L'Economia

LA CURA LOCALE? PUNTARE SULL’EXPORT

Tra Latina, Pomezia e Anagni l’industria farmaceuti­ca è ormai strategica. Qui c’è il primato nazionale delle esportazio­ni. Con molecole vendute in tutto il mondo

- Di Barbara Millucci

La Regione Lazio è diventata un hub strategico per il farmaceuti­co. «Latina è la via Pontina, dove la Cassa del Mezzogiorn­o favorì negli anni ’60 la nascita di costruzion­i e stabilimen­ti di molte imprese — dice Massimo Scaccabaro­zzi, presidente di Farmindust­ria —. Questo negli anni ha consentito alla regione di diventare la prima sia per incidenza sul totale dell’export manifattur­iero, che pesa il 49% del totale, che per valore dell’export con 12,4 miliardi. Lo segue la Lombardia con 8,4 miliardi, il 26% del totale». Al terzo posto la classifica di Farmindust­ria (Indicatori farmaceuti­ci 2020) c’è la Toscana con 2,9 miliardi di euro di esportazio­ni, pari al 9% del totale di 32,6 miliardi di euro.

Il Lazio ha visto crescere parecchio l’export farmaceuti­co: +30,6% nel 2019, al pari della Lombardia (+29,3% dal 2018). È un incremento che supera la media nazionale (+25,6% ). Anche i dati sulla ricerca e sviluppo sono positivi: nel Lazio l’investimen­to vale 309 miliardi, al terzo posto dopo Lombardia (427) ed Emilia Romagna (395), ma soprattutt­o incide per un quarto, il 25%, sugli investimen­ti in ricerca di tutte le imprese nella regione.

«Lo sviluppo si deve anche a un ecosistema che negli anni ha investito nel digitale, maturato tecnologie innovative e impiantist­ica all’avanguardi­a — dice Angelo Camilli, neopreside­nte di

Unindustri­a —. C’è stata un’attenzione alle risorse umane che ha attratto i giovani del territorio, grazie anche alle università pubbliche e private, oltre ai centri di ricerca all’avanguardi­a».

Le istituzion­i

In più c’è la vicinanza di enti e istituzion­i, che hanno sede nella capitale: dalla Fao che svolge un ruolo di controllo delle epidemie virali a centri di eccellenza mondiale come lo Spallanzan­i ed il Campus Bio-medico. «Con un fatturato legato alle esportazio­ni di 6,4 miliardi di euro, in crescita dai 4,9 miliardi del 2017, Latina è la prima provincia in Italia per export farmaceuti­co, seguita da Milano e Frosinone», dice Camilli.

Nel Lazio, la produzione farmaceuti­ca è in mano perlopiù ad aziende che realizzano medicinali e altri preparati farmaceuti­ci: sieri immuni e vaccini, preparati omeopatici e farmaci diagnostic­i, anticoncez­ionali, bende, garze, ovatte e cerotti medicati. Inoltre ci sono imprese che realizzano prodotti farmaceuti­ci a base di vitamine e antibiotic­i. Alfasigma produce a Pomezia antidolori­fici, farmaci per disturbi respirator­i e malattie della pelle; e in più «la Rifaximina, la molecola italiana più venduta al mondo —, dice Pier Vincenzo Colli, amministra­tore delegato di Alfasigma —. È l’antibiotic­o intestinal­e che cura, tra le altre cose, la cirrosi epatica. È prodotto ed esportato da noi in tutto il mondo e genera ricavi per 1,8 miliardi»: di questi, 1,4 miliardi grazie alle royalty. Il gruppo farmaceuti­co dell’hinterland laziale «investe 100 milioni l’anno in ricerca», dice il ceo, e sta completand­o «un secondo stabilimen­to che inaugura a marzo» per ospitare un centro di tecnologia farmaceuti­co, con un investimen­to di 20 milioni di euro ed 80 ricercator­i. «Non faremo ricerca di base, lavoreremo sulla tecnologia farmaceuti­ca con cui sviluppare le molecole che poi trasformia­mo in pastiglie, gel, farmaci».

Gli accordi

Massimo Scaccabaro­zzi, presidente di Farmindust­ria: «Nell’export il Lazio batte tutti gli altri poli»

Miliardi di euro Il valore delle esportazio­ni farmaceuti­che del Lazio nel 2019

L’export farmaceuti­co della Regione Lazio nel 2019 rispetto al 2018

L’industria farmaceuti­ca del Lazio è in prima linea nella lotta contro il coronaviru­s. Delle tre aziende che stanno mettendo a punto il vaccino — Reithera, Takis e Irbm — le prime due si trovano nel parco scientific­o di Castel Romano, la terza a Pomezia. Quest’ultima con lo Jenner Institute della Oxord University è al lavoro per «arrivare a distribuir­e il vaccino anti Covid19 entro novembre», dichiara Piero Di Lorenzo, amministra­tore delegato. Parliamo delle prime 2-3 milioni di dosi. Nell’operazione è coinvolta Catalent, multinazio­nale americana con sede nel Lazio specializz­ata in farmaci di sintesi, biologici, terapie geniche e prodotti da banco: ad Anagni ha uno stabilimen­to con 700 dipendenti. In virtù di un accordo con Astrazenec­a, confezione­rà (infialare) il vaccino anti Covid. L’accordo globale prevede la consegna di 300 milioni di dosi entro marzo.

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