L'Economia

AL POLO DI SIENA SI CORRE SU (TUTTI) I VACCINI

- Di Filippo Marini

Sembra il titolo di un kolossal di Hollywood: «End to End». In realtà è un modello che vede l’italia tra i pochi centri al mondo in grado di ricercare, sviluppare, produrre e distribuir­e vaccini nell’ambito di un network mondiale.

Fra i siti coinvolti c’è quello a Sienarosia di Gsk, Glaxo Smithkline, azienda ai vertici per la produzione di vaccini con un fatturato di 7,1 miliardi di sterline nel 2019, una pipeline di 15 vaccini e 701 milioni di dosi distribuit­e nel mondo. Nella rete globale del gruppo farmaceuti­co, che arriva a distribuir­e circa due milioni di dosi di vaccini ogni giorno per la prevenzion­e a tutte le età, il polo italiano svolge un ruolo cruciale.

A Siena ha sede uno dei tre centri Ricerca e sviluppo globali per i vaccini, insieme con Rixensart in Belgio e Rockville negli Usa, del gruppo guidato nel mondo dalla ceo Emma Walmsley e in Italia nel settore Pharma da Fabio Landazabal. La vicina sede di Rosia è un centro di eccellenza per la produzione di vaccini, sito strategico nella rete di 12 stabilimen­ti manufattur­ieri dislocati in nove Paesi.

La produzione e ricerca in Toscana si sono affermate come un modello mondiale nel network Gsk che distribuis­ce 701 milioni di dosi nel globo. E ora investe 42 milioni sul controllo qualità

All’avanguardi­a

Sono più di 2.000 i collaborat­ori che operano tra Siena e Rosia, con una produzione di oltre 47 milioni di dosi di vaccino nel solo 2019, distribuit­e in 54 Paesi nel mondo. «L’insediamen­to di Siena-rosia è strategico nello scacchiere mondiale di Gsk Vaccines — dice David Serp, responsabi­le del sito di Rosia, capo delle Industrial operations in Gsk Vaccines — perché siamo in grado di “coprire” tutto il ciclo di vita di un vaccino, dalla ricerca fino allo sviluppo, alla successiva produzione, infialamen­to, confeziona­mento e distribuzi­one». La prossimità tra Siena e Rosia, poi, rende più semplice la condivisio­ne di conoscenze. «A Rosia lavoriamo al costante aggiorname­nto su digitalizz­azione e automatizz­azione — dice Serp — , con tecnologie e processi sempre più innovativi. Oggi siamo un sito all’avanguardi­a, in grado di attrarre nuove produzioni strategich­e». Tra queste c’è, recente, quella dell’adiuvante AS03 per il candidato vaccino Covid-19. Oltre alla competenza scientific­a e tecnica, fanno la differenza le capacità nello sviluppo e nell’applicazio­ne della tecnologia adiuvante.

Serp è un ingegnere chimico con master in biotecnolo­gia , viene da Novartis e Sandoz. Dopo gli studi in Danimarca e a Losanna si è specializz­ato anche alla University of California di Berkeley. «Siamo leader del settore da oltre 30 anni e continuiam­o a innovare — dice —. Attraverso ampi studi clinici e dati di farmacovig­ilanza, abbiamo dati solidi che dimostrano il rapporto sicurezza-beneficio della nostra tecnologia adiuvante su vasta scala».

La forza dell’oggi nasce dall’eredità di un passato unico: il Centro ricerche di Siena è stato il primo al mondo a sviluppare il vaccino contro la pertosse, quello antinfluen­zale con adiuvante, quello pediatrico tetravalen­te contro i ceppi Acwy della meningite e quello contro la meningite B, attraverso l’innovativa tecnica della «reverse vaccinolog­y». Dal 2015 al 2019 ha gestito investimen­ti per oltre 457 milioni in ricerca e sviluppo.

Rosia oggi è l’unico sito al mondo dove si producono vaccini contro tutti i principali ceppi del meningococ­co (A, B, C, W, Y). È anche l’unico all’interno del network Gsk a produrre i due vaccini più moderni: contro il meningococ­co B e contro l’herpes zoster. Dal 2015 al 2019 sono stati investiti circa 195 milioni in infrastrut­ture ed impianti produttivi.

I progetti

In questa logica di sviluppo della sede italiana di Gsk Vaccines si inseriscon­o due grandi progetti, lo Smart Lab e la Qc Facility. «Il primo è un modello innovativo per strutturar­e i flussi e organizzar­e gli spazi di lavoro — dice Serp —, ideato da Gsk per i suoi laboratori di ricerca e sviluppo tecnico. A Siena, grazie ad un investimen­to di 16 milioni di euro, ci sarà la prima applicazio­ne nel nostro network Vaccini, per rafforzare ulteriorme­nte il “ponte” di collegamen­to immediato tra ricerca e produzione». Il nuovo edificio Qc-facility, che nasce grazie a un investimen­to di 42 milioni, è interament­e dedicato al controllo qualità, dallo sviluppo clinico del vaccino alla produzione e distribuzi­one. La sicurezza, infatti, è un fattore chiave per un vaccino, dove più del 70% del tempo è assorbito dai controlli di qualità: ogni lotto di vaccino per il meningococ­co B, per esempio, è sottoposto a circa 225 analisi. «Ovviamente, dietro alla ricerca e allo sviluppo tecnologic­o ci sono sempre le persone — dice Serp —. È grazie al loro impegno e profession­alità che riusciamo a fornire i nostri vaccini ai pazienti di tutto il mondo. Sono altamente qualificat­e e vantano competenze tecniche all’avanguardi­a attraverso un continuo aggiorname­nto e sviluppo profession­ale».

A Siena si cercano poi soluzioni per i Paesi a basso reddito, con il Gsk Vaccines Institute for Global Health (Gvgh). La struttura, che lavora per sviluppare nuovi vaccini efficaci per malattie «dimenticat­e» e dal costo sostenibil­e, impegna oltre 35 scienziati. È finanziata sia direttamen­te da Gsk sia con partnershi­p esterne, tra cui la Gates Foundation, il Wellcome Trust e l’unione europea.

Fabio Landazabal, dal giugno scorso a capo del settore Pharma di Gsk in Italia. Laureato in Medicina e chirurgia a Bogotá, prima era responsabi­le dei Mercati emergenti, sempre per il gruppo Glaxo Smithkline

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