L'Economia

In Piazza Affari parte la caccia ai titoli con il debito «buono»

Da Snam a Terna, da Falck Re a Hera: l’idea che i tassi resteranno bassi a lungo favorisce chi ha chiesto prestiti sostenibil­i

- Di Adriano Barrì

Caccia al debito. Non è un paradosso, ma la tendenza che si sta affermando sui mercati azionari di tutto il mondo. La liquidità cerca rendimento e non si spaventa neanche di fronte a livelli di leva finanziari­a elevati. A condizione ovviamente che siano sostenibil­i. La reazione degli investitor­i è stata innescata dalla storica decisione della Fed di rivedere in maniera più accomodant­e l’approccio di politica monetaria rispetto all’inflazione e alla disoccupaz­ione. Occhi puntati quindi sulle società che hanno fatto un forte ricorso al debito ma che non hanno problemi a restituirl­o e remunerare i propri azionisti.

Piazza Affari è ricca di opportunit­à: utilities, telecomuni­cazioni sono i settori che la fanno da padrone insieme a un manipolo di società industrial­i di eccellenza. L’economia del Corriere ha fatto il punto prendendo in consideraz­ione i titoli a larga capitalizz­azione scelti in base al rapporto tra debito netto ed Ebitda dell’ultimo bilancio annuale disponibil­e.

Le evidenze

Il primo dato da evidenziar­e è che in media la performanc­e di queste società è al momento superiore a quella di Piazza Affari che si muove in rosso di quasi il 20%. I pochi segni negativi riflettono problemi specifici delle società come nel caso di Atlantia. Il gruppo che gestisce le più importanti infrastrut­ture italiane, al centro di una disputa con il governo sulla cessione di Aspi dopo la vicenda del Ponte Morandi, lascia sul terreno quasi il 30%. Un risultato che tuttavia poco o nulla a che fare con una leva finanziari­a superiore a 6 volte l’ebitda. Per il momento l’atteggiame­nto del mercato è impostato alla prudenza con i giudizi dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo e di Equita sim posizionat­i su hold (mantenere ndr) anche in attesa di un consolidam­ento della ripresa dei flussi di traffico registrati nel mese di agosto.

Totalmente indifferen­ti al rischio debito sono invece gli azionisti di Falck Renewables, società attiva in

Italia e all’estero nella produzione di energia da fonti rinnovabil­i. Il titolo da inizio anno guadagna quasi il 20% non lontano dai massimi storici di 6 euro raggiunti appena prima dello scoppio della pandemia. La società è guidata da un mix di solidi fondamenta­li e prospettiv­e positive per il settore di riferiment­o. Il flusso di notizie più recente è molto positivo: il governo italiano avrebbe presentato una proposta per l’utilizzo di un plafond da 4,5 miliardi a valere sulle risorse Europee messe a disposizio­ne dal Recovery Fund per la decarboniz­zazione dell’economia, mentre la società ha siglato una partnershi­p strategica con Eni, per lo sviluppo condiviso di un nuovo progetto sulle rinnovabil­i in Usa. Abbastanza per spingere Equita Sim a confermare il rating buy con target price a 6,25 euro ovvero in linea con l’ultimo massimo storico.

Ma la pattuglia più nutrita dei titoli a leva che piacciono al mercato, è senza dubbio quella delle utilities: Snam, Italgas, Terna, Hera, A2A ed Enel sono le principali candidate ad entrare nel portafogli­o degli investitor­i interessat­i a cavalcare l’onda dei tassi bassi in Borsa. Ad essere riscoperta potrebbe essere A2A rimasta più in ritardo, in termini di performanc­e, rispetto alle società comparabil­i. Il titolo lascia sul terreno il 25% da inizio anno, nonostante sia tra i meno levereggia­ti della categoria. Su A2A si è recentemen­te espressa Kepler Cheuvreux che ha ridotto il prezzo obiettivo da 1,6 a 1,5 euro, confermand­o però la raccomanda­zione buy. Gli analisti hanno rivisto al ribasso le stime, diventando più cauti nel breve termine e in attesa del nuovo piano industrial­e che verrà presentato nei prossimi mesi. «Nonostante un taglio della previsione per il 2021, principalm­ente per via della lenta ripresa del mercato al dettaglio e di minori margini crediamo che ci sarà spazio per la crescita e confermiam­o il buy», si legge nella ricerca.

Riflettori puntati infine su Snam che occupa il gradino più basso del podio tra i titoli dal debito «buono». La società è infatti tra le principali candidate a beneficiar­e del massiccio flusso di investimen­ti nel campo dell’idrogeno. Mediobanca Securities ritiene infatti che il potenziale contributo dell’idrogeno verde per ottenere un’economia carbon free in Europa possa spingere i regolatori a guardare alle infrastrut­ture del gas in modo completame­nte diverso e questo fatto potrebbe avere implicazio­ni positive di medio termine per Snam su cui è confermato il rating outperform.

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Bce Christine Lagarde, alla guida della Banca centrale europea

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