E per big pharma è l’ora degli accordi

Sfida comune contro il Covid

Sicurezza ed efficacia. Ecco che cosa si chiede ai tanti candidati vaccini in studio per il virus Sars-cov-2, responsabile di Covid-19. Ma quando le autorità regolatorie avranno individuato i vaccini disponibili ci sarà un’altra necessità: disporre in tempi brevi di grandi quantità di dosi per poter proteggere in tempi rapidi il massimo numero di persone. Come sarà più semplice raggiungere l’obiettivo? «Risparmiando» sull’antigene necessario per stimolare una risposta difensiva da parte della persona vaccinata, attraverso una sorta di «energizzante» della vaccinazione che potenzi la risposta del sistema immunitario: l’adiuvante.

I composti destinati a svolgere questo ruolo basilare si chiamano adiuvanti ed è su essi che si concentra l’impegno di Gsk, che vede in prima linea proprio la sede produttiva di Rosia: anche nel sito toscano infatti verrà infialato e confezionato l’adiuvante specifico per i candidati vaccini anti Covid-19. È ormai evidente dagli studi in laboratorio e dai primi risultati delle prove cliniche nell’uomo che i vaccini basati su proteine ricombinanti sono, tra tutti i prodotti in sviluppo, quelli che inducono il più alto titolo di anticorpi capace di neutralizzare il virus, ma che lo fanno solo amministrati insieme con un adiuvante. Nel potenziare la rispoil sta immunitaria contro il virus, l’adiuvante permette di usare dosi di vaccino molto basse, quindi moltiplicare il numero di persone che si possono vaccinare con la stessa quantità di vaccino: importante durante la pandemia.

Gsk sta collaborando con 19 tra aziende e gruppi di ricerca nello sforzo di arrivare a un vaccino, prefiggendosi un obiettivo produttivo di un miliardo di dosi di adiuvante entro la fine del 2021. In questo senso Gsk ha unito le forze con Sanofi, per mettere assieme le competenze di due tra i maggiori gruppi mondiali nella ricerca e produzione di vaccini, per lo sviluppo di un vaccino adiuvato per Covid-19.