Un matrimonio (di carta) per crescere all’estero
Nasce Industriaumbra, dal merger fra Fisadorelli e Brefiocarta
Crescita dimensionale, patrimonializzazione e internazionalizzazione. Sono questi i tre driver che hanno condotto al merger fra Fisadorelli e Brefiocart — due realtà umbre attive nel settore cartotecnico — e alla conseguente nascita di Industriaumbra, società da 30 milioni di fatturato, 120 dipendenti, stabilimenti a Città di Castello e Sigillo, in provincia di Perugia, e filiali commerciali a Torino, Parigi e Belgrado. Dal punto di vista industriale l’operazione, oltre a mettere a fattore comune le distinte reti commerciali, porterà così a un’integrazione verticale delle principali fasi di lavorazione della carta, dall’accoppiamento alla stampa digitale di ultima generazione. Brefiocart, nata nel 2003 come azienda familiare, ha infatti puntato sul mercato degli articoli cartotecnici per l’archiviazione da ufficio e sulla produzione di materiale per il mondo della scuola, con una clientela che spazia da Buffetti a Mondoffice fino a Pigna. Fisadorelli, attiva dal 2011, è invece un’azienda nata dalla collaborazione tra Fisa, storica azienda cartotecnica dell’alto Tevere umbro, e l’imprenditore Alessio Dorelli con l’obiettivo di realizzare un’integrazione di filiera fra il lato più creativo e quello industriale della realizzazione di espositori in cartone per partner come Ferrero, Coca Cola, Beiersdorf, Bic, L’oreal e Nestlè.
Ragiona Alberto Dorelli, che sarà il direttore generale della nuova società compartecipata pariteticamente dalle due aziende e guidata dal manager Brefiocart Bruno Fiorucci (la presidenza andrà invece a Massimo Biagioni): «Abbiamo una linea di prodotti diversa ma i punti di forza saranno dati da un portafoglio clienti complementare e da una cultura industriale comune, come comune è la consapevolezza che solo la dimensione possa sostenere un modello di governance innovativo, cioè estremamente managerializzato,e che al contempo garantisca al territorio stabilità occupazionale e ricadute economiche». Ancora prematura la fase di definizione degli obiettivi strategici di sviluppo commerciale, la nuova realtà è ora al lavoro per concretizzare la fusione dal punto di vista industriale. «Abbiamo già sul tavolo alcuni progetti che riguardano l’integrazione fra le diverse offerte di prodotto — ragiona Dorelli —. I nostri clienti, seppur presidiando settori anche molto differenti fra loro, presentano alcune analogie, prima fra tutte quello di essere, ciascuno, un leader di mercato e ciò crediamo possa rivelarsi un moltiplicatore di business, anche all’estero, dove puntiamo».
L’operazione, che era nell’aria già da prima dell’emergenza sanitaria, si è tuttavia finalizzata in un momento congiunturale non dei migliori: «Ci vuole coraggio, è vero — conclude Dinelli — ma credo che sia un messaggio di fiducia per un territorio che vuol ripartire».