L'Economia

La Santa Sede vacante vale una fortuna

- Umberto Reano

L’asta di numismatic­a, da Nomisma

La doppia Sede vacante del 1978 che portò dapprima all’elezione di papa Luciani e poco dopo a quella di papa Wojtyla, non è stata la sola nella storia del Papato. Nel 1590, scomparso Sisto V, in una Roma colpita da pestilenze e carestia, il 15 settembre venne eletto Urbano VII, tredici giorni dopo stroncato dalla malaria. Il Conclave tornò quindi a riunirsi eleggendo il vescovo di Cremona, Gregorio XIV al quale, l’anno dopo, successe Innocenzo IX. Di una delle due Sedi vacanti del 1590, non si sa bene se della prima o della seconda, fa memoria una splendida quadrupla, la prima battuta a Roma. Tenuto anche conto del fatto che la seconda Sede vacante si protrasse per poco meno di due mesi, è ragionevol­e supporre che la rarissima moneta faccia riferiment­o a questo periodo. Il conio, che al diritto raffigura lo stemma del camerlengo Enrico Caetani e al rovescio San Pietro che, guidato da un angelo esce dal carcere, non risulta — questa l’assicurazi­one della casa d’aste sammarines­e Nomisma (www.nomismaweb.com) — abbia avuto fino ad ora passaggi in vendita pubblica. Sessantami­la euro, la stima.

L’incanto del 15 e 16 settembre propone altre preziose monete a tema religioso. È il caso di alcuni coni dell’officina monetaria di Lucca, una delle più longeve e tra le prime dell’italia Settentrio­nale ad adottare per le proprie monete un motivo iconografi­co. Il Volto Santo, assurto a simbolo identitari­o della città, nel Duecento approdato sui grossi d’argento. E in seguito alle monete d’oro. Come il mezzo ducato repubblica­no con sigla «E». La piccola moneta (pesa 1,70 grammi), nota in pochissimi esemplari, vedrà alzarsi la palette da 15 mila euro.

Con 800 euro sarà possibile concorrere all’assegnazio­ne dello scudo d’oro senza data, pesante 3,36 grammi, mentre per lo scudo d’oro anch’esso senza data ma con sigla «G P» e punti in mezzo alla corona del Volto Santo — forse moneta unica — servono almeno 2 mila euro. Restando in tema, merita attenzione la doppia di Modena mandata a battere nel 1632 da Francesco I d’este, inusualmen­te ritratto al diritto col collare alla spagnola, mentre il rovescio mostra la Madonna della Ghiara, in origine dipinta sul muro che delimitava l’orto del convento dei frati serviti e da tempo conservata nella Basilica di Reggio Emilia a lei dedicata. In questo caso la stima è fissata in 25 mila euro. Con 4 mila euro è possibile fare la prima offerta per una quadrupla dello stesso signore d’este dal naso piuttosto pronunciat­o. Partenza più elevata della vendita per l’aureo da 20 lire del 1910 col profilo di Vittorio Emanuele III da un lato e dall’altro lato l’italia rurale, che per una lieve differenza nel titolo venne rifuso. Sei esemplari si salvarono. In questo caso le offerte partiranno da 120 mila euro.

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La moneta d’oro dedicata alla Santa Sede vacante. È una «quadrupla» del 1590, offerta in asta da Nomisma a 60 mila euro
1590 La moneta d’oro dedicata alla Santa Sede vacante. È una «quadrupla» del 1590, offerta in asta da Nomisma a 60 mila euro

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