Borsa: finanza e industria preparano la rivincita
Sono i due settori più titolati a recuperare terreno dopo la sbornia tech Ma digitale e farmaceutico restano temi interessanti nel lungo periodo
Nei primi 10 giorni di settembre il Nasdaq ha perso circa il 10% e L’S&P500 il 7%: le grandi banche Usa e diverse utility hanno invece chiuso con cali molto inferiori. Nonostante questo, i tecnologici e i titoli dell’healthcare evidenziano ancora performance positive da inizio anno mentre i titoli di energia, banche, assicurazioni e industriali accusano forti ritardi. Gli investitori si chiedono se si tratti di una fisiologica pausa per i tecnologici che hanno corso molto, oppure se rappresenti l’inizio di una rotazione per i settori rimasti indietro. Secondo Massimo Saitta, direttore investimenti di Intermonte advisory e gestione, la correzione delle borse americane e dei comparti che avevano trainato il listino trova spunto sia nei cambiamenti introdotti dalla Fed nella definizione del target di inflazione, che ha frenato temporaneamente il ribasso dei tassi, sia in movimenti speculativi di mercato attuati tramite opzioni. La volatilità, secondo l’esperto, è destinata a persistere nelle prossime settimane anche in vista delle elezioni americane di novembre e con molta rotazione settoriale nel tentativo di trovare l’assetto migliore per affrontare il breve periodo. Perché, spiega, in considerazione del divario esagerato di performance tra i settori che hanno beneficiato dell’accelerazione imposta dal Covid-19 e quelli che ne sono stati penalizzati quali il petrolifero o bancario, si può immaginare una rotazione a favore di questi ultimi nel prossimo futuro. «Pensiamo che sia interessante proprio il settore bancario che, pur nelle difficoltà di fondo, ha assistito al risveglio dell’attività di M&A con la fusione di Banca Intesa e Ubi in Italia e quella proposta tra Bankia e Caixa in Spagna e con molte altre ipotesi di aggregazione ancora sui tavoli di molti istituti», spiega Saitta.
Non cerca invece di prevedere il timing dei movimenti di mercato Alberto Artoni, portfolio manager Us Equity di Acomea sgr. A suo giudizio la differenza di performance, e quindi di valutazione, tra i titoli value e quelli growth ha raggiunto massimi storici. Il gestore si aspetta una convergenza dei prezzi di borsa al valore intrinseco, che favorirà una strategia d’investimento value, cioè caratterizzata da una maggiore enfasi sui business più ciclici e maturi. Al contempo, però, Artoni sottolinea l’importanza di scelte di portafoglio sulla base delle singole aziende.
L’attesa
Fabrizio Santin, portfolio manager di Pictet am ritiene che per una duratura rotazione settoriale occorra aspettare il momento in cui avverrà un annuncio credibile sul vaccino, che potrebbe arrivare tra la fine di quest’anno e la prima parte del 2021. Inoltre si dovrà osservare una pressione al rialzo sui rendimenti obbligazionari con i titoli a lunga scadenza che dovranno rendere di ben più di quelli a breve. Per un cambio di leadership più stabile, aggiunge Santin, l’inflazione dovrà muoversi finalmente al rialzo, superando le aspettative. «Difficile dire quando questo scenario si verificherà, tuttavia potrebbe essere una scelta efficace quella di iniziare a posizionare il portafoglio su questo tema», precisa l’esperto di Pictet. Secondo il quale i settori che convincono di più per una fase di rotazione sono i ciclici, come materiali di base, industriali oppure, tra i consumi discrezionali, il settore automobilistico.
Santin sostiene che una strategia azionaria che potrebbe rivelarsi vantaggiosa sotto l’aspetto del rapporto rischio/rendimento è quella che combina un mix di crescita secolare (megatrend ed energia rinnovabile europea) e comparti ciclici (materie prime, industriali, comparto auto). Il settore tecnologico e l’healthcare non meritano comunque un investimento a medio lungo termine? «Al netto di qualche fuga in avanti in termini valutativi che ha interessato soprattutto alcuni nomi del Nasdaq, si può ritenere che questi settori continueranno ad essere centrali nel medio/lungo periodo», fa presente Saitta mentre Artoni aggiunge: «Riteniamo che ci siano significative opportunità di investimento nel medio termine sia nel tech, sia nel farmaceutico, attuando però una strategia fortemente attiva e selettiva».
Massimo Saitta, direttore investimenti