Piazza Affari, l’incognita dollaro
L’intonazione dei mercati azionari rimane positiva. Anche se le elezioni statunitensi rappresentano un’incognita
Sui listini è tempo di correzioni ma l’intonazione resta ancora positiva. I riflettori sono puntati sul cambio euro/dollaro e sul prezzo del petrolio che rappresentano degli anticipatori di tendenza dei listini mentre in Piazza Affari è caccia ai titoli sottovalutati.
Questo l’esito dell’analisi condotta da L’economia del Corriere della Sera tra gli analisti tecnici, ovvero coloro che cercano in prevedere l’andamento dei mercati osservando i grafici di Borsa. Per Filippo Ramigni responsabile dell’ufficio studi di Giotto sim, molto dipende dalle borse statunitensi e dal cambio del biglietto verde che «riflette il vero livello di rischio del mercato». Se il rapporto si avvicina a 1,15 allora: «si aprono spazi di ribasso. Per Piazza Affari significa vedere la soglia dei 18 mila punti, per il Dow Jones 10 mila mentre L’S&P 500 verso i 3 mila punti. Ci lasciamo alle spalle 2 settimane di lateralità con pochi tentativi di recupero che indicano un sintomo di debolezza di fondo. Anche il prezzo del petrolio stenta a riprendersi, anticipando quindi il perdurare di una situazione di incertezza sui listini dove i titoli del settore pesano ancora tanto in termini di capitalizzazione», spiega Ramigni.
Nella tabella in alto sono riportati i livelli di resistenza e supporto, in un’ottica di breve e medio periodo, dei principali indicatori finanziari a livello mondiale, inclusa Piazza Affari. La settimana che si è appena conclusa è stata tra le più difficili, condizionata dalla recrudescenza del virus. Al momento però gli esperti non vedono nessun segnale di inversione del trend rialzista di fondo. L’S&P500 è rimbalzato dal primo interessante supporto a 3.200 punti. Il Nasdaq ha sfiorato il sostegno discriminante a 10.343 punti prima di reagire.
Fragilità europee
L’eurozona si conferma nella situazione più precaria per colpa di Francia, Spagna e Italia. Più solido il quadro del Dax di Francoforte che si presenta interessante in caso di discesa a 12.440 punti. Altrettanto solido il quadro della Cina, che resta tra le borse migliori: l’indice Csi 300 incontra il primo supporto strategico a 4.423 punti. Secondo Enrico Nicoloso, a capo dell’analisi tecnica di Websim.it: «salvo sorprese, il mese di settembre si chiuderà in negativo, con una candela nera più o meno speculare a quella bianca (positiva) di agosto. In Europa, i listini sono in questa situazione di consolidamento da almeno 3 mesi. Negli Stati Uniti, invece, è il primo mese che questo accade dopo 5 di rally dai minimi di marzo. Queste indicazioni vanno però inquadrate nel contesto d’incertezza in cui viviamo: da un lato la crescita dei contagi e le conseguenti misure restrittive sociali/economiche che potrebbero peggiorare la situazione, dall’altro l’azione espansiva di banche centrali e governi che ha dato l’impulso al recupero dei listini e che potrebgiudici. be essere ampliata ulteriormente». In questo contesto Piazza Affari ha tentato un recupero ma finora senza successo. Secondo gli esperti questo ribadisce che è prematuro sostenere che sia finita la fase lateral-ribassista delle ultime settimane. Volgendo lo sguardo verso gli Usa non si può non pensare alle prossime elezioni presidenziali. Sul punto Nicoloso è chiaro: «il valore delle opzioni incorpora una fine d’anno turbolento, in quanto dà per scontato che in caso di sconfitta con margini ridotti, Trump contesterà il risultato e chiederà l’intervento dei In caso di vittoria schiacciante invece, i repubblicani, ma forse non l’attuale inquilino della Casa Bianca, potrebbero decidere di desistere. Recentemente i capi di partito, anche quelli più vicini a Trump, hanno detto che il risultato elettorale sarà accettato per quel che è: chiuse le urne, ci sarà un avvicendamento ordinato». Dal punto di vista operativo Ramigni vede favorevolmente il titolo Tenaris, troppo penalizzato, così come Eni e Leonardo, mentre «Illimity piace per l’appeal sul fintech».