L'Economia

Inspired, istruzione modello Milano

- Di Francesca Gambarini

Il gruppo globale dell’educazione privata in Italia è presente in sei città e ha investito 150 milioni in 4 anni. Il ceo Nsouli: «Da voi i migliori risultati d’europa. Le scuole internazio­nali fanno bene al Paese». Anche per ripartire dopo il Covid

Contare su un mercato globale è stato un vantaggio per molti business, nei mesi dell’emergenza sanitaria e del lockdown. Ha fatto tesoro della sua rete, estesa sui cinque continenti, anche il gruppo di scuole internazio­nali private Inspired, 64 istituti nei cinque continenti, presente in Italia in sei città e con varie sedi a Milano.

«Essere un grande gruppo si è rivelato un vantaggio strategico», spiega Nadim Nsouli, che nel 2013 ha fondato e oggi guida la multinazio­nale della formazione dove si studia seguendo il programma IB (Internatio­nal Baccalaure­ate, per bambini e ragazzi dall’asilo ai 18 anni), 600 milioni di ricavi e 49 mila studenti. A febbraio, il Vietnam è stato il primo Paese a chiudere le aule. Poi è arrivata la decisione del governo italiano, a cui si è accodata la Spagna. Così, quello che era stato fatto in Asia per trasformar­e la didattica in presenza in lezioni digitali, diventava prezioso anche nel Vecchio Continente. «Abbiamo sviluppato protocolli per la salute e la sicurezza, e programmi ibridi basati sulle best practice globali, che abbiamo implementa­to in tutte le nostre scuole, riuscendo così, allo stesso tempo, ad accogliere gli studenti in classe e permettend­o a chi deve connetters­i virtualmen­te di poterlo fare — prosegue il fondatore —. Stiamo lavorando per lanciare una scuola al 100% digitale, il King’s College Online, basato sul British curriculum, per gli studenti dai 7 ai 13 anni: data la crisi, ne abbiamo velocizzat­o la realizzazi­one, così raggiunger­emo gli studenti nei Paesi dove oggi non siamo fisicament­e presenti».

Campus e azionisti

Nsouli sa che la crisi non può essere considerat­a un capitolo chiuso definitiva­mente. «Ma adesso abbiamo tutti i protocolli per continuare i programmi e aiutare i nostri studenti a raggiunger­e il massimo dei risultati — riflette —. Quando mi chiedono quali sono i rischi di un settore come il mio, rispondo: davvero pochi. Il focus principale in ogni famiglia sono i figli e la loro educazione. La scuola è una branca resiliente e con una valenza sociale: nella maggior parte dei Paesi, dall’africa all’america Latina, se vuoi il meglio per i tuoi figli, devi mandarli in una scuola privata».

In Italia Inspired ha messo radici nel 2016, quando ha acquisito dal fondo Hig Capital la Internatio­nal School of Europe e, in seguito, la St. Louis School, a Milano. Il primo passo di una strategia che ha portato il gruppo a fare della penisola uno dei fiori all’occhiello del suo network, anche grazie a 150 milioni di euro di investimen­ti.

Tra questi, oltre le acquisizio­ni, ci sono progetti come il nuovo campus di Siena (su terreni ceduti dalla multinazio­nale farmaceuti­ca Gsk), due convitti, a Milano, che a oggi ospitano 67 ragazzi dai 14 ai 18 anni, uno alla Internatio­nal School of Milan e uno alla St. Louis, una mensa e un’area teatrale a Modena, nuovi spazi per lo sport a Monza e il rinnovo del campus di Caviglia.

«Quando ho iniziato, cercavo investitor­i a lungo termine, perché è l’unico modo per approcciar­e il settore. Oggi abbiamo investitor­i ad alta capitalizz­azione come Gic, il fondo sovrano di Singapore, i private equity statuniten­si Warburg Pincus e Ta Associates, Graeme Crawford Trusts e family office come la famiglia Oppenheime­r in Sudafrica e il gruppo Mansour». Il fondo Oakley capital (lo stesso che nel 2019 è entrato nell’azienda di design Alessi e ha quote anche nel portale Casa.it) è stato tra i primi investitor­i di Inspired e ha di recente venduto le sue quote a Gic. «Sono tutti azionisti di minoranza (Inspired è controllat­o dal trust di Nsouli, NMN Cap), questo mi permette di prendere decisioni veloci nel momento in cui ci espandiamo nel mondo». Prima di fondare Inspired, Nsouli è stato partner di Providence, lo stesso fondo di equity che aveva investito in Italia nel gruppo Galileo Global Education e che ora ha ceduto le quote a un nuovo consorzio di investitor­i istituzion­ali pubblici e privati (tra cui Canada Pension Plan Investment­s e Montagu). Altra conferma che l’istruzione richiede impegni a lungo termine. La scelta di Nsouli di fare di Milano l’hub dell’educazione in lingua inglese in Italia, così come un avamposto nel Vecchio Continente per il gruppo non sorprende, data la vocazione internazio­nale della città. E potrebbe rivelarsi una carta vincente anche nei piani di rilancio del post Covid. «Le scuole di Milano sono tra quelle con i migliori risultati in Europa», ricorda il ceo. E, adesso, sono diventate attrattive anche per molte famiglie italiane. «Si è capita l’importanza di essere pienamente bilingui e di una formazione internazio­nale, nella costruzion­e di una carriera all’estero», dice Nsouli.

Oggi il business dell’educazione premium è in crescita in tutto il mondo, non solo nei Paesi emergenti. «Oltre alla consapevol­ezza che una formazione internazio­nale è un volano per realizzars­i al meglio — spiega Nsouli —, non va dimenticat­o che tanti governi, in ogni parte del mondo, tagliano il budget per l’educazione pubblica, il che significa: strutture vecchie e classi sovraffoll­ate. Gli stessi governi sanno anche che avere scuole di caratura internazio­nale fa bene al sistema Paese. Con Brexit, io stesso sto pensando di spostarmi da Londra. L’italia è sicurament­e una meta che in molti stanno consideran­do, perché i dirigenti potranno iscrivere i loro figli in scuole premium e globali, che offrono un’educazione olistica».

 ??  ??
 ??  ?? Volti Nadim Nsouli, fondatore, ceo e presidente di Inspired, gruppo internazio­nale dell’educazione dai 2 ai 18 anni
Volti Nadim Nsouli, fondatore, ceo e presidente di Inspired, gruppo internazio­nale dell’educazione dai 2 ai 18 anni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy