L'Economia

FELETTI UN SOCIO PER IL CIOCCOLATO

Il fondo Avenue Capital che ha accompagna­to il rilancio anche di Sorini venderà e la famiglia Lameri con la regia di Vitale ha avviato la ricerca di un partner industrial­e per la Hdi, che vale 30 milioni di fatturato

- Di Daniela Polizzi

L’operazione entrerà nel vivo a settembre, quando si farà il punto sui conti e le prospettiv­e di crescita della Feletti 1882 e di Sorini, storici marchi del cioccolato tra Torino e Cremona. Dopodiché sarà avviata la ricerca di un partner industrial­e, con la regia dell’advisor Vitale, delle due società che fanno capo alla Holding dolciaria italiana (Hdi), un cappello societario creato nel tempo per i due marchi che oggi raccolgono circa 30 milioni di ricavi ma che erano arripercor­so vati a superare 50 milioni di fatturato. Obiettivo, trovare un nuovo alleato per la famiglia di imprendito­ri Lameri che oggi possiede il 49% del gruppo del cioccolato e vuole restare. È infatti destinato a vendere il fondo newyorkese Avenue Capital che negli ultimi quattro anni ha accompagna­to il rilancio di Feletti 1882 e Sorini.

L’interesse dei big

Sul dossier è atteso l’interesse di gruppi industrial­i come Bauli, Sperlari, Novi che potrebbero sostenere un di crescita dei marchi che conoscono bene quelle realtà. L’azienda ha infatti nel tempo realizzato molte lavorazion­i conto terzi per marchi quali Bauli, Vergani, Crispo, Pernigotti e Bistefani per la quale ha prodotto anche il Ciocorì.

Il modello da incornicia­re per l’operazione che si affaccia sul mercato potrebbe essere quello realizzato un anno fa dal gruppo Colussi che ha rilevato l’80% del produttore La Suissa, sede ad Arquata Scrivia, altra storica azienda piemontese produttric­e di cioccolato. Il 20% del capitale è nella mani della famiglia Piella, fondatrice della società, che è rimasta per portare competenze nel cioccolato di qualità, un settore dal quale Colussi era assente. Alla guida di Hdi ci sono infatti i fratelli Vera ed Alessandro Lameri. Feletti 1882, fondata a Torino da Carlo Birocchett­o e rilevata nel 1916 dal commendato­r Giuseppe Feletti che fece del suo nome il marchio passato alla storia, ha nella vendita alla grande distribuzi­one il suo punto di forza. Sorini, 80% dei ricavi all’estero, con punti di forza negli Stati Uniti e in Australia, mercati che sempre più nel cioccolato cercano gli aspetti artigianal­i, ha una storia comincia a Castelleon­e, vicino a Cremona, nel 1915 dietro la spinta del farmacista Fausto Sorini, che aveva creato la storica caramella «Rabarbaro». E che poi era diventata proprietà della famiglia cremonese Lameri e dell’industrial­e Carlo Alquati, le cui quote furono poi rilevate dagli stessi Lameri.

L’azienda è poi finita in un concordato che aveva portato a una razionaliz­zazione della produzione e la chiusura dello stabilimen­to valdostano di Feletti e la conseguent­e concentraz­ione delle attività industrial­i a Cremona. Nell’ambito del concordato del 2015 aveva investito Europa Investimen­ti con focus sulle crisi aziendali. Aveva costituito il polo Cose Belle d’italia che ha raccolto sotto un unico cappello molti marchi storici del made in Italy tra i quali appunto Feletti e Sorini. Poi Europa investimen­ti ha aperto il capitale della Holding dolciaria italiana al fondo di private equity americano Avenue Capital, operatore newyorkese che si era impegnato a investire in Italia sino a 150 milioni di euro. Ora ha il 51%, la quota che ora andrà in vendita. La convinzion­e del mercato è che la fase di nuova crescita possa avvenire solo nell’ambito di una partnershi­p con un gruppo industrial­e con le spalle forti che può sostenere lo sviluppo dell’azienda nel ricco (ma complesso) mercato del cioccolato di alta qualità che richiede capacità di raggiunger­e tutti i canali distributi­vi. Hdi è oggi una società sana che registra circa 3 milioni di margine operativo lordo. E nel settore del cioccolato i multipli si collocano attorno alle otto volte l’ebitda.

Il modello

L’obiettivo è il rilancio dell’azienda storica, un emblema del made in Italy, attraverso il rafforzame­nto nella fascia alta del mercato di Sorini che ha nei cioccolati­ni e nei prodotti da ricorrenza il vero core-business. Il gruppo ha tenuto le posizioni anche durante la fase più complessa del lockdown, visto che, tra l’altro, gli impianti sono nel Cremonese, una delle zone messe sotto pressione dalla pandemia.

Ora però si accelera. Con la convinzion­e che i grandi gruppi del dolciario che vendono soprattutt­o nella grande distribuzi­one, guardino con favore le partnershi­p industrial­i con le famiglie per fare crescere i marchi di nicchia del cioccolato.

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Storia Giuseppe Feletti, fondatore

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