L'Economia

Piazza Affari, imprese dimostrate più interesse

- Di Nicola Saldutti

Segnatevi questi nomi: Reti, Fenix Entertainm­ent Sourcesens­e, Fabilia e Cy4gate. Sono le ultime quattro società che hanno deciso di andare in Borsa. Una scelta che talvolta è legata alla volontà di rafforzare il capitale, oppure di cedere pacchetti azionari per incassare ingenti plusvalenz­e, oppure per iniziare un percorso di aggregazio­ne. O magari preparare un passaggio generazion­ale.

Ecco, adesso che la trattativa per la cessione di Borsa Italiana da parte del London Stock Exchange è entrata nella fase finale, con l’esclusiva siglata con Euronext e Cassa Depositi e prestiti, conviene partire da qui. Dall’urgenza di rendere Piazza Affari il luogo dove risparmio-imprese-progetti di crescita si possano incrociare. La strategia di questi anni è andata in questa direzione, ad esempio attraverso il progetto Elite, un percorsi di avviciname­nto delle eccellenti realtà industrial­i e dei servizi made in Italy verso il mondo finanziari­o: dall’emissione di bond alla quotazione. Un salto culturale realizzato anche attraverso gli incontri in Piazza Affari nelle quali gli imprendito­ri si raccontano a vicenda le loro storie.

Si dirà: ma che cosa c’entra questo con la cessione della Borsa, le regole di governance nelle quali l’italia potrebbe avere un ruolo rilevante? La risposta è che le due vicende sono strettamen­te legate: il progetto dovrà, come ha ribadito il ministero dell’economia e delle Finanze, rendere la Borsa un’infrastrut­tura ancora più strategica e di sviluppo per il tessuto imprendito­riale italiano (e non solo). Per questo gli attori sono certamente Cdp e Caisse de Depot, che al termine dell’operazione avranno quote paritetich­e in questa struttura para-federale, che va da Milano

a Parigi a Oslo. Con la presenza di Intesa Sanpaolo. Ma forse è arrivato il momento che le imprese, attraverso i loro rappresent­anti, a cominciare da Confindust­ria, entrino nella partita di rilancio del mercato finanziari­o. Spesso viene considerat­a una questione che riguarda i regolatori, Bankitalia, Consob, o gli intermedia­ri finanziari, dalle banche alle società per la gestione del risparmio. In realtà riguarda le chance di crescita di un Paese. È una questione di educazione finanziari­a, dei risparmiat­ori e dei potenziali protagonis­ti della Borsa. Il primo ottobre, alla presenza del direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera e della presidente del Comitato Edufin, Annamaria Lusardi, si parte per la terza edizione del mese dell’educazione finanziari­a. Un’occasione preziosa per far crescere la cultura della finanza-impresaeco­nomia reale-risparmio.

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