Il denaro senza spirito d’impresa serve a poco
Liquidità ma soprattutto più capitale di rischio sono le condizioni necessarie che permettono alle imprese di uscire progressivamente dal cono d’ombra della crisi. Se avere maggiore liquidità richiede un’azione sul canale dei finanziamenti bancari, il ricorso al capitale di rischio è l’elemento di maggiore importanza. Non solo perché le rende meno rischiose e quindi capaci di ottenere finanziamenti, ma soprattutto perché garantisce stabilità a medio termine, necessaria per lanciare programmi di investimento e di sviluppo. Spingere il capitale di rischio è frutto di un’azione su più fronti: l’incentivo fiscale per l’impresa e per gli azionisti, il rafforzamento di veicoli di investimento in equity (dai fondi di private equity agli Eltif), la spinta da un utilizzo deciso della quotazione e l’impiego delle risorse del Recovery Fund. Ma va soprattutto posto l’accento su un aspetto che è sempre trascurato, ma che invece è fondamentale: capitalizzare le imprese non significa solo immettere nuovo denaro ma significa immettere anche coraggio, imprenditorialità, visione a lungo termine. Nessuna di queste cose si possono prendere a prestito ma se queste mancano, le imprese avranno la liquidità che serve a sopravvivere ma difficilmente il paese crescerà. Quando si affronta il tema dell’equity, il riferimento generico è al mercato finanziario. Ma gli investitori in equity hanno identità precise: sono risparmiatori, sono investitori, sono imprenditori e proprietari di aziende. Ogni euro di equity è importante ma ogni euro di equity ha dosi diverse di imprenditorialità e visione. Oggi abbiamo bisogno proprio di queste e quindi di un maggiore impegno delle competenze imprenditoriali. Che permettano alle aziende di affrontare percorsi di crescita e consolidamento attraverso L’M&A, di agire da compratori e non da prede, di espandersi con la forza del nostro export o con investimenti diretti, di lanciare programmi di ristrutturazione. Non si tratta solo di mettere mano al portafoglio, ma soprattutto di mettere mano da azionisti a idee che portino un effetto concreto su crescita e occupazione.