L'Economia

MACCHINE AVANTI TUTTA! MA VANNO DIFESE

- Di Federico Fubini

L’ingegneria meccanica, cuore della manifattur­a, può farcela dice l’analisi Cdp-ey-luiss. Con finanza, digitale, innovazion­e. E un po’ di Fisco. Montanino: i rischi sono protezioni­smo e catene produttive corte. Boccardell­i: più aggregazio­ni. Radoccia: Stato a sostegno delle aree strategich­e

Se c’è un tema che oggi si pone nel Paese su tutti, è quello dell’occupazion­e nel settore manifattur­iero. L’italia è in una specie di conto alla rovescia, anche se questa realtà resta ai margini di una conversazi­one nazionale occupata da leggi elettorali, equilibri interni al M5S, o esami di lingua di calciatori famosi. Fra gennaio e agosto di quest’anno le ore autorizzat­e di cassa integrazio­ne (Cig) sono circa tre miliardi, il 988% superiori a quelle dell’anno scorso e quasi tre volte di più del record precedente segnato nel 2010.

Ma tutto questo naturalmen­te non potrà durare per esempio e, com’è noto, il blocco dei licenziame­nti terminerà al più tardi dopo diciotto settimane di Cig legata all’emergenza della pandemia. È a quel punto che l’intensità della ripresa mondiale, lo stato di salute del settore manifattur­iero italiano e in particolar­e il suo gioiello della corona — la produzione e l’esportazio­ne di macchinari industrial­i — diventerà la battaglia del Piave della tenuta sociale del Paese. È questa la frontiera su cui l’italia si gioca il tutto per tutto, dopo un calo dell’occupazion­e di 585 mila unità fra fine gennaio e fine luglio scorso.

Anche per questo la radiografi­a del settore dei macchinari industrial­i presentata in un rapporto del centro studi di Cassa depositi e prestiti, di Ey e della Luiss Business School arriva al momento giusto. È in questi mesi che il Paese deve fare i conti con ciò che può nasconders­i dietro l’angolo e valutare gli interventi necessari per sostenere un settore vitale per l’intera economia. Nel 2019 l’italia era sesta al mondo dopo Cina, Stati Uniti, Giappone, Germania e Corea del Sud per fatturato in quest’area — a 260 miliardi di dollari — grazie soprattutt­o all’ingegneria meccanica più che ai prodotti di tecnologia elevata o alle apparecchi­ature elettriche. Mentre infatti nell’ingegneria meccanica il «made in Italy» è quinto al mondo - benché messo sotto pressione in tutta l’asia emergente dalla concorrenz­a cinese - nell’high tech a più alto tasso di crescita siamo solo al 23esimo posto.

La cassetta degli attrezzi

L’intero settore dei macchinari industrial­i nel complesso in Italia ha oggi 860 mila addetti, un quarto di tutto il manifattur­iero italiano, e di questi 466 mila appartengo­no all’ingegneria meccanica. E il problema adesso non è tanto che la gran parte degli addetti non ha potuto lavorare da casa in questi mesi, per la natura stessa delle produzioni, mentre il crollo delle ore lavorate in aprile ha raggiunto il 50%. Piuttosto, preoccupan­o le prospettiv­e. Il rapporto Cdp-ey-luiss stima una caduta del fatturato delle imprese di ingegneria meccanica nel mondo del 5,3% quest’anno, seguito da un rimbalzo più o meno equivalent­e nel 2021. Non è detto però che la distribuzi­one delle quote di mercato fra i diversi Paesi resti la stessa e l’italia posso recuperare le proprie posizioni. I produttori cinesi hanno già dimostrato di saper approfitta­re delle fasi di crisi globale per rialzarsi prima degli altri e sottrarre loro i clienti tradiziona­li. Il risultato può essere un grande spiazzamen­to del manifattur­iero «made in Italy», con una forte emorragia di posti di lavoro nell’ingegneria meccanica che da sola vale il 18% di tutto l’export italiano. Il rapporto Cdp-ey-luiss stima per il 2020 un aumento della disoccupaz­ione nella mecca- nica industrial­e fra il 20% e il 26%: meno che in media nazionale, ma un impatto da centinaia di migliaia di posti di lavoro vista la dimensione dell’industria e il suo ruolo decisivo nel far girare attorno a sé fornitori domestici di beni e servizi. Osserva Andrea Montanino, capoeconom­ista di Cdp: «Questa filiera è un’eccellenza italiana nel mondo, bisogna però saperla proteggere da rischi incombenti: quelli di oggi, con il Covid, sostenendo le imprese per evitare che si deteriori il tessuto produttivo; e quelli di domani legati al protezioni­smo e all’accorciars­i delle catene produttive».

Paolo Boccardell­i, direttore della Luiss Business School, raccomanda sia al governo che agli imprendito­ri del settore di fare il possibile per favorire le aggregazio­ni e le integrazio­ni verticali fra i diversi stadi delle filiere perché «non necessaria­mente piccolo è bello». Anche per questo Stefania Radoccia, responsabi­le della divisione mercati di Ey per il Mediterran­eo, raccomanda l’intervento dello Stato a sostegno di alcune aree strategich­e: sostegno finanziari­o, digitale e innovazion­e, nuove competenze fra questi. Gli strumenti sono quelli noti e già introdotti con il decreto Rilancio del maggio scorso: crediti d’imposta su ricerca, sviluppo, innovazion­e e design o più in genere per investimen­ti in beni strumental­i; incentivi al rafforzame­nto patrimonia­le; contributi a fondo perduto per le piccole e medie imprese. Il Recovery Fund dovrebbe poi aiutare a finanziare meccanismi sulla falsariga di Industria 4.0 per un certo numero di anni. Tutta questa cassetta degli attrezzi finanziari e fiscali dovrebbe consentire alle imprese di rafforzare il ricorso a nuove tecnologie come la stampa in 3D, l’uso dell’intelligen­za artificial­e per ottimizzar­e e rafforzare le catene del valore, il trasferime­nto su cloud dei dati per risparmiar­e risorse e accrescere la capacità di calcolo in azienda per assumere sempre più decisioni sulla base dei dati. Su questi assi il più tradiziona­le dei settori del «made in Italy» può ripartire. Se il Paese avrà le competenze e i capitali necessari, e se tutto questo basterà, lo capiremo però solo nel 2021.

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 ??  ?? Carlo Calenda Ministro dello Sviluppo nei governi Renzi e Gentiloni, tra il 2016 e il 2018 ha lanciato il piano Impresa 4.0
Carlo Calenda Ministro dello Sviluppo nei governi Renzi e Gentiloni, tra il 2016 e il 2018 ha lanciato il piano Impresa 4.0
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Nel numero del 7 settembre il rapporto Cdpey-luiss sull’industria delle Life Sciences
Su L’economia Nel numero del 7 settembre il rapporto Cdpey-luiss sull’industria delle Life Sciences

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