AEROSPAZIO, PIÙ FONDI UE LO FARANNO DECOLLARE
Le risorse del Recovery si aggiungeranno al bilancio dei prossimi sette anni Cento dottorati nel Tecnopolo tiburtino
«Nell’agosto scorso la Regione Lazio ha rinnovato l’accordo con le agenzie spaziali Esa ed Asi stanziando un ulteriore fondo di un milione di euro — precisa Paolo Orneli, assessore regionale per lo sviluppo economico, commercio e artigianato, ricerca e innovazione —. Il finanziamento è sostenuto al 50% dalla Regione e dall’agenzia spaziale italiana ed è destinato alla selezione di venti nuovi progetti di startup dedicati alle tecnologie spaziali per il periodo 2020-2030». Il provvedimento garantisce continuità alle iniziative varate in questa direzione nel triennio 2017-2019 che hanno prodotto un numero medio di venti progetti ogni anno generando undici domande di brevetto e 35 progetti imprenditoriali sviluppati e coordinati da Lazioinnova. Le attività nate dall’accordo fra i tre enti siglato nel 2016, sono svolte nello Spazio Attivo di Roma nell’area del Tecnopolo tiburtino e il contributo di ricerca di 50 mila euro a progetto è dedicato alla realizzazione del prototipo, del prodotto e alla tutela della proprietà intellettuale.
Il piano per le startup è solo uno degli strumenti messi in atto dalla Regione per sostenere lo sviluppo delle attività aerospaziali condotte nel territorio. «La pandemia ha causato qualche rallentamento come altrove ma ora si è impegnati nella ripresa — precisa Orneli —. Le aziende del settore hanno programmi di lungo periodo e stanno reagendo molto bene in questa difficile fase». Il panorama aerospaziale laziale è tra i più ricchi del
Paese perché include 250 società tra grandi aziende e Pmi con 23 mila addetti nelle tecnologie d’avanguardia e un fatturato annuo di oltre cinque miliardi di euro con una rilevante parte (1,6 miliardi) destinato all’export. «Accanto ai grandi gruppi protagonisti nei settori dell’elettronica, della sensoristica, dell’avionica e dei nuovi materiali — precisa l’assessore —, l’85% dell’imprenditoria è rappresentato da realtà piccole e medie di subfornitura elettronica, Ict, materiali avanzati e servizi aeronautici e aeroportuali».
Dal gruppo Leonardo escono satelliti per telecomunicazioni, per l’osservazione ambientale come Cosmoskymed, sistemi per aerei ad ala fissa ed elicotteri, radar per la navigazione aerea. A Colleferro, Avio costruisce il vettore Vega che assieme ad Ariane 5 garantisce all’europa l’accesso autonomo allo spazio. Avio, entrata nel mercato del trasporto spaziale, è diventata anche la prima società al mondo del settore ad essere quotata in borsa. In questo modo il distretto aerospaziale laziale è oggi protagonista di primo piano della Space Economy, la nuova economia sviluppatasi nell’ultimo decennio. Alle spalle del mondo produttivo c’è inoltre un sistema con cinque università e sedi dei principali enti di ricerca nazionali (dal Cnr all’infn, dall’enea all’ispra, dall’inaf all’ingv) che assicura una base forte nella formazione e nella ricerca.
«Ciò consente di competere su tutti gli ambiti strategici della politica industriale europea e nazionale sostenuta dai programmi approvati lo scorso novembre dal Consiglio dei ministri sovrintendenti l’esa — aggiunge Orneli —. Nel piano Space Economy elaborato assieme alla conferenza delle Regioni la nostra industria è parte rilevante nella costruzione del nuovo satellite Italgovsatcom coinvolgendo pure nove Pmi e dedicato alle comunicazioni istituzionali, mentre in Europa partecipiamo ai satelliti Copernicus per l’osservazione ambientale. In queste due prime linee strategiche abbiamo investito 15 milioni. Le regioni che come noi condividono la strategia varata dal governo si garantiscono un indotto di grande valore in altri settori che vanno dall’agricoltura, alla sanità, dalla protezione civile alla sicurezza sviluppando tecnologie abilitanti trasversali per svariate applicazioni».
Il contributo
«Adesso — continua l’assessore Orneli — stiamo definendo il nuovo contributo proveniente dai fondi strutturali europei che salirà dai 900 milioni del piano 2014-2020 a 1,3 miliardi per i prossimi sette anni ai quali si aggiungerà la quota derivante dal Recovery Fund. Il tutto si presenta come un’opportunità senza precedenti e il distretto aerospaziale avrà un ruolo di primo piano dal quale ricavare conoscenze importanti nel trasferimento tecnologico ad altre attività produttive».
Per sostenere la formazione sono stati avviati cento dottorati presso le industrie e nel Tecnopolo tiburtino dove ora Lazioinnova concentra tutte le attività prima svolte da varie società, sono avviati anche servizi alle imprese per favorire la digitalizzazione.
«Fondamentale è la collaborazione con altre regioni secondo la politica del presidente Nicola Zingaretti – conclude l’assessore Orneli responsabile anche del coordinamento con i distretti aerospaziali delle varie regioni – sia per garantire un’ integrazione sui diversi fronti rispetto alle competenze, sia per disporre di una massa critica nazionale preziosa e indispensabile nella competizione internazionale».