Invece della stanza si climatizzano le persone
Indumenti che riscaldano o rinfrescano la pelle su richiesta. E che potrebbero anche ricaricare piccoli dispositivi. È a questo che puntano i ricercatori della North Carolina State University, che hanno realizzato un materiale in nanotubi di carbonio che combina proprietà termiche, elettriche e fisiche tali da rilasciare calore, o dissiparlo, applicando una fonte esterna di corrente. Si tratta di una sottile pellicola, attorcigliata su se stessa a formare un filato da integrare nei tessuti: è stabile, morbida, facile da fabbricare e, assicurano gli scienziati, sicura per la pelle. La sua conduttività termica è relativamente bassa, il che significa che, una volta disperso, il calore resterebbe intrappolato tra pelle e tessuto in modalità «riscaldamento». Il nuovo materiale permetterebbe così di climatizzare le persone invece dei locali. Inoltre ha la capacità di generare elettricità, usando la differenza di temperatura tra il corpo e l’ambiente.
Pesce avariato addio
Alla Iowa State University hanno sviluppato sensori monouso economici e affidabili per monitorare freschezza e sicurezza degli alimenti. Grazie al grafene, noto per la conducibilità elettrica, flessibilità e biocompatibilità, e a un sistema di stampa ad aerosol, gli ingegneri sono riusciti a imprimere su un polimero flessibile un elettrodo in grado di rilevare le più piccole molecole organiche. Per esempio, l’istamina, allergene e indicatore di pesce e carne avariati. La sua presenza, individuata da anticorpi, blocca il trasferimento di elettroni e aumenta la resistenza elettrica, che viene registrata e misurata dal sensore. Molte le molecole rilevabili: basta cambiare gli anticorpi. I ricercatori sono riusciti anche a individuare il batterio della salmonella e malattie animali come l’aviaria.