Un drammatico rovescio alza il prezzo
Tra il 410 e il 406 prima di Cristo, quando ormai i Cartaginesi avevano deciso di attaccare e distruggere Agrigento, dall’officina monetaria locale uscirono alcune delle più belle monete della Sicilia greca, che il tempo ha reso preziose e contese. Come il tetradramma che Numismatica ars classica (www.arsclassicacoins.com) batte domani nell’incanto zurighese che prosegue anche l’indomani, 7 ottobre. Più che il diritto con la quadriga al galoppo guidata da un auriga sovrastata da una Nike volante con corona, mentre in basso è rappresentato Scilla, il mostro della mitologia greca, indubbiamente di ottima fattura anche se ripetitivo, a colpire è il drammatico rovescio. Due aquile che artigliano una lepre morta, una con ali chiuse, la testa alzata e becco aperto a strillare la propria gioia, l’altra con le ali aperte in procinto di squarciare la preda. Tre, secondo la casa d’aste Nac, gli esemplari noti, questo il migliore. Di qui la stima di 250 mila franchi, con palette che potranno alzarsi già da 200 mila.
Non presentasse un discreto graffio al diritto, avrebbe potuto mirare più in alto. Un altro tetradramma, di Siracusa in questo caso, che conclude quasi la sequenza di coni simili presenti nella vendita con stime certamente più abbordabili, partirà da 240 mila franchi. Opera del talentuoso Cimone, il conio propone uno spettacolare ritratto fontale di Aretusa e al rovescio la tradizionale quadriga al galoppo. Singolare l’illustrazione del rovescio dell’aureo del 45 di Claudio, nel quale è mostrato con uno stendardo alla porta di un campo pretoriano. Quasi a sottolineare la sua gratitudine nei riguardi dei pretoriani che lo avevano elevato al potere. Ventimila franchi il prezzo iniziale.
Per il 30 e il 31 ottobre nel principato di Monaco Gadoury (www.asta.gadoury.com) batterà asta. In catalogo monete diversificate, fra cui l’8 scudi, primo tipo, di Carlo Emanuele di Savoia, reggenza della madre, al quale è stata assegnata la stima di 30 mila euro.