L’illusione di aiutare il Sud riducendo il costo del lavoro
Siamo lo Stato delle eccezioni e delle deroghe. E purtroppo continueremo ad esserlo. Fatta la legge trovata l’eccezione sembra essere la regola. Si guardi alla proposta di fiscalità di vantaggio al Sud. Encomiabile l’intenzione di procedere a una riduzione del costo del lavoro.
Come pure il fatto che si tratti di un’operazione che nelle intenzioni del governo dovrebbe guardare al lungo periodo, e cioè fino alle soglie del 2030, per poter dispiegare i suoi effetti positivi. Ma si pone un problema di merito. Siamo sicuri che la strada migliore per favorire la riduzione dei divari territoriali sia il taglio dei contributi previdenziali del 30% a favore dei datori dei lavoro? La fiscalità di vantaggio può e deve aiutare. Ma dovrebbe aiutare l’intero mondo imprenditoriale. E così non è per almeno due motivi. Il primo è che imponendo diversità territoriali si introduce una rigidità e una asimmetria nel mercato che può ritorcersi contro lo stesso territorio che si voleva agevolare. Ancorando cioè la sua competitività al mero costo del lavoro. Il secondo è che l’operazione sembra volere schiacciare le imprese sulla falsa immagine di enti alla ricerca solo di bassi costi. Cosa che la recente storia economica indica essere sì uno dei fattori ma non l’unico, e spesso il meno importante, per un’azienda che voglia essere competitiva sui mercati nazionali e internazionali. Decisivi sono invece gli ecosistemi nei quali un’impresa si muove. Infrastrutture, scuole, università, servizi pubblici in genere. Il rispetto delle regole e delle leggi, una giustizia celere. Le cifre sul reddito di cittadinanza in Sicilia sono solo l’ultimo di una lunga serie di esempi di come l’assistenza sia necessaria, a patto di saperla fare. Il 10% di residenti sull’isola che percepiscono l’assegno sono la prova evidente che, se per alcuni cittadini il reddito di base rappresenta un’ancora di salvezza, per molti è la spinta verso il lavoro sommerso. Che genera concorrenza sleale nei confronti delle imprese in regola. È per questo che le risposte semplici a problemi complessi quasi mai sono risolutive.