L'Economia

Gioielli globali con le leghe preziose made in Vicenza

- D. Cav.

Orizzonti globali ma radici locali, vicentine per la precisione. Il gruppo Legor , nat nel 1979 nel panorama imprendito­riale veneto, è diventata in quarant’anni un’azienda internazio­nale specializz­ata nella fornitura di leghe per il settore orafo e per l’industria del fashion. Un’impresa in crescita costante da sei anni: se nel 2012 i ricavi si attestavan­o a 45,5 milioni di euro, l’azienda ha chiuso il 2019 a 75,8 milioni e conta oggi 180 dipendenti, 50 rivenditor­i nel mondo e diecimila clienti. «Siamo un’azienda familiare — racconta Massimo Poliero, amministra­tore delegato del gruppo —. Su sette fratelli cinque lavorano in Legor. Veniamo da anni di crescita e siamo consapevol­i che il 2020 non sarà un anno facile per il nostro settore. Le stime sui consumi a livello globale segnalano un crollo per l’anno corrente tra il 20 e il 30%».

Difficoltà concrete che hanno spinto l’azienda, con sede a Bressanvid­o, a impostare una strategia innovativa per quanto riguarda i prodotti. «Nella consapevol­ezza — spiega Poliero — che i cali sono cospicui soprattutt­o per quei prodotti dove la presenza di metallo prezioso è prepondera­nte e avendo noi più divisioni, stiamo cercando di pianificar­e degli interventi per realizzare prodotti alternativ­i, sostituend­o alcuni metalli molto costosi con altri». È il caso delle produzioni per la galvanica che utilizzano rodio, palladio e oro. «Ci sono delle leghe che possono sostituire parte di questi metalli preziosi. Si produce così una soluzione con lo stesso colore e le stesse caratteris­tiche ma più economica. In media la riduzione dei metalli preziosi che stiamo sperimenta­ndo è del 20%».

Per un’azienda che esporta al 70% sarà però cruciale la ripresa dei mercati oltre confine per poter tornare a crescere. «Nell’ultimo mese ci sono dei segnali positivi —dice Poliero —. Penso all’india e alla Cina, che per noi valgono insieme circa la metà del fatturato, e anche all’europa dove si sta muovendo qualcosa. Vedo però ancora in difficoltà gli Stati Uniti. Tutto dipenderà dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria». Intanto, mese dopo mese, Legor recupera terreno. «Stiamo tenendo duro e guadagnand­o qualche punto percentual­e, dal 2 al 3%. Se non ci saranno grandi situazioni di cambiament­o pensiamo di poter tornare a una situazione di normalità tra aprile e maggio 2021». In ottica di lungo periodo il gruppo non rinuncia poi all’avviciname­nto alla Borsa. «Abbiamo partecipat­o al programma Élite nel 2018, al momento stiamo valutando non interventi struttural­i a livello di compagine sociale ma un avviciname­nto sì. Però se ne parlerà soltanto dal 2022», conclude l’imprendito­re.

Siamo una realtà familiare: su sette fratelli cinque sono in azienda

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Leghe per gioielli

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