L'Economia

Borse Europa, verrà l’ora delle banche

Istituti di credito e assicurazi­oni sono tra i settori con valutazion­i più interessan­ti, secondo Morgan Stanley

- Di Gabriele Petruccian­i

La crescita dei mercati sviluppati potrebbe tornare ai livelli pre-crisi entro la fine del 2021. Parola di Morgan Stanley che, nel suo Global Outlook di metà anno, parla di una ripresa economica più normale del previsto, nonostante l’entità della devastazio­ne economica e la perdita record dei posti di lavoro.

«Un tempo di ripresa di otto trimestri che è circa il doppio di quella che ha seguito la crisi finanziari­a globale del 2007-2008, ma molto simile a quella post recessione del 1973 e del 1981», spiega Andrew Sheets, managing director, head of cross asset strategy di Morgan Stanley, secondo cui è sbagliata l’idea che quella attuale sia una crisi senza precedenti. Anzi, Sheets è convinto che il mercato stia sottovalut­ando le capacità di recupero dell’economia, e questo sta creando delle opportunit­à interessan­ti, che possono essere colte attraverso una rotazione verso il value e i titoli più ciclici: «Anche se oggi i guadagni appaiono modesti, i fondamenta­li, le valutazion­i e i fattori tecnici sono tutti a favore di una rotazione verso le società che normalment­e traggono beneficio dalle fasi iniziali del ciclo economico, in particolar­e negli Stati Uniti». Su queste basi, l’esperto di Morgan Stanley vede un futuro roseo per i mercati azionari. Tant’è che la banca d’affari americana ha recentemen­te alzato le sue stime, prevedendo per giugno 2021 un S&P 500 a quota 3.350, in rialzo del 12% sui livelli attuali (dati aggiornati allo scorso 11 giugno) e un Msci Europe a 1.580 punti (+10%).

Il quadro

La nuova normalità sembra essere un valido alleato dei mercati, almeno nel breve termine: «Il recente rialzo delle azioni è stato supportato dalle attese positive sul ritmo della ripresa globale, nonché dai programmi di quantitati­ve easing varati dalle banche centrali — fa notare Sheets —. Consideran­do la netta ripresa dei p/e (rapporto tra prezzo di borsa e utili, ndr) e guardando ai prossimi 12 mesi, vediamo gli indici di mercato su livelli più alti rispetto alle precedenti stime, in particolar­e nei mercati sviluppati».

Nello specifico, Morgan Stanley ha alzato le stime sugli indici di borsa dei Paesi core del 12-20%, sull’ipotesi di un’ulteriore crescita degli utili e di valutazion­i più elevate. Secondo l’esperto di Morgan Stanley, il nuovo ciclo di mercato negli Usa, unito a una politica fiscale attiva, potrebbe la tanto attesa rotazione di portafogli­o, che negli Stati Uniti avvantagge­rà soprattutt­o le small cap e i titoli ciclici.

«Siamo convinti che l’economia vivrà una ripresa a V, che è esattament­e ciò che il mercato azionario sta prefiguran­do — puntualizz­a Sheets —. Sull’s&p500, i nostri obiettivi a 12 mesi sono aumentati a 3.700 euro in caso di uno scenario rialzista, a 3.350 nello scenario base e a 2.900 in caso di uno scenario ribassista. A livello settoriale, siamo sovrappesa­ti su finanziari, industrial­i, materials e healthcare, mentre stiamo sottopesan­do la tecnologia e le utility»

Chez nous

Anche in Europa una risposta fiscafavor­ire le coordinata e più forte (e il Recovery Fund potrebbe andare proprio in questa direzione) dovrebbe far diminuire nel tempo i timori persistent­i di una rottura dell’eurozona, a tutto vantaggio dei mercati.

«Dopo anni di sottoperfo­rmance sia dell’economia sia delle azioni europee, le valutazion­i oggi appaiono interessan­ti — suggerisce Sheets —. Questo, nell’ipotesi che la politica proceda secondo le attese, dovrebbe creare una base per un periodo di performanc­e più forti. Le nostre stime sulla crescita dell’utile per azione sono aumentate del 5% nel 2021 e nel 2022, con il p/e atteso salito a 17, il massimo a 10 anni. Crediamo che i titoli value saranno protagonis­ti in Europa di un periodo di risultati importanti. Nei nostri portafogli stiamo sovrappesa­ndo banche, assicurazi­oni e finanziari in generale, mentre stiamo sottopesan­do i settori ciclici più costosi, come i beni di lusso, che presentano un elevato rischio di abbassamen­to delle valutazion­i», conclude.

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Sheets, managing director, head of cross asset strategy di Morgan Stanley
Analista Andrew Sheets, managing director, head of cross asset strategy di Morgan Stanley

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