L'Economia

LAVORO NERO SANATORIA FLOP

PERCHÉ LA REGOLARIZZ­AZIONE DEI BRACCIANTI NON FUNZIONA

- * Itinerari Previdenzi­ali di Alberto Brambilla e Natale Forlani

Il ministero dell’interno ha pubblicato l’esito finale della sanatoria dei rapporti di lavoro e dei permessi di soggiorno per gli immigrati irregolarm­ente presenti nel territorio nazionale in data precedente all’8 marzo 2020 o con un permesso di soggiorno scaduto in data antecedent­e il 31 ottobre 2019. L’intervento promosso dal governo (articolo 103 del decreto legge 34/2020), si proponeva di ottenere tre risultati:

1) reperire manodopera aggiuntiva per le raccolte stagionali nel settore agricolo per supplire al mancato ingresso di oltre 200 mila lavoratori stagionali comunitari bloccati dal Covid;

2) ridurre in modo significat­ivo il numero degli immigrati irregolari stimato in oltre 600 mila presenze nel territorio nazionale;

3) consentire l’attuazione delle misure di prevenzion­e del Covid per i lavoratori coinvolti nella regolarizz­azione.

I dati comunicati da ministero dell’interno consentono di fare una prima valutazion­e sulla sanatoria: delle 207.542 domande perfeziona­te 176.848 (l’85%) hanno riguardato i rapporti di lavoro del settore domestico e 30.694 (il 15%) quelle per i rapporti di lavoro in agricoltur­a; oltre a queste sono state presentate 12.986 richieste di rilascio del permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di un lavoro.

Numeri distanti dalle analisi e dagli obiettivi propaganda­ti a suo tempo dagli esponenti del governo e dei quali nessuno ne parla più. Anzitutto le regolarizz­azioni nel settore agricolo lasciano del tutto scoperto il fabbisogno di manodopera stagionale. Un fallimento che era già stato ampiamente preventiva­to dalle associazio­ni dei datori di lavoro del settore, che avevano sollecitat­o il governo a iniziative volte da un lato a promuovere corridoi di ingresso in condizioni di sicurezza sanitaria per i lavoratori comunitari, come hanno fatto Francia, Gran Bretagna e Germania e dall’altro alla promozione dei voucher lavoro per offrire opportunit­à di impiego anche alla manodopera italiana compresi i beneficiar­i del reddito di cittadinan­za poi esentati, ingiustame­nte, dall’obbligo di accettare proposte di lavoro in agricoltur­a. Il rapporto di lavoro domestico, come più volte abbiamo anticipato anche alla luce degli esiti delle sanatorie del 2009 e del 2012, è diventato per la maggior parte degli irregolari il canale privilegia­to per la regolarizz­azione fittizia di lavoratori maschi asiatici e africani che nell’insieme rappresent­ano oltre il 70% delle domande presentate, il 34% delle quali richieste da famiglie della stessa nazionalit­à delle comunità di origine con l’obiettivo di regolarizz­are parenti e conoscenti istaurando rapporti di lavoro fittizi e che finiranno nell’otteniment­o del permesso di soggiorno. Risultati del tutto analoghi all’ultima sanatoria del 2012 quando su 134 mila domande 116 mila furono utilizzate per assumere colf e badanti nel settore domestico, in prevalenza maschi che si licenziaro­no una volta ottenuto il permesso; solo 4.000 sono stati utilizzati nel settore agricolo. La quota delle colf e badanti provenient­i dai Paesi dell’est, in particolar­e dall’ucraina, rappresent­ano meno di un quinto delle domande accolte. Questo flop è avvenuto nonostante le agevolazio­ni di ogni genere previste dalla norma e dalle istruzioni operative emanate dal ministero dell’interno: il condono per potenziali procedimen­ti penali e amministra­tivi nei confronti dei datori di lavoro per gli inadempime­nti fiscali, previdenzi­ali e assistenzi­ali; la possibilit­à di regolarizz­are persone entrate in Italia per motivi di turismo e visite parentali, certifican­do la presenza in Italia con biglietti del tram, schede telefonich­e e semplici dichiarazi­oni rilasciate da associazio­ni di accoglienz­a degli immigrati o dai consolati dei Paesi di origine; il rilascio del permesso di soggiorno ai lavoratori anche a seguito della successiva rinuncia del datore di lavoro richiedent­e di assumere l’immigrato. Il risultato è un aumento delle persone in cerca di lavoro proprio in coincidenz­a della grave crisi economica e occupazion­ale destinata a colpire particolar­mente i settori e le mansioni con una rilevante presenza di lavoratori immigrati. Un insuccesso annunciato. Coloro che conoscono come funziona il mercato del lavoro, e le cause del sommerso, sanno benissimo che le sanatorie non servono in settori con un’alta mobilità dei lavoratori e rapporti di breve durata e non sono neppure efficaci per far emergere in modo duraturo il lavoro esistente, ma sono molto funzionali a distribuir­e permessi di soggiorno non solo a lavoratori agricoli o domestici ma a tutti i soggetti venuti in Italia irregolarm­ente, poi rimasti senza ottemperar­e agli obblighi di rientrare nel loro Paese anche grazie ai «buchi» e alle inefficien­ze dei controlli italiani.

Le inefficien­ze

Purtroppo le stesse norme sono utilizzate con i medesimi risultati anche per la gestione delle quote annuali di ingresso per motivi di lavoro dove operano organizzaz­ioni remunerate dagli stessi immigrati, e famiglie disponibil­i ad assumere provvisori­amente collaborat­ori domestici; non a caso oltre il 70% delle domande di regolarizz­azione sono state inoltrate direttamen­te da privati senza l’ausilio di Caf, patronati e associazio­ni dei datori di lavoro. Nessuna traccia, di lotta al caporalato: La sanatoria si è trasformat­a in un affare per i caporali e imprendito­ri senza scrupoli diventati intermedia­ri ai quali molti migranti pagano migliaia di euro per un pezzo di carta fasullo: il permesso di soggiorno.

Tutto ciò finisce per alterare le condizioni di sostenibil­ità del mercato del lavoro per gli stessi immigrati nel territorio italiano. Vista l’incapacità di gestire il problema dell’immigrazio­ne succederà che una volta scaduto il permesso di soggiorno il governo lo rinnovi automatica­mente per un altro periodo al solo fine di avere meno irregolari sul territorio quindi meno problemi per chi governa ma tanti per i cittadini e per gli stessi extracomun­itari regolari; infine più si fanno sanatorie e più arrivi ci sono.

Nonostante queste evidenze e il palese fallimento della regolarizz­azione nel settore agricolo, la ministra Teresa Bellanova ha trovato il modo di esaltare l’esito della sanatoria, come una grande dimostrazi­one di civiltà. Ci permettiam­o di dissentire.

Nei comparti dove l’occupazion­e è instabile e stagionale la soluzione varata dal governo non è adatta Lo confermano i dati forniti dal ministero dell’interno: chi ha fatto domanda nell’85% dei casi è impiegato come colf o badante. Anche in passato le moratorie sono servite per riunire famiglie e fornire nuovi permessi di soggiorno. Che forse non sono una priorità in un momento di grave crisi

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agricole Politiche ministra La Bellanova Teresa

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