«HO FIDUCIA SBARCHIAMO IN BORSA PER CRESCERE IL PAESE STA RIPARTENDO»
Oggi all’aim l’azienda di nutraceutica partecipata da Rovati e First Capital. Bertin: ecco i piani
Suona la campanella per Labomar, azienda veneta di nutraceutica, integratori, dispositivi medici e cosmetica per conto terzi, che oggi debutta sul listino Aim di Borsa Italiana. Con Palazzo Mezzanotte chiuso per Covid, la cerimonia «sostitutiva» si terrà all’aperto, in Piazza Affari. È l’ottava quotazione sul mercato dedicato alle Pmi tricolori, in un anno piuttosto particolare. Secondo l’osservatorio Aim di Ir Top Consulting, in dieci anni sul listino alternativo sono approdate 188 società per una capitalizzazione complessiva di 5,6 miliardi.
Con l’operazione di quotazione, condotta interamente in aumento di capitale, Labomar (assistita da Imi- Intesa Sanpaolo, Cfo Sim, Banca Mediolanum e Bmodel) ha collocato quasi 5 milioni di azioni (comprensive dell’opzione greenshoe), per un controvalore di 30 milioni di euro circa, a fronte di una domanda superiore a 120 milioni: 4,2 volte l’offerta. Quasi la metà, il 42% della domanda complessiva, è arrivata da investitori esteri. Il prezzo di collocamento è di sei euro per azione, la capitalizzazione della società sfiora i 111 milioni. «Sono contentissimo e carico: con la quotazione avremo le risorse per continuare i nostri progetti: crescere, anche per linee esterne, ponderando altre acquisizioni, ancora all’estero, dopo quella di Importfab», spiega Walter Bertin, che da farmacista nella bottega di famiglia a Istrana (Treviso), nel 1998 ha dato vita all’azienda che oggi conta duecento clienti tra cui i big Bayer, Nestlé e Sanofi.
Labomar, 56,6 milioni di ricavi nel 2019, l’anno scorso ha infatti messo piede in Canada, avamposto strategico per il mercato nordamericano dell’integrazione, incorporando l’azienda di nutraceutica di Montreal. Un’operazione che Bertin giudica di successo, nonostante le difficoltà del lockdown. «Ci siamo organizzati e gestiamo tutto da remoto. Abbiamo grandi progetti in testa — racconta l’imprenditore —. Se vuoi crescere velocemente devi fare acquisizioni, cercando aziende in linea con il tuo Dna, come è Importfab, impresa familiare con un business che sappiamo come valorizzare. Quando l’abbiamo acquisita mi ricordava la Ladopo bomar di dieci anni fa». Oggi le cose sono cambiate e il momento è cruciale, non solo per l’azienda veneta. «Nonostante l’emergenza sanitaria ed economica, credo che ci siano opportunità per le imprese che investono in innovazione e che, per crescere ancora e più velocemente, decidono di raccogliere capitali in Borsa. Le aziende che si quotano sono un bel messaggio per il sistema Paese». l’aumento di capitale, il flottante di Labomar sarà pari a 17,9% del capitale sociale. La maggioranza (71,1%) resta in mano a LBM Holding, che fa capo a Bertin e che aveva già rilevato le quote di minoranza del Fondo di Investimento Italiano, entrato nel 2012 per supportare l’azienda in una fase di espansione. Tra gli azionisti anche Fidim, holding della famiglia Rovati, attiva nella ricerca medica e farmaceutica attraverso la controllata Rottapharm Biotech, e Value First Sicaf, il veicolo di investimento della holding First Capital, dedicato alla crescita delle Pmi tricolori. «Le due settimane di roadshow sono state entusiasmanti: ho visto molto interesse intorno all’azienda e a quello che facciamo», spiega Bertin.
Brevetti e nuovi lanci
I numeri gli danno ragione: Labomar, che è anche fra i Campioni della speciale classifica de L’economia e Italypost, nel lockdown non ha mai chiuso e ha raggiunto i 33 milioni di euro di ricavi consolidati nel primo semestre dell’anno, con la capogruppo che segna un più 18,4% rispetto allo stesso periodo del 2019, toccando i 27,6 milioni, e la controllata Importfab che arriva a 5,4. Labomar oggi lavora su sei stabilimenti, ha 300 dipendenti e 16 brevetti registrati. Nel mese di luglio ha festeggiato il 300 milione
La quotazione è avvenuta interamente in aumento di capitale Il 42% della domanda è pervenuta da investitori esteri
Il fondatore: «Sono orgoglioso e carico per l’ipo. Con questa operazione avremo le risorse per svilupparci per linee esterne»
simo prodotto, mentre una nuova sede nascerà, sempre a Istrana, su un’area di 53 mila metri quadrati: nel 2021 l’inizio dei lavori.
Spiega ancora Bertin: «Il mercato degli integratori è in espansione, oggi c’è richiesta anche da parte di aziende che prima non erano interessate, noi entro l’anno lanceremo altri quattro-cinque prodotti per le difese immunitarie, mentre si consoliderà anche la domanda di gel detergenti e disinfettanti». Labomar ha iniziato a produrli sfruttando l’impianto dedicato alla nuova branca dell’azienda, la cosmesi, e oggi fornisce gratis le forze dell’ordine della provincia di Treviso. «Nel 2021 lanceremo la cosmesi funzionale — spiega l’imprenditore — anche sui mercati internazionali. Sul fronte acquisizioni, abbiamo frenato alcuni progetti per il lockdown, ma entro il 2022-2023 conto di portare a termine le operazioni necessarie per la Labomar che ho in mente. Faremo crescere la struttura in Canada, ma anche l’europa ci interessa».