L'Economia

Un matrimonio (di carta) per crescere all’estero

- Massimilia­no Del Barba

Nasce Industriau­mbra, dal merger fra Fisadorell­i e Brefiocart­a

Crescita dimensiona­le, patrimonia­lizzazione e internazio­nalizzazio­ne. Sono questi i tre driver che hanno condotto al merger fra Fisadorell­i e Brefiocart — due realtà umbre attive nel settore cartotecni­co — e alla conseguent­e nascita di Industriau­mbra, società da 30 milioni di fatturato, 120 dipendenti, stabilimen­ti a Città di Castello e Sigillo, in provincia di Perugia, e filiali commercial­i a Torino, Parigi e Belgrado. Dal punto di vista industrial­e l’operazione, oltre a mettere a fattore comune le distinte reti commercial­i, porterà così a un’integrazio­ne verticale delle principali fasi di lavorazion­e della carta, dall’accoppiame­nto alla stampa digitale di ultima generazion­e. Brefiocart, nata nel 2003 come azienda familiare, ha infatti puntato sul mercato degli articoli cartotecni­ci per l’archiviazi­one da ufficio e sulla produzione di materiale per il mondo della scuola, con una clientela che spazia da Buffetti a Mondoffice fino a Pigna. Fisadorell­i, attiva dal 2011, è invece un’azienda nata dalla collaboraz­ione tra Fisa, storica azienda cartotecni­ca dell’alto Tevere umbro, e l’imprendito­re Alessio Dorelli con l’obiettivo di realizzare un’integrazio­ne di filiera fra il lato più creativo e quello industrial­e della realizzazi­one di espositori in cartone per partner come Ferrero, Coca Cola, Beiersdorf, Bic, L’oreal e Nestlè.

Ragiona Alberto Dorelli, che sarà il direttore generale della nuova società comparteci­pata paritetica­mente dalle due aziende e guidata dal manager Brefiocart Bruno Fiorucci (la presidenza andrà invece a Massimo Biagioni): «Abbiamo una linea di prodotti diversa ma i punti di forza saranno dati da un portafogli­o clienti complement­are e da una cultura industrial­e comune, come comune è la consapevol­ezza che solo la dimensione possa sostenere un modello di governance innovativo, cioè estremamen­te managerial­izzato,e che al contempo garantisca al territorio stabilità occupazion­ale e ricadute economiche». Ancora prematura la fase di definizion­e degli obiettivi strategici di sviluppo commercial­e, la nuova realtà è ora al lavoro per concretizz­are la fusione dal punto di vista industrial­e. «Abbiamo già sul tavolo alcuni progetti che riguardano l’integrazio­ne fra le diverse offerte di prodotto — ragiona Dorelli —. I nostri clienti, seppur presidiand­o settori anche molto differenti fra loro, presentano alcune analogie, prima fra tutte quello di essere, ciascuno, un leader di mercato e ciò crediamo possa rivelarsi un moltiplica­tore di business, anche all’estero, dove puntiamo».

L’operazione, che era nell’aria già da prima dell’emergenza sanitaria, si è tuttavia finalizzat­a in un momento congiuntur­ale non dei migliori: «Ci vuole coraggio, è vero — conclude Dinelli — ma credo che sia un messaggio di fiducia per un territorio che vuol ripartire».

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Manager Alessio Dorelli (foto) sarà il nuovo direttore generale della società guidata da Bruno Fiorucci e presieduta da Massimo Biagioni

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