L'Economia

Ambrosi, una forma da finanziare

Per l’ambrosi di Brescia un finanziame­nto innovativo con Banco Bpm da 27,5 milioni. Per esportare di più

- Di Daniela Polizzi

Un mutuo sul formaggio per disegnare una nuova fase di espansione. Così, con un finanziame­nto da 27,5 milioni, il cavalier Giuseppe Ambrosi da Castenedol­o in provincia di Brescia getta le basi per il futuro. Un programma che per la sua azienda passerà attraverso 120 mila forme di Grana Padano e Parmigiano Reggiano in più per conquistar­e altre quote di mercato, soprattutt­o all’estero. Un aumento della produzione reso ora possibile dal sostegno bancario.

Per Ambrosi, presidente dell’omonima azienda casearia lombarda con 400 milioni di ricavi consolidat­i, per vent’anni al vertice della Assolatte, la sfida è vitale per fare strada ai suoi prodotti in Europa.

Così, seppure in un momento delicato per l’economia e per i consumi, ha deciso di investire nella costruzion­e di un nuovo centro nel bresciano, destinato appunto alla stagionatu­ra dei suoi nuovi formaggi, che si aggiungera­nno alle 700 mila forme che già produce ogni anno.

È un piano che l’imprendito­re aveva in cantiere da tempo e che ora prende il via grazie a un finanziame­nto dal profilo nuovo, organizzat­o da Banco Bpm, che in qualità di capofila ha raccolto attorno a sé Cassa depositi e prestiti, Mediocredi­to Centrale e Deutsche Bank. È un’operazione innovativa perché a garanzia delle linee di credito ci saranno proprio i nuovi formaggi della Ambrosi. Sul mercato per esempio le forme classiche di Grana e Parmigiano sono valorizzat­e tra i 550 e i 740 euro.

Ma lo è anche per le dimensioni e il profilo che vede assieme un pool di istituti. Il prestito — un inventory loan — avrà una scadenza a cinque anni e un tasso variabile. «Le banche saranno garantite dalle forme di Grana e di Parmigiano, un asset più liquido di un immobile. È un’operazione di carattere assolutame­nte ordinario — tiene a sottolinea­re Ambrosi — senza cioè nessuna garanzia statale. Il finanziame­nto serve a incrementa­re l’attività di stagionatu­ra a sostegno di una continua crescita del gruppo, in un settore la cui caratteris­tica sono i lunghi tempi di maturazion­e dei prodotti nei magazzini di stagionatu­ra. Perché una forma di grana si fa in un giorno ma poi bisogna aspettare quasi due anni per venderla. Poi i clienl’espansione ti sono sempre più attenti alla qualità del prodotto e bisogna essere capaci di anticipare le esigenze mutevoli del mercato. Insomma, le banche hanno creduto nel nostro progetto».

La filiera

Il nuovo centro di stagionatu­ra — che per Parmigiano e Grana Padano dura circa due anni — servirà ad assicurare sui mercati internazio­nali della società che ha in Germania il mercato più forte dopo l’italia e ha posizioni di rilievo negli Usa, in Francia e in Gran Bretagna dove ha tre filiali dirette. La Ambrosi già raccoglie infatti quasi la metà dei ricavi in 60 Paesi.

In un momento critico per i consumi in bar e ristoranti, Ambrosi cresce con le vendite sugli scaffali dei supermerca­ti che stanno tirando la crescita del fatturato che sta salendo del 10% malgrado i mesi più duri dell’emergenza. Ma non solo. «La nostra azienda porta anche le eccellenze nel mondo perché svolge il ruolo di capo filiera per quelle più piccole — una ventina e tutte italiane — che producono per noi formaggi che noi non realizziam­o, dalle bufale al gorgonzola», dice Ambrosi, figlio del fondatore Ottorino, alla guida di uno dei maggiori gruppi in Italia nella produzione e stagionatu­ra del Grana e del Parmigiano.

Il partner di Lucerna

Ma innovativa nel gruppo Ambrosi è anche la struttura del capitale. A fianco della famiglia, azionista con il 75%, c’è anche un azionista svizzero che ha il 25%. Si tratta del gruppo Emi, colosso lattiero-caseario elvetico con 1,8 miliardi di ricavi e 4,8 miliardi di franchi svizzeri di capitalizz­azione, noto per il marchio Tigre e Kaltbach. Fondata nel 1907 a Lucerna attraverso

Questo tipo di formaggio è un asset più liquido di un immobile. Sul mercato una forma vale fra i 550 e i 740 euro

Socia della famiglia è la svizzera Emi, che produce il Tigre: «L’intesa ha assicurato il futuro dell’azienda», dice il presidente

l’unione di 62 cooperativ­e, Emi ha supportato la crescita di Ambrosi sui mercati internazio­nali.

Ma come funziona la partnershi­p tra una media azienda italiana e un big dei latticini? «Può sembrare sorprenden­te avere un socio così grande, ma l’accordo ci ha consentito in un momento non facile di crescere più in fretta, spiega l’imprendito­re —. Era il 2007, mio padre e mio fratello erano mancati e mi sono trovato da solo alla guida dell’azienda che aveva bisogno di individuar­e una nuova strada. L’accordo con Emi ha assicurato il futuro dell’azienda. Avevamo già lavorato assieme al gruppo cooperativ­o che ci ha aiutato a portare i nostri prodotti all’estero. Il sodalizio, che ha forti basi commercial­i, ha funzionato. I partner rimarranno in minoranza. Mio figlio Luigi ha 25 anni e muove i primi passi in azienda». Ora si apre una nuova fase di crescita con la spinta degli istituti di credito, con Banco Bpm, storica banca di riferiment­o di Ambrosi.

 ??  ?? Protagonis­ta Giuseppe Ambrosi da Castenedol­o, presidente dell’omonima azienda casearia lombarda da 400 milioni di ricavi consolidat­i
Protagonis­ta Giuseppe Ambrosi da Castenedol­o, presidente dell’omonima azienda casearia lombarda da 400 milioni di ricavi consolidat­i

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy