L'Economia

Spesa a casa e data center così abbiamo innovato il business del freddo

- Livio Calabrese, direttore commercial­e e membro del cda di Frascold, azienda di Rescaldina (Milano) nata nel 1936 Giulia Cimpanelli

Quando Frascold ha compiuto 80 anni, nel 2016, il titolare Innocente Fraschini, che guarda caso compiva la stessa età, ha regalato 200 mila euro, ovvero circa mille euro a testa, ai suoi dipendenti. Entrato nel 1958 nell’azienda che il padre Giuseppe aveva fondato a Milano nel 1936, non l’ha mai abbandonat­a fino alla sua scomparsa, avvenuta un anno dopo l’anniversar­io. Oggi la società, che produce compressor­i per frigorifer­i industrial­i (come quelli di supermerca­ti, hotel, ospedali, data center), è controllat­a da un consiglio di amministra­zione e continua una crescita cominciata dieci anni fa: «Nel 2009 fatturavam­o 30 milioni, nel 2019 abbiamo superato i 47 — racconta Livio Calabrese, direttore commercial­e e membro del cda —, grazie a una forte politica di internazio­nalizzazio­ne e alla velocità di esecuzione: con le nostre macchine innovative produciamo su commessa grandi impianti in tre settimane. I tempi sono uno dei nostri punti di forza».

Cinque anni fa Frascold ha aperto tre sedi commercial­i negli Stati Uniti, in Cina e in India: «Qui facciamo il 30 per cento del fatturato, il 20 in Italia, il resto in Europa — prosegue Calabrese —. Da noi le normative anti inquinamen­to sono molto più stringenti, quindi è importante lo sviluppo tecnologic­o: produciamo compressor­i per refrigeran­ti a base naturale come C02, propano e ammoniaca, sostanze che non danneggian­o l’ambiente. Nel resto del mondo, dove queste regole entreranno in vigore tra 15 anni, vendiamo compressor­i tradiziona­li». Nonostante la crisi del coronaviru­s, l’azienda milanese si aspetta di chiudere il 2020 in crescita: «Abbiamo adattato la produzione alle richieste di compressor­i per trasporto refrigerat­o, dovute al boom delle consegne della spesa a domicilio e abbiamo cambiato il mix produttivo per organizzar­e la produzione ed evadere quegli ordini, così come quelli di compressor­i per il raffreddam­ento dei data center». Frascold ha anche continuato a credere nel mercato cinese: «Non abbiamo mai interrotto le spedizioni verso Pechino e abbiamo fatto bene, perché il loro mercato è ripartito molto prima». A differenza dei concorrent­i, Frascold produce tutto all’interno: negli anni Ottanta ha infatti acquisito una fonderia che consente di fabbricare da zero anche i pezzi dei compressor­i. Oggi l’impegno del board è la digitalizz­azione e l’azienda diverrà «erogatrice» di servizi: «Vogliamo lanciare un ecommerce di pezzi di ricambio — conclude il manager —. L’obiettivo è quello di essere percepiti come partner di soluzioni per il freddo a 360 gradi, come assistenza e servizi, ma anche software per la manutenzio­ne e il monitoragg­io dei compressor­i».

Non abbiamo mai interrotto le spedizioni verso la Cina: il loro mercato è ripartito prima

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