I NUMERI GIUSTI PER FARE BUSINESS MILANO RACCONTA
Un unico portale per i dati, è l’obiettivo della giunta Sala per continuare a sostenere le piccole imprese sotto Covid. Roberta Cocco, assessore al digitale, spiega come si farà. L’esperienza del lockdown
Milano, 15 maggio 2020: la fase 2 è iniziata da 11 giorni, i casi noti e complessivi di persone che hanno contratto il virus Sars-cov-2 sono 223.885 e i morti 31.610. Bisogna provare a ripartire, ma i numeri impongono di farlo in sicurezza. Il Consiglio comunale approva l’ampliamento delle occupazioni di suolo pubblico temporanee per bar e ristoranti che vogliono tornare ad accogliere i clienti rispettando le disposizioni sul distanziamento e sugli accessi contingentati. La delibera prevede che le richieste vengano presentate per via telematica e autorizzate nel giro di 15 giorni. Come ci si arriva? Con l’ausilio dei dati.
«Si parla molto di dati, ma serve concretezza. Quando prendi delle decisioni non puoi prescindere dall’intuito umano, che non è sostituibile, ma puoi attingere a informazioni correte e verificabili che ti aiutino a indirizzare l’intuito. È quello che stiamo facendo», spiega a L’economia l’assessora di Milano alla Trasformazione digitale, Roberta Cocco, mostrando per la prima volta l’approccio data driven adottato gradualmente dall’insediamento della giunta di quattro anni fa. Siamo sotto l’ampio cappello della digitalizzazione della pubblica amministrazione, che è il primo obiettivo del Piano di rilancio del governo per far ripartire il Paese con i 209 miliardi del Recovery Fund.
Cinquantamila metri in più
Nel caso delle concessioni del suolo pubblico milanese, sono state elaborate 3.300 mila richieste e assegnati circa 58 mila metri quadrati di spazi incrociando le informazioni della direzione del commercio, che ha i dati degli esercenti; della direzione di urbanistica, che ha i dati delle strade degli spazi; e sincronizzandole con la verifica delle domande ricevute in forma digitale. In un secondo momento è stato comunque necessario l’intervento di 150 addetti e funzionari comunali. «Il tempo medio per dare approvazioni di questo genere è di 90 giorni, ce ne abbiamo messi 15» dice Cocco con l’indice puntato sulla mappa pubblica navigabile delle occupazioni concesse sul geoportale del Comune.
Regia online
La visualizzazione delle informazioni è un fattore chiave: il sistema adottato dall’assessorato alla Trasformazione digitale si basa su dashboard sviluppate da personale interno che girano su una piattaforma di business intelligence. Questi cruscotti sono consultabile sia da desktop sia da mobile da un numero limitato di persone (giunta, direttori delle direzioni e direzione sistemi informativi). Come funziona: vengono individuati degli indicatori (key performance indicators) e i grafici e i temi che compongono il monitoraggio, che può servire per prendere decisioni o ad attivare sistemi di alert e analisi. Un altro esempio concreto: la dashboard Elimina code, una delle nove attualmente attive nella sezione dedicata all’assessorato alla Trasformazione digitale, che monitora i tempi di servizio agli sportelli delle varie delegazioni del Comune. I dati sono stati incrociati con quelli sui servizi erogati dall’anagrafe nelle diverse modalità (in loco o digitalmente. Dal 2017 la percentuale di certificati scaricata online è passata dal 55 all’82% ) e le conseguenti ottimizzazioni degli spazi fisici — per esempio la divisione degli spazi dedicati alla carta di identità da quelli dei servizi di stato civile — hanno portato «il tempo di attesa dall’ora e mezza del 2018 ai circa 20 minuti attuali», dice Cocco. Oppure: la dashboard sul wi-fi pubblico che fornisce lumi sui flussi persone. Dall’inizio del lockdown di marzo a luglio si è passati da 77.532 ore di connessione a a 54.469. Interessante notare come sia il totale delle ore sia la concentrazione nel Municipio 1, in centro, fossero diminuiti già in febbraio, quando la circolazione di turisti e professionisti iniziava a essere condizionata dalla pandemia. E ancora: la distribuzione dei buoni spesa assegnati dal governo e la gestione dei volontari che danno supporto agli over 65 si è basata sullo spaccato quasi in tempo reale (near real time il termine corretto) della composizione della popolazione incrociato con i dati sui collegamenti o gli esercizi commerciali.
Security
L’obiettivo su cui lavorare? «Offrire alla città un unico portale di dati che permetta di aiutare lo sviluppo di business». Cocco chiude sottolineando come sia fondamentale la «detenzione sicura dei dati. Basti pensare ai servizi civici: noi abbiamo i dati di tutti i cittadini milanesi e una delle responsabilità maggiori è proprio quella di proteggerli». A proposito dei rapporti con aziende terze, aggiunge: «Innanzitutto servono regole molto chiare e molto precise. Durante il lockdown abbiamo accolto la proposta di Facebook di mettere a disposizione un assistente virtuale attraverso Whatsapp: fatto 100 il tempo di sviluppo del progetto, il 20 per cento è stato dedicato allo sviluppo e l’80 a garantire che le richieste dei cittadini milanesi fatte tramite la chatbot fossero blindate e garantite. Si può fare, bisogna metterci tempo e competenze».
Con l’approccio data driven, i permessi per le concessioni del suolo pubblico cittadino dopo il lockdown sono stati elaborati in 15 giorni al posto dei 90 che servono di solito