L’ecommerce? Lo metto nella bottiglia
Il lockdown ha accelerato le strategie digitali
Ecommerce e digitalizzazione sono cool. I numeri sono ancora modesti, ma l’isolamento fisico obbligato ha spinto i produttori a sperimentare i canali digitali e in molti hanno scoperto un nuovo modo per avvicinare pubblico, agenti e clienti che sarà sempre più utilizzato. Da tutti gli attori del mercato. Dalle aziende che lavorano con la grande distribuzione organizzata, che nel terribile 2020 sono andate anche meglio del solito, con tassi di sviluppo sostenuti, specie se esportatrici verso paesi legati al retail come Canada, Paesi Scandinavi e Usa. E anche dalle cantine che fin qui hanno concentrato il loro business sul canale horeca (bar, ristoranti,hotel) messo in ginocchio dalla crisi. «Il mondo del vino ha imparato che il canale retail, le grandi superfici di vendita e l’ecommerce possono rappresentare alternative interessanti alla commercializzazione esclusiva attraverso il canale horeca» — dice Ettore Nicoletto ceo di Bertani Domains ( braccio vinicolo del gruppo farmaceutico Angelini), e presidente del Consorzio Lugana — E anche il digital marketing, dopo la sbornia durante il lock down, ha suggerito agli operatori che attraverso questo strumento, non sostitutivo ma complementare, si può avvicinare più facilmente il consumatore e rendere più capillare la distribuzione». «L’ecommerce per noi è una start up con piccoli numeri che potrà affiancare nel tempo il canale horeca che per noi resta centrale assorbendo l’85% del nostro lavoro — racconta Alberto Serena, ceo di Montelvini, azienda veneta di famiglia tra i leader nella produzione di Prosecco —. Siamo fiduciosi, perché l’estate è andata molto bene trainati dalla bollicine e ci ha permesso di dimezzare le perdite registrate a fine maggio, ciò grazie al coinvolgimento di tutta la rete di vendita con l’iniziativa Alleati per la ripartenza: un sostegno concreto su base meritocratica ai partner commerciali, per superare l’emergenza, che ci ha anche consentito di salvaguardare il valore dei nostri vini». La multicanalità è un punto di forza della Masottina, altro brand del Prosecco guidato dalla famiglia Dal Bianco. «Il 2020 è stato per noi un acceleratore di ciò che avevamo già pianificato. Un esempio è l’attivazione della vendita online che si basa su collaborazioni strutturate come quelle con Xtrawine e Callmewine, senza però interferire con l’ottimo lavoro dei partner che da sempre ci hanno supportato», dice il vicepresidente Federico Dal Bianco. I buoni risultati nella grande distribuzione organizzata dove ha guadagnato quote di mercato ha permesso alla veneta Sartori di bilanciare in buona parte le perdite nel canale Horeca. «Purtroppo stanno soffrendo i vini premium come l’amarone e sarà importante vedere se per questa tipologia di vini ci sarà una ripresa nel periodo natalizio» dice Andrea Sartori, presidente della cantina veneta che per quanto riguarda l’ecommerce, attivata a supporto del wine shop aziendale, ritiene più opportuno affidarsi a specialisti del ramo. «Il mercato online del vino è una grande opportunità per i produttori, ma è doveroso cercare di comprendere bene i profili socio-demografici dei propri consumatori. Le occasioni a disposizione sono diverse: ritengo ci si debba focalizzare su operazioni di cross-marketing con aziende di altri settori e favorire i marketplace specializzati che già sono in grado di generare traffico e di profilare il messaggio al consumatore giusto», sostiene Massimo Tuzzi, neo ad del gruppo Terra Moretti vino oggi presieduto da Francesca Moretti. Ma c’è chi ha investito da tempo su tutti i fronti operativi portando a casa risultati di rilievo, come dimostrano le esperienze di grandi aziende come Pasqua Vigneti e Santa Margherita.