ALL’ULTIMA CONSOLE IL DUELLO D’AUTUNNO
A novembre sul mercato PS5 (Sony) e Xbox serie X (Microsoft). L’outsider? Google
Con le nuove Playstation 5 e Xbox Serie X ai nastri di partenza, una nuova generazione di console di videogiochi è alle porte. E con il suo arrivo si riapre una nuova stagione della «console war», la battaglia per la conquista del mercato dei videogiochi, che azzera i suoi numeri al lancio di ogni nuova generazione.
La stagione che volge al termine è stata condotta da Sony, con la sua Playstation 4, che ha venduto nel mondo circa 112 milioni di unità in sette anni di vita. Al secondo posto la Switch di Nintendo, con 65 milioni di macchine vendute in poco più di tre anni e al terzo posto Xbox One di Microsoft con circa 48 milioni di installato dal 2013 (Fonte: Vgchartz.com, luglio 2020). Non ci è dato fare previsioni su quanto accadrà questa volta ma è certo che il successo o l’insuccesso di una console di videogiochi non dipenda dalle effettive potenzialità dell’hardware quanto dalle strategie di mercato applicate. Perché se è vero che le prossime Playstation 5 e Xbox Serie X, in arrivo a novembre, si dimostrano sulla carta due prodigiose eccellenze di pari livello in termini di prestazioni tecnologiche, Sony persegue da sempre un target più ampio e trasversale, ponendo la famiglia come obiettivo.
Mentre Microsoft ha limitato gli investimenti di marketing e promozione al di fuori degli Stati Uniti e sembra più inseguire gli hardcore gamers, gli appassionati e le loro community virtuali. Non è un caso che le strategie di Microsoft tendano ad avvicinare l’uso della console alla nicchia dei videogiocatori su personal computer: acquistando un videogioco per
Xbox, lo si può giocare sia sulla console che su
Windows 10 (e viceversa). Differente sarà il design delle due console, in linea con il loro carattere: Playstation 5, bianca, vanta forme tanto morbide e sinuose quanto criticate per la loro somiglianza con altri elettrodomestici, mentre Xbox Serie X, nera, disegna un parallelepipedo più squadrato e razionale.
E ora si gioca
Ma come saranno i videogiochi della prossima generazione? Il giudizio del pubblico è controverso. Perché il corredo videoludico che accompagnerà il lancio delle nuove piattaforme non sembra mostrare quel salto qualitativo che ha sempre contraddistinto il passaggio generazionale e spinto all’acquisto. Eppure, sia Playstation 5 che Xbox Serie X vantano un’architettura hardware dalle potenzialità incredibili, di svariate volte superiori alle attuali console.
Questa volta non è colpa dei videogiochi ma è un problema intrinseco all’evoluzione della tecnologia: se una volta risultava miracoloso ed evidente il passaggio tra pixel grandi come cubetti e l’alta risoluzione, oggi in una veste grafica dove il dettaglio è già elevatissimo, il passaggio tra Full HD e 4K è decisamente meno percepibile e solo un occhio esperto può accorgersi di migliorie quali i riflessi di luce nelle pozzanghere o sottigliezze riproducibili solo da un apparecchio televisivo di qualità e costo ben superiori alla media. Migliorie grafiche, insomma, destinate ad appagare più gli appassionati che il grande pubblico. Oltre all’aspetto grafico, però, tale esuberanza tecnologica permetterà lo sviluppo di giochi più complessi e governati da intelligenze artificiali più evolute. Ma questi aspetti risulteranno evidenti solo dopo qualche anno di transizione, in cui l’obiettivo primario sarà quello di mantenere la compatibilità con il parco giochi precedente.
Alle spalle degli eterni rivali appare un terzo incomodo: Stadia, la prima console di Google. Stadia, lanciata sul mercato lo scorso novembre 2019 è una console che console non è, quanto una sorta di esperimento, di scommessa su di un futuro probabile in cui si fruirà dei videogiochi solo in streaming, ricevendo a casa dati e immagini calcolati in remoto. Ma oggi, complice un digital-divide che continua ad opporsi al futuro, Stadia non dovrebbe costituire un problema per le rivali.
E Nintendo? La multinazionale di Kyoto continua il suo cammino, sulla strada tracciata dal compianto presidente Satoru Iwata alla ricerca dell’«oceano blu» (teoria secondo la quale pescare in un oceano libero da qualsiasi concorrenza è meglio che farlo in uno rosso, infestato dai rivali). La sua console, Switch, metà portatile e metà domestica, ha tre anni e gode ancora di ottima salute. Così, anche se si vocifera insistentemente di una Switch Pro, aggiornata e più potente, Nintendo non la proporrà in questo affollato 2020.