La stoffa s’irrigidisce e si arrotola da sola
Robotizzare i tessuti, senza intaccarne le proprietà. Gli ingegneri dell’università di Yale hanno creato stoffe che possono passare da piatte e morbide a strutture tridimensionali rigide e resistenti al peso, capaci di dispiegarsi o arrotolarsi da sole. Quindi flessibilità, traspirabilità, peso e ingombro ridotti, ma anche forme e rigidità mutevoli a comando: indumenti che si adattano e sostengono il corpo, tende che si dispiegano in autonomia, paracaduti che si autoregolano e antenne riconfigurabili. Merito di fibre a rigidità variabile, ottenute mescolando una resina epossidica con particelle di una speciale lega, che a seconda della temperatura imposta possono diventare flessibili come il lattice o rigide. I sensori, che rilevano i cambiamenti interni ed esterni sono invece stati dipinti sui tessuti con un inchiostro conduttivo che non modifica la traspirabilità del materiale.
Mangia-plastica
Usato per bottiglie monouso, vestiti e tappeti, il Pet è il termoplastico più comune e impiega centinaia di anni per decomporsi. Un gruppo di ricercatori dell’università di Portmouth aveva scoperto e riprogettato in laboratorio l’enzima «mangia-plastica» naturale Petase, per scomporre il polietilene teraftalato nei suoi elementi costitutivi nell’arco di giorni. Non abbastanza veloce, però, da rendere il processo commercialmente fattibile. Ora lo stesso gruppo di ricerca ha combinato al Petase un altro enzima, il Mhetase, trovato nello stesso batterio del primo. Risultato: un superenzima in grado di digerire i rifiuti plastici sei volte più velocemente. Si ricicla la plastica all’infinito, riducendo l’inquinamento e la dipendenza dal petrolio.
La stoffa inventata all’università di Yale: grazie alle fibre a rigidità variabile può assumere diverse forme e reggere pesi, a comando