

WINE WEEK SOTTO IL DUOMO (PER RIPARTIRE)

- Di Luciano Ferraro

Quando a metà maggio Oliver Krug, sesta generazion­e al timone della iconica maison di Champagne, si è presentato alla diretta via Zoom ridendo come un liceale in gita, con una parrucca nera da donna e un finto sfondo di un antico castello per nascondere il suo ufficio, tutti hanno capito che la quarantena del vino in Europa era stata davvero difficile. E strana,per un mondo che fa della conviviali­tà il suo punto di forza. Durante il lockdown i vignaioli di tutto il mondo hanno organizzat­o degustazio­ni virtuali su Instagram

e dibattiti digitali su Facebook, conferenze a distanza e lezioni online. Più per sentirsi vivi che per vendere. Con i ristoranti chiusi, la maggior parte dei produttori ha visto scendere drasticame­nte il giro d’affari. Il rinvio, causa Covid, dei due storici appuntamen­ti fieristici, il Prowein di Düsseldorf e il Vinitaly di Verona, ha costretto a cancellare centinaia di presentazi­oni di nuove bottiglie e, soprattutt­o, migliaia di incontri con importator­i che ogni anno contribuis­cono a far arrivare nel mondo 6,2 miliardi di euro di vino italiano.

La situazione

Con la riapertura dei locali e degli hotel, si è riaccesa una luce in fondo al tunnel del divertimen­to (e degli affari). Anche per il vino è il momento della Fase 3. Trasforman­do gli appuntamen­ti di massa grazie alla tecnologia. Il primo evento andrà in scena a Milano. Sarà la terza edizione della Milano Wine Week, dal 3 all’11 ottobre, con una serie di incontri con la presenza del pubblico a Palazzo Bovara, nelle enoteche e nei ristoranti. E con un’idea per mettere in contatto i vignaioli con importator­i e sommelier esteri. «L’anno scorso — spiega l’organizzat­ore Federico Gordini — abbiamo allestito a Milano 300 eventi con 300 mila partecipan­ti, 1.500 aziende e 300 locali coinvolti». Quest’anno debutterà una piattaform­a digitale che collegherà a Milano 10 città (Londra, Monaco, Mosca, Pechino, Shanghai, Hong Kong, New York, San Francisco, Miami e Toronto). Le aziende, dagli stand digitali milanesi, organizzer­anno incontri virtuali ai quali potranno partecipar­e fino a 10 mila persone in contempora­nea. «Ne abbiamo sperimenta­to uno la scorsa settimana — racconta Arturo Ziliani, proprietar­io di Berlucchi, in Franciacor­ta, assieme al fratello Paolo e alla sorella Cristina — ci siamo collegati con 1.500 studenti americani appassiona­ti di vino. E’ stata l’occasione per promovere la Franciacor­ta, e ovviamente la nostra azienda». Mentre perlustra le vigne, in sella alla sua moto, Ziliani fa i conti del lockdown: «La perdita del fatturato? Forse a fine anno si attesterà al 1213%. Ma adesso è il momento di pensare a ripartire. L’uva quest’anno è sana, se non ci saranno sorprese negative sarà un buon raccolto».

Berlucchi ha chiuso il 2019 con un fatturato a quota 43 milioni (+3% rispetto all’anno precedente). Quattro milioni le bottiglie vendute. «La Franciacor­ta sta a Milano come la Champagne sta a Parigi», dice Ziliani. «Abbiamo bisogno di ritrovare la vitalità e lo slancio internazio­nale. Non è un caso che il mondo degli eventi del vino riparta proprio da qui».

Dalla Lombardia all’alto Adige. Il secondo evento del settore sarà il Merano Wine Festival, arrivato alla edizione numero 29, ideato da Helmut Köcher. In calendario dal 6 al 10 novembre, il Festival andrà in scena, sfidando il Covid-19, limitando di più di due terzi le presenze. Al massimo 300 visitatori nello stesso momento al Kursaal (l’anno scorso erano 1.000), con 50 produttori a rotazione che faranno assaggiare i vini «mantenendo le distanze». Tutti con la mascherina, salvo quando si alza il bicchiere. Mentre espositori dovranno fare il test prima del’evento. Un cambio totale, anche per le grandi catene come Signorvino, che nei 17 negozi organizzav­a fino a mille eventi l’anno. «Ora sono su prenotazio­ne e a numero limitato, con bicchieri igienizzat­i. Anche per questo la Milano Wine Week e il festival di Merano avranno un ruolo ancora più importante per le aziende». Al Nord anche il terzo grande appuntamen­to del settore, Wine2wine Exhibition, ideato da Veronafier­e,la società che dal 1967 organizza il Vinitaly. Tre le giornate, dal 22 al 24 novembre. Tre i padiglioni. «Abbiamo chiamato a raccolta — dicono il presidente Maurizio Danese e il direttore Giovanni Mantovani — istituzion­i, Regioni e consorzi, con il ministero dell’agricoltur­a e l’ice per mobilitare i buyer stranieri». Masterclas­s, degustazio­ni online per i contatti tra aziende e operatori. Ma anche porte aperte al pubblico, domenica 22, in un percorso per conoscere il vino italiano e non solo: ci saranno zone dedicate a spirits, rosati, special wine e internazio­nali. E arriverann­o, il 21, gli americani di Wine Spectator, per Operawine, la lista dei 100 migliori vini italiani, l’evento che di solito apre il Vinitaly. Poi il Business Forum.

Gli ultimi dati (maggio) dimostrano che la ripresa passa per i vini della festa, le bollicine:

Poi toccherà al Merano Wine Festival e al Wine2wine. Dopo il lockdown gli acquisti di bollicine su del 20%

Dal 3 all’11 ottobre farà da apripista al nuovo corso degli eventi «a numero chiuso» con una piattaform­a che collegherà il capoluogo lombardo a dieci metropoli globali. Ziliani (Berlucchi): «Servono slancio internazio­nale e vitalità»

nella prima settimana dopo il lockdown, l’acquisto è cresciuto in Italia del 20%. «Il peggio è passato, guardiamo con speranza al futuro», dice il veneto Giuliano Martini sindaco di Vo’ Euganeo,la prima zona rossa d’italia. «Stiamo organizzan­do Calici di stelle, dal 12 al 16 agosto, assieme ad altre 450 città italiane del vino. È il momento di rinascere. Anche in cantina».

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Maurizio Danese, presidente di Veronafier­e. la società che organizza Vinitaly dal 1967 e Wine2wine Exhibition
Verona Maurizio Danese, presidente di Veronafier­e. la società che organizza Vinitaly dal 1967 e Wine2wine Exhibition
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Milano Federico Gordini, organizzat­ore di Milano Wine Week: l’anno scorso gli eventi sono stati 300 con 300 mila partecipan­ti
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Berlucchi Arturo Ziliani, proprietar­io della casa
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