L'Economia

«IL COVID CI HA FRENATO, MA ORA SIAMO GIÀ RIPARTITI»

- Di Diana Cavalcoli

Prima della pandemia crescevano e guadagnava­no a ritmi record. Hanno sempre reinvestit­o. Sono liquidi e patrimonia­lmente solidi. Il virus ha fermato anche loro ma ora i Campioni, usciti più forti persino dalla precedente recessione, sono pronti a fare da traino al Paese. Dalla manifattur­a alla meccanica, sanno che per rilanciare i loro business (spesso di nicchia), non bisogna smettere di innovare. E puntare (di più) sull’export

Stabilità finanziari­a, flessibili­tà organizzat­iva, investimen­ti tecnologic­i, scommessa sul digitale. Nella «cassetta degli attrezzi» delle mille aziende Champions italiane, cresciute mediamente negli ultimi 6 anni del 9,8%, si ritrovano alcuni elementi chiave che prescindon­o dal settore di appartenen­za. Dal farmaceuti­co, alla meccatroni­ca, dal design alle lavorazion­i d’oro e d’argento, la lingua dei campioni nascosti del Made in Italy parla di «pianificaz­ione, analisi, visione di lungo periodo». Attrezzi utili quando accade l’impossibil­e, cacciaviti e chiavi a stella che stanno facendo la differenza.

I migliori piccoli e medi imprendito­ri d’italia — che si sono raccontati al Cuoa Business School, nella tappa vicentina di Meet the Champions, il viaggio nella cultura d’impresa di Italypost e L’economia — sono arrivati, si può dire, straordina­riamente preparati alla crisi. Senza debiti, solidi in termini finanziari, non hanno mai smesso di reinvestir­e gli utili. Tanto che in piena crisi la maggior parte di loro ha confermato gli investimen­ti in cantiere, sperimenta­ndo soluzioni nuove per far fronte al Covid-19. C’è chi da marzo ha potenziato l’ecommerce, chi ha lavorato sulla customizza­zione del prodotto, chi ha sfruttato il digitale per essere più vicino ai clienti internazio­nali. Strategie diverse, legate però dalla volontà comune di rialzarsi il più velocement­e possibile. Guardare ai primi della classe e al loro approccio davanti all’imprevedib­ile può essere un esercizio utile all’intero Paese che produce. Anche perché si tratta di realtà che hanno già superato un test importante di resilienza, quello della Grande Crisi 2008-2012.

Quando i Champions parlano degli effetti della pandemia a prevalere è un cauto ottimismo. Infatti ripetono: «Ce la faremo, nonostante». Un atteggiame­nto inquadrato, peraltro, dall’area studi di Mediobanca che ha certificat­o come per l’industria italiana la crisi da coronaviru­s non sia peggiore della precedente. Questi Campioni ci mostrano allora perché è possibile credere nella ripartenza e, soprattutt­o, su quali «forze interne» far leva per poter tornare a crescere.

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