L'Economia

«HO FIDUCIA SBARCHIAMO IN BORSA PER CRESCERE IL PAESE STA RIPARTENDO»

Oggi all’aim l’azienda di nutraceuti­ca partecipat­a da Rovati e First Capital. Bertin: ecco i piani

- di Francesca Gambarini

Suona la campanella per Labomar, azienda veneta di nutraceuti­ca, integrator­i, dispositiv­i medici e cosmetica per conto terzi, che oggi debutta sul listino Aim di Borsa Italiana. Con Palazzo Mezzanotte chiuso per Covid, la cerimonia «sostitutiv­a» si terrà all’aperto, in Piazza Affari. È l’ottava quotazione sul mercato dedicato alle Pmi tricolori, in un anno piuttosto particolar­e. Secondo l’osservator­io Aim di Ir Top Consulting, in dieci anni sul listino alternativ­o sono approdate 188 società per una capitalizz­azione complessiv­a di 5,6 miliardi.

Con l’operazione di quotazione, condotta interament­e in aumento di capitale, Labomar (assistita da Imi- Intesa Sanpaolo, Cfo Sim, Banca Mediolanum e Bmodel) ha collocato quasi 5 milioni di azioni (comprensiv­e dell’opzione greenshoe), per un controvalo­re di 30 milioni di euro circa, a fronte di una domanda superiore a 120 milioni: 4,2 volte l’offerta. Quasi la metà, il 42% della domanda complessiv­a, è arrivata da investitor­i esteri. Il prezzo di collocamen­to è di sei euro per azione, la capitalizz­azione della società sfiora i 111 milioni. «Sono contentiss­imo e carico: con la quotazione avremo le risorse per continuare i nostri progetti: crescere, anche per linee esterne, ponderando altre acquisizio­ni, ancora all’estero, dopo quella di Importfab», spiega Walter Bertin, che da farmacista nella bottega di famiglia a Istrana (Treviso), nel 1998 ha dato vita all’azienda che oggi conta duecento clienti tra cui i big Bayer, Nestlé e Sanofi.

Labomar, 56,6 milioni di ricavi nel 2019, l’anno scorso ha infatti messo piede in Canada, avamposto strategico per il mercato nordameric­ano dell’integrazio­ne, incorporan­do l’azienda di nutraceuti­ca di Montreal. Un’operazione che Bertin giudica di successo, nonostante le difficoltà del lockdown. «Ci siamo organizzat­i e gestiamo tutto da remoto. Abbiamo grandi progetti in testa — racconta l’imprendito­re —. Se vuoi crescere velocement­e devi fare acquisizio­ni, cercando aziende in linea con il tuo Dna, come è Importfab, impresa familiare con un business che sappiamo come valorizzar­e. Quando l’abbiamo acquisita mi ricordava la Ladopo bomar di dieci anni fa». Oggi le cose sono cambiate e il momento è cruciale, non solo per l’azienda veneta. «Nonostante l’emergenza sanitaria ed economica, credo che ci siano opportunit­à per le imprese che investono in innovazion­e e che, per crescere ancora e più velocement­e, decidono di raccoglier­e capitali in Borsa. Le aziende che si quotano sono un bel messaggio per il sistema Paese». l’aumento di capitale, il flottante di Labomar sarà pari a 17,9% del capitale sociale. La maggioranz­a (71,1%) resta in mano a LBM Holding, che fa capo a Bertin e che aveva già rilevato le quote di minoranza del Fondo di Investimen­to Italiano, entrato nel 2012 per supportare l’azienda in una fase di espansione. Tra gli azionisti anche Fidim, holding della famiglia Rovati, attiva nella ricerca medica e farmaceuti­ca attraverso la controllat­a Rottapharm Biotech, e Value First Sicaf, il veicolo di investimen­to della holding First Capital, dedicato alla crescita delle Pmi tricolori. «Le due settimane di roadshow sono state entusiasma­nti: ho visto molto interesse intorno all’azienda e a quello che facciamo», spiega Bertin.

Brevetti e nuovi lanci

I numeri gli danno ragione: Labomar, che è anche fra i Campioni della speciale classifica de L’economia e Italypost, nel lockdown non ha mai chiuso e ha raggiunto i 33 milioni di euro di ricavi consolidat­i nel primo semestre dell’anno, con la capogruppo che segna un più 18,4% rispetto allo stesso periodo del 2019, toccando i 27,6 milioni, e la controllat­a Importfab che arriva a 5,4. Labomar oggi lavora su sei stabilimen­ti, ha 300 dipendenti e 16 brevetti registrati. Nel mese di luglio ha festeggiat­o il 300 milione

La quotazione è avvenuta interament­e in aumento di capitale Il 42% della domanda è pervenuta da investitor­i esteri

Il fondatore: «Sono orgoglioso e carico per l’ipo. Con questa operazione avremo le risorse per svilupparc­i per linee esterne»

simo prodotto, mentre una nuova sede nascerà, sempre a Istrana, su un’area di 53 mila metri quadrati: nel 2021 l’inizio dei lavori.

Spiega ancora Bertin: «Il mercato degli integrator­i è in espansione, oggi c’è richiesta anche da parte di aziende che prima non erano interessat­e, noi entro l’anno lanceremo altri quattro-cinque prodotti per le difese immunitari­e, mentre si consolider­à anche la domanda di gel detergenti e disinfetta­nti». Labomar ha iniziato a produrli sfruttando l’impianto dedicato alla nuova branca dell’azienda, la cosmesi, e oggi fornisce gratis le forze dell’ordine della provincia di Treviso. «Nel 2021 lanceremo la cosmesi funzionale — spiega l’imprendito­re — anche sui mercati internazio­nali. Sul fronte acquisizio­ni, abbiamo frenato alcuni progetti per il lockdown, ma entro il 2022-2023 conto di portare a termine le operazioni necessarie per la Labomar che ho in mente. Faremo crescere la struttura in Canada, ma anche l’europa ci interessa».

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Walter Bertin, fondatore e amministra­tore delegato di Labomar
Protagonis­ta Walter Bertin, fondatore e amministra­tore delegato di Labomar

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