Auto, Tesla si mangia le altre (in Borsa)
Oggi la creatura di Elon Musk capitalizza a Wall Street più di tutte le case «tradizionali» d’europa messe insieme Ma Fca, Psa, Renault, Bmw e le altre vincono sul fronte del fatturato. Quanto valgono i piani di riconversione
L’auto del futuro è già nel cuore degli investitori. La ciliegina sulla torta potrebbe arrivare a breve: l’ingresso nel più esclusivo club finanziario al mondo ovvero l’indice S&P 500. Per Tesla sarebbe un nuovo record, dopo quella raggiunto pochi giorni fa in Borsa, ovvero la capitalizzazione di 260 miliardi di dollari, oltre 1.400 dollari per azione. Il titolo ha debuttato in Borsa poco più di 10 anni fa al prezzo di 17 dollari. Una corsa inarrestabile che ha portato la società su valutazioni superiori a quelle di praticamente tutte le case del mondo. E il confronto con quelle europee è addirittura impietoso: tutte insieme non valgono come la Tesla. Un aumento del 10% del prezzo di Borsa basterebbe a doppiare il valore di Peugeot. Ma osservando da un’altra prospettiva, ovvero quella industriale, le cose si ribaltano. Nel 2019 la casa automobilistica statunitense ha prodotto 400mila veicoli, per un controvalore totale dei ricavi pari a 24,6 miliardi di dollari. Nello stesso periodo i brand europei avevano prodotto 28,5 milioni di veicoli per un fatturato complessivo di 840 miliardi di euro.
La gara
La sfida potrebbe continuare su molti altri parametri ma il risultato non cambierebbe: Tesla vince in Borsa, mentre le case automobilistiche tradizionali dominano ancora il mercato commerciale. Una sfida che l’economia del Corriere ha voluto mette in evidenza nella tabella prendendo come riferimento parametri borsistici e di bilancio. A guidare la performance di Tesla c’è sicuramente il posizionamento strategico della società che per prima, con grande coraggio, ha puntato su motori totalmente elettrici. Per gli altri la transizione è in corso con risultati altalenanti. La coerenza del modello di business in Borsa ha pagato anche se i risultati, in termini di flussi di cassa, ancora tardano ad arrivare. A compensare l’attesa ci pensa la liquidità, vera benzina nel motori di Tesla, l’unica in grado di poter spingere il titolo sempre più in alto in attesa di conferme sul piano dei fondamentali.
Sul piano borsistico in Europa nessuno, per ora, tiene testa alla società fondata dal vulcanico Elon Musk. Bmw perde poco più del 20% da inizio anno, la peggiore invece è Renault che lascia sul terreno quasi il 50%. In entrambe i casi le valutazioni non raggiungono neanche la metà del fatturato, mentre Tesla sfiora le 10 volte. La concorrenza non ha tardato a farsi sentire. La startup Rivian, supportata da Amazon e Ford Motor, mira a mettere in produzione un pick-up elettrico e SUV nel 2021, e ha ulteriormente potenziato la sua cassa con un round di finanziamento da 2,5 miliardi di dollari guidato da T Rowe Price e Blackrock. Una notizia che segue la recente quotazione in Borsa di Nikola, che punta invece al mercato dei veicoli commerciali. Società in cui ha messo lo zampino, con una partecipazione di poco inferiore al 10%,
Cnh, società controllata dalla holding Exor della famiglia Agnelli, cugina quindi di Fca. Cnh ha realizzato un joint venture nei veicoli elettrici/celle a combustibile per i camion pesanti. Per Fca la sfida all’auto del futuro passa sia dall’alleanza con Peugeot che da quella con Enel.
La ragione
La ragione è semplice: in Europa, nei primi tre mesi dell’anno, mentre le immatricolazioni totali di autoveicoli hanno registrato un forte calo, le auto elettriche ed ibride non hanno subito la contrazione del mercato. Fca ha già avviato un piano per l’elettrificazione di tutta la gamma Made in Italy di prodotti e processi per la mobilità elettrica. L’iniziativa coinvolge tutti gli stabilimenti impegnati nella trasformazione tecnologica all’interno di un piano che prevede un totale di investimenti in Italia pari a più di 5 miliardi nel 2019-2022.
Il mercato tuttavia non sconta ancora nei prezzi questa prospettiva: da inizio anno la flessione in Borsa è del 32%, in linea con quella della promessa sposa Peugeot. Banca Imi ha da poco confermato il giudizio buy e il prezzo obiettivo a 9,4 euro dopo la notizia che tra aprile e giugno Fca ha conquistato la posizione di leader in Sud America con una quota di mercato complessiva del 15,9%, con un 19,8% in Brasile e annunciato l’intenzione di rafforzare ulteriormente la collaborazione con Enel X per l’implementazione di un’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici. Per Peugeot la strategia è impostata alla convergenza con il Lingotto. Con l’arrivo degli incentivi per l’acquisto delle auto previsti dell’ultimo maxi decreto del governo italiano proverà a rilanciare le immatricolazioni della gamma Lev, 100% elettrico e ibrido, offrendo, in esclusiva, una serie di servizi di Enel-x, comprendente, una card per ricaricare i veicolo sulle colonnine pubbliche.