CYBER PIRATI, TORNADO (E VIRUS) PROTEZIONE 4.0 PER LE AZIENDE
Attacchi informatici simulati, sensori tech alle abitazioni, l’app per misurare il rischio Covid tra i dipendenti. Le strategie di Aon per mitigare i pericoli di una fase difficile. Il ceo per l’italia Vanin: le crisi vanno gestite, non subite
Dalla posizione numero 60 alla top ten mondiale. È il grande balzo in avanti compiuto, nel volgere di pochi mesi, del «rischio pandemico» e della «crisi sanitaria» nella percezione comune. Lo certifica il Global risk management survey, realizzato da Aon tra 2.600 intervistati in 60 Paesi. L’ultima edizione (biennale) del Grms era uscita lo scorso anno, ma l’impatto del coronavirus ha suggerito un nuovo sondaggio. «Perché il rischio va anzitutto misurato, conosciuto e quindi mitigato», spiega Enrico Vanin, ceo di Aon Italia e di Aon Hewitt risk consulting, la branch della multinazionale (Aon Plc) con sede a Londra e quotazione a Wall Street. Proprio questo è il loro business: consulenza nell’affrontare i pericoli sconosciuti e nell’intermediazione assicurativa e riassicurativa. Anche in questo settore la pandemia sta cambiando le regole del gioco. E alzando il prezzo da pagare per avere più sicurezza.
I tre fronti caldi
Il top manager parla di gestione olistica delle incognite. Che cosa significa? «Se trasferisco alle assicurazioni il 100% del rischio, questo viene prezzato verso l’alto e l’azienda finirà per pagare di più. Motivo per cui noi cerchiamo di far compartecipare al rischio anche l’assicurato, mettendolo nelle condizioni di ridurre le probabilità che ciò accada, attraverso l’implementazione di una serie di misure preventive». Oggi le aree di maggior pericolo vengono individuate su tre fronti: il cyber, la proprietà, la salute. Fino a vent’anni fa un’azienda proteggeva i capannoni, i macchinari per la produzione, i terreni. Insomma, stava in guardia rispetto al danno fisico. Invece oggi il pericolo, nell’82% dei casi, arriva a colpire la proprietà intellettuale, come i brevetti e il brand, oltre che i dati raccolti. «Subiscono attacchi hacker le aziende di ogni settore e dimensione — spiega Vanin —i ricatti sono di natura informatica, e si presentano con un’alta frequenza e un elevato impatto». La risposta che Aon mette in campo sta in una serie di iniziative, che vanno da assessment informatici fino a (finti) attacchi alle reti delle aziende, per testarne la resistenza. «Lo smart working ha portato milioni di persone a lavorare da remoto, allargando i possibili punti accesso fraudolento e ampliando le fragilità delle nostre imprese», aggiunge il manager. Anche il rischio property sta cambiando volto. «Negli ultimi tempi in giro per il mondo si sono moltiplicati i casi di tsunami, terremoti, tornado che distruggono i beni immobili. Nell’ultimo secolo questo genere di pericoli era al 20% rispetto a oggi, mentre adesso è quintuplicato. Se prima una catastrofe accadeva una volta ogni cento anni, oggi ne succede una ogni venti anni». Dunque, è impensabile che tutto questo non abbia un impatto anche nei prezzi. Infatti, l’assicurato paga un tasso di rinnovo che è passato da 0,18 euro a 0,40 euro ogni mille euro di valori assicurati. «E anche sulla proprietà, va applicato un concetto olistico», ribadisce Vanin. Aiutano, in questo caso, tutte le soluzioni tech: sensori applicati alla casa, sistemi antifurto e antincendio, meccanismi di domotica aziendale. In due parole, una strategia di loss prevention (prevenzione della perdita).
Infine, la salute. Per proteggerla, ogni anno, in Italia ci finiscono 150 miliardi di euro, di cui almeno 40 di spesa per la sanità privata. «Solo il 10% è coperto da assicurazioni private, con circa 11 milioni di cittadini che usufruiscono di polizze salute. Resta invece senza copertura una larga parte della popolazione — sostiene l’esperto, che auspica un aumento delle polizze individuali — anche grazie ai modelli di bancassicurazione, dove le coperture sono offerte agli sportelli bancari, in maniera più facile».
Conclusione dell’esperto: «Il mondo è diventato più veloce di quanto lo fosse prima della globalizzazione. Corrono rapidi anche i rischi e i momenti di crisi, che vanno gestiti e non subiti». Si muovono su questa traiettoria i due accordi che Aon ha sottoscritto con altrettante startup innovative italiane per affrontare le nuove fasi della ripresa. L’accordo con Azzurro Digitale potrà introdurre nelle aziende clienti di Aon un Covindex, elaborato secondo algoritmi di intelligenza artificiale. In pratica, un indice di rischi al Covid in azienda, costruito ogni giorno a partire dai dati (di salute) forniti volontariamente dai dipendenti tramite una app, che vengono uniti alle informazioni del territorio (Protezione Civile).
L’altra iniziativa è la sinergia con Capsula, progetto di ricerca durato dieci anni e che si è concretizzato in un chiosco iper tecnologico, posizionabile ovunque: in tre minuti permette di effettuare un’autovalutazione del proprio stato di salute (e dello stile di vita). Una soluzione di phygital health, che funziona come fase di pre-triage del Covid: l’utente può effettuare misurazioni di aspetti come la frequenza cardiaca, la saturazione d’ossigeno, la temperatura.
Nel nostro indice globale, che esamina la scala dei rischi per il business, quello legato a una pandemia è salito tra i primi dieci
Si va verso una gestione preventiva delle incognite, per ridurre le probabilità che le società subiscano danni