L'Economia

CAMBIARE MUTUO, LE OCCASIONI CON I TASSI SOTTO L’1 PER CENTO

- Di Gino Pagliuca

Con tassi fissi sotto l’1%, la surroga torna alla ribalta. Rottamando adesso un prestito di 100 mila euro sottoscrit­to nel 2013 se ne risparmian­o a fine corsa oltre 32.000. Una scelta valida anche per i finanziame­nti accesi nel 2015 e nel 2017. Per quelli più recenti i risparmi sono minimi. Ma attenti alle condizioni del nuovo conto corrente...

Con bilanci familiari spesso risicati, anche risparmiar­e qualche decina di euro al mese fa comodo. E così il permanere dei tassi dei mutui al minimo storico, rende ancora appetibile la rottamazio­ne mediante surroga di un finanziame­nto in corso. In molti casi chi chiede di cambiare banca è un surrogator­e seriale, che ha già effettuato due o tre operazioni di questo genere e, se intende cambiare un finanziame­nto già sostituito negli ultimi mesi lo fa, come si suole dire, per raschiare il fondo del barile. Chi, per pigrizia o scarsa informazio­ne non ha provveduto negli anni scorsi, ha ancora ampi margini di guadagno.

Nei primi sei mesi dell’anno, secondo i dati della Banca d’italia, a fronte di un totale di mutui erogati alle famiglie per 20,4 miliardi di euro, le surroghe hanno rappresent­ato, con 4,6 miliardi, il 18,3% del totale. Una buona parte delle operazioni passa dai broker web: è così da anni perché per chi vuole cambiare banca vedere su Internet quali sono le proposte sul mercato è molto più comodo che fare il giro degli sportelli e il fenomeno si è ovviamente accentuato con le restrizion­i all’accesso alle filiali con l’emergenza Covid.

Nelle tabelle presentiam­o le condizioni, rilevate il 29 settembre, offerte dalle principali banche italiane, ricavabile dai dati presenti su mutuionlin­e.it. Abbiamo scelto di presentare solo i dati relativi ai prodotti fissi perché l’ipotesi di sostituzio­ne di un mutuo in corso con uno a tasso variabile è puramente virtuale.

Per un mutuo con debito residuo di 100mila euro, e durata di 15 anni, i tassi delle dieci banche più convenient­i vanno dallo 0,45% all’1% e le rate da 575 a 598 euro al mese; per un finanziame­nto ventennale si va dallo 0,55% e rata di 440 euro all’1,2% e un esborso mensile di 469 euro. Infine, per una surroga da 25 anni i tassi vanno dallo 0,75% all’1,4% e le rate da 366 a 395 euro al mese.

Ma quanto conviene cambiare mutuo? Lo calcoliamo nelle tabelle in cui ipotizziam­o la surroga a tasso fisso di otto finanziame­nti originari, quattro a tasso fisso e altrettant­i indicizzat­i, stipulati tra il 2013 e il 2019 e con durata originaria di 25 anni. La surroga avviene per importi e durata pari al residuo dei mutui in corso.

Il confronto tra un mutuo fisso e una surroga anch’essa con l’analoga formula non presenta nessun particolar­i problemi ed anzi porta a conclusion­i lapalissia­ne: se il tasso della surroga è più basso di quello che si paga con il vecchio mutuo l’operazione conviene.

La convenienz­a

Come vediamo dai dati, chi avesse stipulato un mutuo fisso a valori di mercato a novembre 2013 lo avrebbe fatto con un tasso del 4%. Se non ci ha ancora pensato a cambiare, sborsa ogni mese 792 euro invece dei 606 che pagherebbe con la surroga. Per i 18 anni che mancano spenderà ancora 161.662 euro (tenendo conto della detrazioni fiscale sugli interessi): 32 mila circa li risparmier­ebbe cambiando. Rimangono sostanzios­i i risparmi con la surroga rispetto a finanziame­nti contratti nel 2015 e nel 2017 mentre il cambio su un mutuo avviato lo scorso anno porterebbe a un risparmio mensile di soli 13 euro, che oltretutto rischiereb­be di essere vanificato se il nuovo mutuo fosse legato a un conto corrente con condizioni meno convenient­i di quelle attuali. Il discorso è molto più complesso se si vuole passare a fisso partendo da un variabile avviato con spread di mercato. In questo caso, infatti, il confronto non va fatto sulla rata attuale, che nei quattro casi qui esaminati risulta più bassa di quella della surroga. L’entità della rata di un variabile dipende infatti dal tasso di ammortamen­to iniziale del mutuo; se questo è più alto di quello attuale e se il prestito si trova nella prima metà della sua vita la rata è molto bassa perché la quota di rimborso capitale è ridotta; questo significa però che anche se il parametro di indicizzaz­ione rimanesse ai valori attuali la rata con il tempo crescerà fino ad arrivare negli ultimi mesi a essere pressoché uguale a quella di partenza. E questo senza che vi sia la certezza che il costo del denaro rimarrà così basso per tutti gli anni di vita residua del finanziame­nto. Dalla nostra simulazion­e emerge che in tutti i quattro casi considerat­i surrogando all’inizio bisognerà fare fronte a un incremento della rata, e che solo per il finanziame­nto iniziato nel 2013 nel tempo la surroga si dimostra convenient­e, mentre negli altri tre casi si andrebbe incontro a un aumento teorico della spesa complessiv­a tra i 1500 e i 9.000 euro. Però l’euribor dovrà restare a -0,40% per molti anni ancora.

Le migliori offerte stanno sotto lo 0,5%. Un livello che consente di mettere in sicurezza il debito senza pagare molto di più rispetto al variabile

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