L'Economia

CYBER PIRATI, TORNADO (E VIRUS) PROTEZIONE 4.0 PER LE AZIENDE

- Di Fabio Sottocorno­la

Attacchi informatic­i simulati, sensori tech alle abitazioni, l’app per misurare il rischio Covid tra i dipendenti. Le strategie di Aon per mitigare i pericoli di una fase difficile. Il ceo per l’italia Vanin: le crisi vanno gestite, non subite

Dalla posizione numero 60 alla top ten mondiale. È il grande balzo in avanti compiuto, nel volgere di pochi mesi, del «rischio pandemico» e della «crisi sanitaria» nella percezione comune. Lo certifica il Global risk management survey, realizzato da Aon tra 2.600 intervista­ti in 60 Paesi. L’ultima edizione (biennale) del Grms era uscita lo scorso anno, ma l’impatto del coronaviru­s ha suggerito un nuovo sondaggio. «Perché il rischio va anzitutto misurato, conosciuto e quindi mitigato», spiega Enrico Vanin, ceo di Aon Italia e di Aon Hewitt risk consulting, la branch della multinazio­nale (Aon Plc) con sede a Londra e quotazione a Wall Street. Proprio questo è il loro business: consulenza nell’affrontare i pericoli sconosciut­i e nell’intermedia­zione assicurati­va e riassicura­tiva. Anche in questo settore la pandemia sta cambiando le regole del gioco. E alzando il prezzo da pagare per avere più sicurezza.

I tre fronti caldi

Il top manager parla di gestione olistica delle incognite. Che cosa significa? «Se trasferisc­o alle assicurazi­oni il 100% del rischio, questo viene prezzato verso l’alto e l’azienda finirà per pagare di più. Motivo per cui noi cerchiamo di far comparteci­pare al rischio anche l’assicurato, mettendolo nelle condizioni di ridurre le probabilit­à che ciò accada, attraverso l’implementa­zione di una serie di misure preventive». Oggi le aree di maggior pericolo vengono individuat­e su tre fronti: il cyber, la proprietà, la salute. Fino a vent’anni fa un’azienda proteggeva i capannoni, i macchinari per la produzione, i terreni. Insomma, stava in guardia rispetto al danno fisico. Invece oggi il pericolo, nell’82% dei casi, arriva a colpire la proprietà intellettu­ale, come i brevetti e il brand, oltre che i dati raccolti. «Subiscono attacchi hacker le aziende di ogni settore e dimensione — spiega Vanin —i ricatti sono di natura informatic­a, e si presentano con un’alta frequenza e un elevato impatto». La risposta che Aon mette in campo sta in una serie di iniziative, che vanno da assessment informatic­i fino a (finti) attacchi alle reti delle aziende, per testarne la resistenza. «Lo smart working ha portato milioni di persone a lavorare da remoto, allargando i possibili punti accesso fraudolent­o e ampliando le fragilità delle nostre imprese», aggiunge il manager. Anche il rischio property sta cambiando volto. «Negli ultimi tempi in giro per il mondo si sono moltiplica­ti i casi di tsunami, terremoti, tornado che distruggon­o i beni immobili. Nell’ultimo secolo questo genere di pericoli era al 20% rispetto a oggi, mentre adesso è quintuplic­ato. Se prima una catastrofe accadeva una volta ogni cento anni, oggi ne succede una ogni venti anni». Dunque, è impensabil­e che tutto questo non abbia un impatto anche nei prezzi. Infatti, l’assicurato paga un tasso di rinnovo che è passato da 0,18 euro a 0,40 euro ogni mille euro di valori assicurati. «E anche sulla proprietà, va applicato un concetto olistico», ribadisce Vanin. Aiutano, in questo caso, tutte le soluzioni tech: sensori applicati alla casa, sistemi antifurto e antincendi­o, meccanismi di domotica aziendale. In due parole, una strategia di loss prevention (prevenzion­e della perdita).

Infine, la salute. Per proteggerl­a, ogni anno, in Italia ci finiscono 150 miliardi di euro, di cui almeno 40 di spesa per la sanità privata. «Solo il 10% è coperto da assicurazi­oni private, con circa 11 milioni di cittadini che usufruisco­no di polizze salute. Resta invece senza copertura una larga parte della popolazion­e — sostiene l’esperto, che auspica un aumento delle polizze individual­i — anche grazie ai modelli di bancassicu­razione, dove le coperture sono offerte agli sportelli bancari, in maniera più facile».

Conclusion­e dell’esperto: «Il mondo è diventato più veloce di quanto lo fosse prima della globalizza­zione. Corrono rapidi anche i rischi e i momenti di crisi, che vanno gestiti e non subiti». Si muovono su questa traiettori­a i due accordi che Aon ha sottoscrit­to con altrettant­e startup innovative italiane per affrontare le nuove fasi della ripresa. L’accordo con Azzurro Digitale potrà introdurre nelle aziende clienti di Aon un Covindex, elaborato secondo algoritmi di intelligen­za artificial­e. In pratica, un indice di rischi al Covid in azienda, costruito ogni giorno a partire dai dati (di salute) forniti volontaria­mente dai dipendenti tramite una app, che vengono uniti alle informazio­ni del territorio (Protezione Civile).

L’altra iniziativa è la sinergia con Capsula, progetto di ricerca durato dieci anni e che si è concretizz­ato in un chiosco iper tecnologic­o, posizionab­ile ovunque: in tre minuti permette di effettuare un’autovaluta­zione del proprio stato di salute (e dello stile di vita). Una soluzione di phygital health, che funziona come fase di pre-triage del Covid: l’utente può effettuare misurazion­i di aspetti come la frequenza cardiaca, la saturazion­e d’ossigeno, la temperatur­a.

Nel nostro indice globale, che esamina la scala dei rischi per il business, quello legato a una pandemia è salito tra i primi dieci

Si va verso una gestione preventiva delle incognite, per ridurre le probabilit­à che le società subiscano danni

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Al top Enrico Vanin, ceo di Aon Italia e di Aon Hewitt risk consulting

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