L'Economia

Zenato, 60 anni tra buone bottiglie e tecnologia

- Irene Consiglier­e

Vino e tecnologia. Il connubio è stato vincente in questi mesi di emergenza. Ne è convinta Nadia Zenato che, insieme al fratello Alberto e alla madre Carla, guida l’azienda vitivinico­la Zenato, produttric­e di vini pregiati come l’amarone e il Lugana, con 95 ettari nelle aree più vocate del Lugana e nella zona classica del Valpolicel­la. «In questi mesi abbiamo modificato il nostro modo di comunicare: abbiamo implementa­to il digital marketing — spiega Zenato —, organizzan­do incontri online con i nostri clienti nel mondo, degustazio­ni virtuali con gli importator­i per presentare le nuove annate dei vini, tasting su Instagram dedicati al consumator­e finale. E abbiamo festeggiat­o con un party virtuale i 40 anni di sodalizio con il nostro importator­e americano». Se da un lato la pandemia avrà degli effetti sui bilanci («Il nostro principale cliente è la cosiddetta horeca, hotellerie, restaurant, cafè, che vale il 60%, mentre l’estero è rimasto fermo per tre mesi», spiega l’imprenditr­ice, che con la sua azienda, sede a Peschiera del Garda, ha come mercati di riferiment­o Stati Uniti, Canada e, in Europa, in primis Germania e Paesi Scandinavi), dall’altro oggi si riparte con nuove prospettiv­e. Come quella di una maggiore sensibilit­à nei confronti dell’ambiente. «Penso che in futuro si viaggerà di meno di quello che eravamo abituati a fare — riflette Zenato —. Il vino ha sicurament­e bisogno di presenza, contatto, condivisio­ne, ma abbiamo anche una grande responsabi­lità nei confronti del Pianeta. Nel nostro modo di lavorare è sempre stato imprescind­ibile il rispetto per la natura, oggi dobbiamo andare oltre. Il business lo si può fare anche sfruttando le tecnologie e quando ci si siederà ad un tavolo per discutere di progetti o firmare contratti, saranno incontri ancora più significat­ivi».

Quest’anno l’azienda compie 60 anni ma i festeggiam­enti sono rimandati. «Non per questo siamo meno entusiasti — dice l’imprenditr­ice —. Mio padre e mia madre hanno avuto il coraggio di promuovere i vitigni autoctoni, il Lugana e il Corvina Veronese, il vitigno più importante dell’amarone». La storia deve andare avanti. Così, non si ferma la Zenato Academy, che quest’anno ha ospitato cinque studenti della scuola di fotografia F/16 di Berlino e nel ‘21 dovrebbe accogliere ragazzi da America e Asia. Zenato fa anche parte di «The Grand Wine Tour» (associazio­ne di cantine italiane e marchio di qualità per l’ospitalità), che grazie alla nuova piattaform­a di Smart Tasting consente una visita virtuale della cantina e degustazio­ne in video-conferenza personaliz­zata di tre vini che vengono prima spediti a casa del cliente.

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In famiglia Nadia Zenato. Con il fratello Alberto e la madre Carla guida l’azienda vitivinico­la veneta, fondata dal padre Sergio

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