AL POLO DI SIENA SI CORRE SU (TUTTI) I VACCINI
Sembra il titolo di un kolossal di Hollywood: «End to End». In realtà è un modello che vede l’italia tra i pochi centri al mondo in grado di ricercare, sviluppare, produrre e distribuire vaccini nell’ambito di un network mondiale.
Fra i siti coinvolti c’è quello a Sienarosia di Gsk, Glaxo Smithkline, azienda ai vertici per la produzione di vaccini con un fatturato di 7,1 miliardi di sterline nel 2019, una pipeline di 15 vaccini e 701 milioni di dosi distribuite nel mondo. Nella rete globale del gruppo farmaceutico, che arriva a distribuire circa due milioni di dosi di vaccini ogni giorno per la prevenzione a tutte le età, il polo italiano svolge un ruolo cruciale.
A Siena ha sede uno dei tre centri Ricerca e sviluppo globali per i vaccini, insieme con Rixensart in Belgio e Rockville negli Usa, del gruppo guidato nel mondo dalla ceo Emma Walmsley e in Italia nel settore Pharma da Fabio Landazabal. La vicina sede di Rosia è un centro di eccellenza per la produzione di vaccini, sito strategico nella rete di 12 stabilimenti manufatturieri dislocati in nove Paesi.
La produzione e ricerca in Toscana si sono affermate come un modello mondiale nel network Gsk che distribuisce 701 milioni di dosi nel globo. E ora investe 42 milioni sul controllo qualità
All’avanguardia
Sono più di 2.000 i collaboratori che operano tra Siena e Rosia, con una produzione di oltre 47 milioni di dosi di vaccino nel solo 2019, distribuite in 54 Paesi nel mondo. «L’insediamento di Siena-rosia è strategico nello scacchiere mondiale di Gsk Vaccines — dice David Serp, responsabile del sito di Rosia, capo delle Industrial operations in Gsk Vaccines — perché siamo in grado di “coprire” tutto il ciclo di vita di un vaccino, dalla ricerca fino allo sviluppo, alla successiva produzione, infialamento, confezionamento e distribuzione». La prossimità tra Siena e Rosia, poi, rende più semplice la condivisione di conoscenze. «A Rosia lavoriamo al costante aggiornamento su digitalizzazione e automatizzazione — dice Serp — , con tecnologie e processi sempre più innovativi. Oggi siamo un sito all’avanguardia, in grado di attrarre nuove produzioni strategiche». Tra queste c’è, recente, quella dell’adiuvante AS03 per il candidato vaccino Covid-19. Oltre alla competenza scientifica e tecnica, fanno la differenza le capacità nello sviluppo e nell’applicazione della tecnologia adiuvante.
Serp è un ingegnere chimico con master in biotecnologia , viene da Novartis e Sandoz. Dopo gli studi in Danimarca e a Losanna si è specializzato anche alla University of California di Berkeley. «Siamo leader del settore da oltre 30 anni e continuiamo a innovare — dice —. Attraverso ampi studi clinici e dati di farmacovigilanza, abbiamo dati solidi che dimostrano il rapporto sicurezza-beneficio della nostra tecnologia adiuvante su vasta scala».
La forza dell’oggi nasce dall’eredità di un passato unico: il Centro ricerche di Siena è stato il primo al mondo a sviluppare il vaccino contro la pertosse, quello antinfluenzale con adiuvante, quello pediatrico tetravalente contro i ceppi Acwy della meningite e quello contro la meningite B, attraverso l’innovativa tecnica della «reverse vaccinology». Dal 2015 al 2019 ha gestito investimenti per oltre 457 milioni in ricerca e sviluppo.
Rosia oggi è l’unico sito al mondo dove si producono vaccini contro tutti i principali ceppi del meningococco (A, B, C, W, Y). È anche l’unico all’interno del network Gsk a produrre i due vaccini più moderni: contro il meningococco B e contro l’herpes zoster. Dal 2015 al 2019 sono stati investiti circa 195 milioni in infrastrutture ed impianti produttivi.
I progetti
In questa logica di sviluppo della sede italiana di Gsk Vaccines si inseriscono due grandi progetti, lo Smart Lab e la Qc Facility. «Il primo è un modello innovativo per strutturare i flussi e organizzare gli spazi di lavoro — dice Serp —, ideato da Gsk per i suoi laboratori di ricerca e sviluppo tecnico. A Siena, grazie ad un investimento di 16 milioni di euro, ci sarà la prima applicazione nel nostro network Vaccini, per rafforzare ulteriormente il “ponte” di collegamento immediato tra ricerca e produzione». Il nuovo edificio Qc-facility, che nasce grazie a un investimento di 42 milioni, è interamente dedicato al controllo qualità, dallo sviluppo clinico del vaccino alla produzione e distribuzione. La sicurezza, infatti, è un fattore chiave per un vaccino, dove più del 70% del tempo è assorbito dai controlli di qualità: ogni lotto di vaccino per il meningococco B, per esempio, è sottoposto a circa 225 analisi. «Ovviamente, dietro alla ricerca e allo sviluppo tecnologico ci sono sempre le persone — dice Serp —. È grazie al loro impegno e professionalità che riusciamo a fornire i nostri vaccini ai pazienti di tutto il mondo. Sono altamente qualificate e vantano competenze tecniche all’avanguardia attraverso un continuo aggiornamento e sviluppo professionale».
A Siena si cercano poi soluzioni per i Paesi a basso reddito, con il Gsk Vaccines Institute for Global Health (Gvgh). La struttura, che lavora per sviluppare nuovi vaccini efficaci per malattie «dimenticate» e dal costo sostenibile, impegna oltre 35 scienziati. È finanziata sia direttamente da Gsk sia con partnership esterne, tra cui la Gates Foundation, il Wellcome Trust e l’unione europea.
Fabio Landazabal, dal giugno scorso a capo del settore Pharma di Gsk in Italia. Laureato in Medicina e chirurgia a Bogotá, prima era responsabile dei Mercati emergenti, sempre per il gruppo Glaxo Smithkline