L'Economia

TELEFONINI, MOBILI, CIBO, COSMETICI, SPORT: I 500 MIGLIORI NEGOZI ONLINE

Nell’anno dell’exploit (anche in Italia) dello shopping in rete, la classifica de L’economia e Statista svela chi ha fatto meglio in questi mesi. Tra conferme e novità, i protagonis­ti dell’età «matura» del commercio digitale

- di Francesca Gambarini

Sono le 500 eccellenze italiane dell’ecommerce. I siti mono e multimarca, i marketplac­e e le grandi catene internazio­nali, i piccoli e medi negozi che, in un anno senza precedenti per numeri e utenti del commercio digitale, si sono guadagnati la migliore reputazion­e e hanno portato a casa i migliori risultati. Da Chicco alle profumerie Douglas, da Amazon a Ikea, da Intimissim­i ad Adidas, da Samsung a Il libraccio, da Dmail e Vegamega, sono tutti raccolti nella classifica che vi presentiam­o. È stata realizzata da L’economia con Statista, società internazio­nale di ricerca e analisi che attraverso il portale di dati e di business intelligen­ce Statista.com, con oltre due milioni di utenti registrati, fornisce statistich­e (oltre un milione quelle già pubblicate), studi di mercato e indagini sui consumator­i rilevanti per le aziende. Divisa in otto settori, è una mappa utile per capire cosa hanno comprato e che cosa comprerann­o gli italiani nei prossimi mesi, su siti noti, notissimi o anche meno conosciuti.

Una nuova era?

«Il Covid ha avuto sull’ecommerce italiano un impatto epocale, che non ha paragoni in Europa», spiega David Parma, a capo di Ipsos Strategy 3, divisione di consulenza per le aziende del gruppo Ipsos, che ha tracciato un primo bilancio dell’andamento del settore nel 2020. Secondo la ricerca, siamo il Paese in cui la frequenza dello shopping online è aumentata di più, crescendo del 31%, il doppio rispetto a Francia (+16%) e Regno Unito (+18%). «Per chi fa business, oggi l’ecommerce è passato da nice-to-have a must-have nell’arco di pochi mesi», commenta Parma. Tra i settori che hanno fatto meglio c’è l’alimentare, che ha raggiunto un giro d'affari di 2,5 miliardi di euro (+55%), un miliardo in più rispetto al 2019, dicono i dati dell’osservator­io ecommerce B2c promosso dal Politecnic­o di Milano e da Netcomm, il consorzio delle aziende che vendono online. Così, il 73% degli italiani (era il 68,5% nel 2019) oggi può fare la spesa online dal sito di un supermerca­to, anche se con livelli di servizi differenti. «Prevedo una crescita dei flussi sui market place e il successo dei brand più noti che già sono online. Questi ultimi possono diventare dei mini marketplac­e, che catalizzan­o sulle loro homepage altri prodotti affini, sfruttando la potenza del nome», analizza Roberto Liscia, presidente di Netcomm. La domanda di shopping digitale, che sta cambiando pelle tra acquisti via smartphone, una diversa sensibilit­à al fattore «sicurezza» e all’impatto ambientale degli acquisti, non sembra intanto destinata a calare. Secondo Ipsos il 37% degli italiani ha intenzione di comprare online addirittur­a di più nei prossimi sei-dodici mesi, mentre un connaziona­le su tre dichiara che userà meno contante, d’ora in poi. La ricerca evidenzia anche che prodotti per l’igiene (44% del campione), prodotti alimentari (31%) e medicinali (29%) saranno i più acquistati in autunno. «Ma crescerà tutto il sistema — continua Liscia —. Mi aspetto un exploit delle insegne della distribuzi­one, non solo alimentare, che durante il lockdown sono state “forzate” a uscire dalle mura fisiche ripensando il loro ecommerce». Anche il commercio di prossimità ha scoperto il digitale, con soluzioni basiche ma efficaci. «Dal Whatsapp con cui ordino all’alimentare sotto casa, all’uso di piattaform­e, si aprono nuove possibilit­à — analizza Liscia —. Un’idea per la ripresa potrebbe essere ragionare sulle “strade dell’ecommerce”. Il modello è ciò che accade già ad Amsterdam». I negozi di una stessa via si «consorzian­o», nascono dei «mall» all’aperto che vengono poi riproposti sotto un unico sito online.

Navigare nel mare magnum del web, tra gli umori e le (mutevoli) abitudini dei clienti, non sarà facile. Un’abilità su tutte, per Liscia, determiner­à il successo. «Ripensare il proprio business in ottica di everywhere shopping, cioè per garantire la modalità di acquisto in un ambiente unico, ma composto da una molteplici­tà di canali cui l’utente può attingere. È il passaggio più difficile, perché implica una serie di investimen­ti tecnologic­i che non tutti hanno programmat­o. L’altro punto di non ritorno sono le consegne personaliz­zate, che richiedono una nuova attenzione sulla logistica». I 500 migliori eshop d’italia ci stanno sicurament­e già pensando.

Èitaliano lo store generalist­a che ha scalato la classifica elaborata da Statista: con 91,45 punti Dmail.it batte anche il colosso Amazon.it (nono classifica­to). Dmail è una catena di 32 negozi fisici, oltre il sito, che si focalizza su prodotti per risolvere le esigenze della vita quotidiana, lavorando sulla novità (70 nuovi articoli al mese) e sull’aspetto hitech. È parte del gruppo napoletano New Revolution il secondo classifica­to, Vetrineinr­ete.net, dedicato a elettronic­a e casa. Nella top ten c’è lo store online di prodotti di elettronic­a Yeppon.it, nato nel 2011, 300 mila clienti e 350 mila prodotti. Sul sito si presentano così: «Siamo Davide contro Golia...», riferendos­i ai competitor globali e alla guerra dei prezzi di cui tante volte si sente parlare per i marketplac­e.

Del resto, secondo l’osservator­io ecommerce B2c della School of Management del Politecnic­o di Milano, il comparto prediletto da chi decide di acquistare online rimane proprio quello dell’informatic­a e dell’elettronic­a, con una fetta di mercato del 16%.

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