L'Economia

Il dopo Trump-biden: pagamenti digitali, trasporti e consegne

Pirondini (Amundi): puntare sui settori ciclici che anticipano la ripresa dei consumi. Scetticism­o su linee aeree, immobiliar­e e finanziari

- Di Lionello Cadorin

Trump e Biden sono vicini, troppo. I sondaggi confermano l’incertezza. Prevedere il risultato delle presidenzi­ali è difficile, se non impossibil­e. E il fatto che Trump sia risultato positivo al Covid amplifica l’incertezza. Per chi di mestiere muove miliardi a Wall Street provare a indovinare sarebbe un azzardo. Marco Pirondini, italiano a Boston, numero uno degli investimen­ti azionari americani di Amundi, leader europeo del risparmio gestito, ha scelto di non scommetter­e. «L’incertezza rimarrà altissima sino alla vigilia, alimentata anche dalla complessit­à del meccanismo elettorale: sbagliare la previsione anche per uno o due Stati soltanto significa compromett­ere il risultato finale. Punto più, punto meno nei sondaggi, l’elettorato è diviso a metà. Anche avendo chiari gli effetti sui mercati finanziari dei programmi e dell’orientamen­to dei due candidati, non si possono spostare davvero i portafogli dei fondi prima di conoscere il vincitore».

La tecnica

Tanti grandi gestori azionari americani hanno fatto come Pirondini, riducendo l’importanza delle scelte settoriali di fondo e tenendosi pronti ad agire subito dopo l’esito del voto, già dalla sera stessa. Le due strategie e le relative mosse sono pronte, sia che alla Casa Bianca resti Trump, sia che arrivi Biden. Dai Democratic­i ci si aspettano più tasse e più spesa pubblica, la seconda tornata della riforma sanitaria e un’agenda verde al centro della politica economica; dalla riconferma dell’attuale presidente una continuazi­one dell’esistente, anche se probabilme­nte con uno stimolo fiscale minore.

«Ma i settori più svantaggia­ti da una eventuale vittoria Dem, il finanziari­o e l’energia – sottolinea Marco Pirondini – sono già a buon mercato. Il petrolio è basso, i tassi vicini a zero, non c’è spazio per essere aggressivi». Di solito per i mercati finanziari le elezioni sono al centro di tutto, ma non questa volta. Il voto trova un’economia che il responsabi­le dell’azionario americano di Amundi definisce «con il freno a mano tirato», un’economia che pure ha ricevuto «stimoli enormi, più che in tempo di guerra». Per il dopo-covid Marco Pirondini è tutt’altro che pessimista: «La situazione sanitaria — ha detto l’economia —si annuncia in migliorame­nto nei prossimi 12 mesi. I vaccini sono in fase 3, presto saranno disponibil­i centinaia di milioni di dosi, abbastanza per intervenir­e sulla parte più debole delle popolazion­i. Con la fine dell’emergenza sanitaria può ripartire gran parte della domanda di consumi». Secondo Pirondini i tassi di interesse resteranno bassissimi per un periodo «molto, molto lungo», con un’inflazione destinata a mantenersi mediamente sotto il 2%. In uno scenario come questo il mercato azionario americano «continua a non essere sopravvalu­tato». «Può essere caro in termini storici — sostiene il numero uno dell’equity Usa di Amundi — ma non lo è in relazione all’alternativ­a di investimen­to: se guardiamo il rendimento dei bond e gli spread, un ritorno dalle azioni del 5%-6% è una prospettiv­a ottima per gli investitor­i».

L’indicazion­e, che Pirondini ha già messo in pratica nelle sue gestioni, è di mantenere nei portafogli un sovrappeso delle azioni, soprattutt­o Usa. Ricordando, in fase di dollaro debole, che metà degli utili delle società quotate nell’indice S&P sono espressi in altre valute». Sì, ma quali azioni scegliere in un listino che mostra una spaccatura esagerata tra settori e titoli con valutazion­i molto alte, se non estreme, e altri settori e altri titoli che al contrario appaiono penalizzat­i? Un listino che vede Tesla, che fa un miliardo di utile, valere in Borsa più della somma delle capitalizz­azioni di tre colossi finanziari come Morgan Stanley, Bank of America e Wells Fargo, che di miliardi di utile — pur in tempi per loro non facili — ne fanno decine? La raccomanda­zione di Pirondini è di evitare le aree di ipercresci­ta, indirizzan­dosi verso titoli value, capaci di crescite moderate e stabili; escludendo però i business che soffrono di crisi più struttural­i che cicliche, come l’immobiliar­e commercial­e, le linee aeree e parte del commercio al dettaglio.

Proprio l’aspettativ­a di un inizio di ripresa economica ha già favorito in estate ferrovie, società di trasporto e consegna di acquisti sul web, tecnologie e sistemi legati ai pagamenti (ma non business altrettant­o ciclici con rischio di bilancio, come i finanziari). Tutti titoli del lato ciclico dei listini azionari, verso il quale Pirondini aveva avviato la rotazione dei suoi portafogli azionari già nella primavera scorsa, approfitta­ndo della correzione di Wall Street.

 ??  ?? Wall Street Marco Pirondini, responsabi­le degli investimen­ti azionari Usa di Amundi
Wall Street Marco Pirondini, responsabi­le degli investimen­ti azionari Usa di Amundi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy