TELEFONINI, MOBILI, CIBO, COSMETICI, SPORT: I 500 MIGLIORI NEGOZI ONLINE
Nell’anno dell’exploit (anche in Italia) dello shopping in rete, la classifica de L’economia e Statista svela chi ha fatto meglio in questi mesi. Tra conferme e novità, i protagonisti dell’età «matura» del commercio digitale
Sono le 500 eccellenze italiane dell’ecommerce. I siti mono e multimarca, i marketplace e le grandi catene internazionali, i piccoli e medi negozi che, in un anno senza precedenti per numeri e utenti del commercio digitale, si sono guadagnati la migliore reputazione e hanno portato a casa i migliori risultati. Da Chicco alle profumerie Douglas, da Amazon a Ikea, da Intimissimi ad Adidas, da Samsung a Il libraccio, da Dmail e Vegamega, sono tutti raccolti nella classifica che vi presentiamo. È stata realizzata da L’economia con Statista, società internazionale di ricerca e analisi che attraverso il portale di dati e di business intelligence Statista.com, con oltre due milioni di utenti registrati, fornisce statistiche (oltre un milione quelle già pubblicate), studi di mercato e indagini sui consumatori rilevanti per le aziende. Divisa in otto settori, è una mappa utile per capire cosa hanno comprato e che cosa compreranno gli italiani nei prossimi mesi, su siti noti, notissimi o anche meno conosciuti.
Una nuova era?
«Il Covid ha avuto sull’ecommerce italiano un impatto epocale, che non ha paragoni in Europa», spiega David Parma, a capo di Ipsos Strategy 3, divisione di consulenza per le aziende del gruppo Ipsos, che ha tracciato un primo bilancio dell’andamento del settore nel 2020. Secondo la ricerca, siamo il Paese in cui la frequenza dello shopping online è aumentata di più, crescendo del 31%, il doppio rispetto a Francia (+16%) e Regno Unito (+18%). «Per chi fa business, oggi l’ecommerce è passato da nice-to-have a must-have nell’arco di pochi mesi», commenta Parma. Tra i settori che hanno fatto meglio c’è l’alimentare, che ha raggiunto un giro d'affari di 2,5 miliardi di euro (+55%), un miliardo in più rispetto al 2019, dicono i dati dell’osservatorio ecommerce B2c promosso dal Politecnico di Milano e da Netcomm, il consorzio delle aziende che vendono online. Così, il 73% degli italiani (era il 68,5% nel 2019) oggi può fare la spesa online dal sito di un supermercato, anche se con livelli di servizi differenti. «Prevedo una crescita dei flussi sui market place e il successo dei brand più noti che già sono online. Questi ultimi possono diventare dei mini marketplace, che catalizzano sulle loro homepage altri prodotti affini, sfruttando la potenza del nome», analizza Roberto Liscia, presidente di Netcomm. La domanda di shopping digitale, che sta cambiando pelle tra acquisti via smartphone, una diversa sensibilità al fattore «sicurezza» e all’impatto ambientale degli acquisti, non sembra intanto destinata a calare. Secondo Ipsos il 37% degli italiani ha intenzione di comprare online addirittura di più nei prossimi sei-dodici mesi, mentre un connazionale su tre dichiara che userà meno contante, d’ora in poi. La ricerca evidenzia anche che prodotti per l’igiene (44% del campione), prodotti alimentari (31%) e medicinali (29%) saranno i più acquistati in autunno. «Ma crescerà tutto il sistema — continua Liscia —. Mi aspetto un exploit delle insegne della distribuzione, non solo alimentare, che durante il lockdown sono state “forzate” a uscire dalle mura fisiche ripensando il loro ecommerce». Anche il commercio di prossimità ha scoperto il digitale, con soluzioni basiche ma efficaci. «Dal Whatsapp con cui ordino all’alimentare sotto casa, all’uso di piattaforme, si aprono nuove possibilità — analizza Liscia —. Un’idea per la ripresa potrebbe essere ragionare sulle “strade dell’ecommerce”. Il modello è ciò che accade già ad Amsterdam». I negozi di una stessa via si «consorziano», nascono dei «mall» all’aperto che vengono poi riproposti sotto un unico sito online.
Navigare nel mare magnum del web, tra gli umori e le (mutevoli) abitudini dei clienti, non sarà facile. Un’abilità su tutte, per Liscia, determinerà il successo. «Ripensare il proprio business in ottica di everywhere shopping, cioè per garantire la modalità di acquisto in un ambiente unico, ma composto da una molteplicità di canali cui l’utente può attingere. È il passaggio più difficile, perché implica una serie di investimenti tecnologici che non tutti hanno programmato. L’altro punto di non ritorno sono le consegne personalizzate, che richiedono una nuova attenzione sulla logistica». I 500 migliori eshop d’italia ci stanno sicuramente già pensando.
Èitaliano lo store generalista che ha scalato la classifica elaborata da Statista: con 91,45 punti Dmail.it batte anche il colosso Amazon.it (nono classificato). Dmail è una catena di 32 negozi fisici, oltre il sito, che si focalizza su prodotti per risolvere le esigenze della vita quotidiana, lavorando sulla novità (70 nuovi articoli al mese) e sull’aspetto hitech. È parte del gruppo napoletano New Revolution il secondo classificato, Vetrineinrete.net, dedicato a elettronica e casa. Nella top ten c’è lo store online di prodotti di elettronica Yeppon.it, nato nel 2011, 300 mila clienti e 350 mila prodotti. Sul sito si presentano così: «Siamo Davide contro Golia...», riferendosi ai competitor globali e alla guerra dei prezzi di cui tante volte si sente parlare per i marketplace.
Del resto, secondo l’osservatorio ecommerce B2c della School of Management del Politecnico di Milano, il comparto prediletto da chi decide di acquistare online rimane proprio quello dell’informatica e dell’elettronica, con una fetta di mercato del 16%.