IL NUOVO LYON: GLI UTENTI, SORVEGLIANTI E SORVEGLIATI
Se pensiamo alla sorveglianza cui siamo sottoposti — quando veniamo profilati, seguiti, tracciati dalle tecnologie digitali — ci viene in mente la metafora del Grande Fratello. È una bella immagine ma un po’ logora e soprattutto lontana dal vero, scrive David Lyon nel suo ultimo, bellissimo saggio, «La cultura della sorveglianza», tradotto dalla Luiss University Press: nel capolavoro di George Orwell, «1984», c’è un controllore altissimo e nascosto, dotato di poteri smisurati, e una folla di gente controllata sotto di lui. Oggi, al contrario, siamo tutti sullo stesso piano, almeno apparentemente. Osserviamo, teniamo d’occhio gli altri e a nostra volta ci lasciamo sorvegliare con piacere, perché pensiamo di aver ottenuto grandi vantaggi pratici, in cambio delle nostre identità. I vantaggi sono innegabili, ma il prezzo pagato è molto alto.
Agli albori di Internet si perse la testa per i «contenuti generati dagli utenti». Oggi a essere generata dagli utenti — pacificamente, democraticamente, in modo politicamente e mortalmente corretto — è la sorveglianza cui volentieri ci sottoponiamo.
Anzi, con il passare del tempo sempre più ci convinciamo che questo potere, questo regime, questo oligopolio dei nuovi imperi digitali sia qualcosa di fatale e ineluttabile. Al diavolo la privacy. È il nuovo realismo della sorveglianza, come lo chiama David Lyon. L’università Luiss ha il merito d’aver creato una collana di saggi che ci aiutano a riflettere sui processi innovativi. L’autore è il grande sociologo scozzese che dirige il Surveillance Studies Centre della Queen’s University di Kingston, Ontario, in Canada. I social media sono l’esempio supremo di una terra promessa e tradita: da luoghi che avrebbero dovuto diventare il paradiso della creatività di massa, dell’informazione trasparente e della partecipazione democratica sono diventati l’infernale posto delle bufale per la sorveglianza di massa, una terra di nessuno (o meglio: di qualcuno) in cui gli utenti sono sorveglianti e sorvegliati. Sia i leoni che le pecore da tastiera.