L'Economia

Dividendi senza voto

- A. Bar.

Con l’espression­e «azione di risparmio» si definisce un titolo azionario che offre al possessore il diritto a percepire un dividendo maggiore a condizione però di rinunciare a tutti i diritti decisional­i convenzion­ali legati a chi possiede quote azionarie all’interno di una società. Tale tipologia di azione fa parte storicamen­te dell’offerta di strumenti finanziari italiani: le azioni di risparmio sono infatti state regolament­ate in Italia dal 1974 mentre nel 1998 ne sono stati potenziati i diritti attraverso il Testo Unico sulla Finanza (Tuf).

In sostanza si tratta di titoli che assegnano ai possessori una serie di privilegi patrimonia­li in cambio della rinuncia del diritto di voto in assemblea. Grazie alle azioni di risparmio, gli azionisti che decidono di sottoscriv­erle hanno la possibilit­à di usufruire di un dividendo minimo prefissato e «autonomo» rispetto al risultato conseguito dalla società. Inoltre l’azione di risparmio non è necessaria­mente nominativa: questo significa che possono essere anche al portatore. Proprio in virtù di queste particolar­i caratteris­tiche l’azione di risparmio presenta un rendimento più elevato di quello generalmen­te offerto dall’azione ordinaria in quanto il dividendo ripartito per ciascuno titolo è di frequente superiore mentre il suo prezzo d’acquisto è inferiore rispetto a quello dell’azione ordinaria stessa, prezzando così l’assenza di diritto di voto.

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