In Piazza Affari parte la caccia ai titoli con il debito «buono»
Da Snam a Terna, da Falck Re a Hera: l’idea che i tassi resteranno bassi a lungo favorisce chi ha chiesto prestiti sostenibili
Caccia al debito. Non è un paradosso, ma la tendenza che si sta affermando sui mercati azionari di tutto il mondo. La liquidità cerca rendimento e non si spaventa neanche di fronte a livelli di leva finanziaria elevati. A condizione ovviamente che siano sostenibili. La reazione degli investitori è stata innescata dalla storica decisione della Fed di rivedere in maniera più accomodante l’approccio di politica monetaria rispetto all’inflazione e alla disoccupazione. Occhi puntati quindi sulle società che hanno fatto un forte ricorso al debito ma che non hanno problemi a restituirlo e remunerare i propri azionisti.
Piazza Affari è ricca di opportunità: utilities, telecomunicazioni sono i settori che la fanno da padrone insieme a un manipolo di società industriali di eccellenza. L’economia del Corriere ha fatto il punto prendendo in considerazione i titoli a larga capitalizzazione scelti in base al rapporto tra debito netto ed Ebitda dell’ultimo bilancio annuale disponibile.
Le evidenze
Il primo dato da evidenziare è che in media la performance di queste società è al momento superiore a quella di Piazza Affari che si muove in rosso di quasi il 20%. I pochi segni negativi riflettono problemi specifici delle società come nel caso di Atlantia. Il gruppo che gestisce le più importanti infrastrutture italiane, al centro di una disputa con il governo sulla cessione di Aspi dopo la vicenda del Ponte Morandi, lascia sul terreno quasi il 30%. Un risultato che tuttavia poco o nulla a che fare con una leva finanziaria superiore a 6 volte l’ebitda. Per il momento l’atteggiamento del mercato è impostato alla prudenza con i giudizi dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo e di Equita sim posizionati su hold (mantenere ndr) anche in attesa di un consolidamento della ripresa dei flussi di traffico registrati nel mese di agosto.
Totalmente indifferenti al rischio debito sono invece gli azionisti di Falck Renewables, società attiva in
Italia e all’estero nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Il titolo da inizio anno guadagna quasi il 20% non lontano dai massimi storici di 6 euro raggiunti appena prima dello scoppio della pandemia. La società è guidata da un mix di solidi fondamentali e prospettive positive per il settore di riferimento. Il flusso di notizie più recente è molto positivo: il governo italiano avrebbe presentato una proposta per l’utilizzo di un plafond da 4,5 miliardi a valere sulle risorse Europee messe a disposizione dal Recovery Fund per la decarbonizzazione dell’economia, mentre la società ha siglato una partnership strategica con Eni, per lo sviluppo condiviso di un nuovo progetto sulle rinnovabili in Usa. Abbastanza per spingere Equita Sim a confermare il rating buy con target price a 6,25 euro ovvero in linea con l’ultimo massimo storico.
Ma la pattuglia più nutrita dei titoli a leva che piacciono al mercato, è senza dubbio quella delle utilities: Snam, Italgas, Terna, Hera, A2A ed Enel sono le principali candidate ad entrare nel portafoglio degli investitori interessati a cavalcare l’onda dei tassi bassi in Borsa. Ad essere riscoperta potrebbe essere A2A rimasta più in ritardo, in termini di performance, rispetto alle società comparabili. Il titolo lascia sul terreno il 25% da inizio anno, nonostante sia tra i meno levereggiati della categoria. Su A2A si è recentemente espressa Kepler Cheuvreux che ha ridotto il prezzo obiettivo da 1,6 a 1,5 euro, confermando però la raccomandazione buy. Gli analisti hanno rivisto al ribasso le stime, diventando più cauti nel breve termine e in attesa del nuovo piano industriale che verrà presentato nei prossimi mesi. «Nonostante un taglio della previsione per il 2021, principalmente per via della lenta ripresa del mercato al dettaglio e di minori margini crediamo che ci sarà spazio per la crescita e confermiamo il buy», si legge nella ricerca.
Riflettori puntati infine su Snam che occupa il gradino più basso del podio tra i titoli dal debito «buono». La società è infatti tra le principali candidate a beneficiare del massiccio flusso di investimenti nel campo dell’idrogeno. Mediobanca Securities ritiene infatti che il potenziale contributo dell’idrogeno verde per ottenere un’economia carbon free in Europa possa spingere i regolatori a guardare alle infrastrutture del gas in modo completamente diverso e questo fatto potrebbe avere implicazioni positive di medio termine per Snam su cui è confermato il rating outperform.