Franco Morganti, un esempio di classe dirigente
Per molti giornalisti che seguono l’innovazione tecnologica Franco Morganti, morto nei giorni scorsi a 89 anni, è stato un maestro. Per i più fortunati anche un amico. La sua formazione e la sua esperienza facevano di lui un consulente preciso e rigoroso: gli studi al Collegio Ghislieri di Pavia, dove ebbe per compagni Franco Tatò e Marco Vitale; la laurea in ingegneria al Politecnico di Milano; e poi l’esperienza professionale in Olivetti; quella imprenditoriale con la fondazione di Metrel; la consulenza strategica con Reseau (insieme a François de Brabant ed altri grandi esperti) e con Databank Consulting.
Fu consigliere d’amministrazione della Stet e più avanti di Enel e Wind. Franco, insomma, era un lume prezioso per chi volesse leggere in modo indipendente i fatti delle telecomunicazioni, della tivù, di Internet. Faccio solo un esempio (non troppo noto) per spiegare il prestigio di cui godeva.
Oggi si torna a parlare di incroci tra televisione e telecomunicazioni. Ma il tema, per gli esperti, era già vivo fin dalla metà degli anni 90, quando il Telecom Act di Clintongore aprì la convergenza dei mercati in America e indicò una possibile strada anche all’europa.
Fu proprio in quel periodo che Fininvest chiese a Franco Morganti uno studio per valutare i pro e i contro di un suo ingresso in campo telefonico. Ma la sua sensibilità e il suo impegno civile facevano di lui anche un umanista della tecnologia, un analista sociale (sua l’espressione Sciur Brambilla) e un opinionista sulle pagine del Corriere. Franco non era un tecnico che si fermasse alla tecnica.
Di cultura riformista e liberal-democratica, voleva contribuire a migliorare le cose: e lo fece anche partecipando alle elezioni di Milano del 1993 insieme a Nando Dalla Chiesa. Se oggi tante persone lo rimpiangono è soprattutto perché vedono in lui l’esempio di classe dirigente (non solo politica) che oggi tanto ci manca: fatta di competenza, rigore e amore per il proprio Paese.
Quell’amore che a volte porta a vedere l’italia come un posto insopportabile.
Ex Olivetti e consigliere di Stet, Enel e Wind, era un lume prezioso per leggere i fatti di Internet, della tv, delle telecom Univa competenza, rigore, amore per l’italia