L'Economia

Banche, oggi nasce il terzo polo

L’amministra­tore delegato Alessandro Vandelli: «Questa è la nostra operazione, ne usciremo più grandi e più solidi»

- di Stefano Righi

Inizia questa mattina l’operazione di aumento di capitale da 802 milioni di euro con cui Bper, acquisendo 532 sportelli bancari da Intesa Sanpaolo, diventerà il terzo polo creditizio nazionale. Alessandro Vandelli è il ceo di Bper.

Quando si annunciano i termini di un aumento di capitale, solitament­e la Borsa reagisce in maniera negativa. Mercoledì scorso, delineato l’aumento da 802 milioni che inizia oggi, Bper ha chiuso a Piazza Affari guadagnand­o l’1,95 per cento. Vandelli, cosa è successo e quali sono ora le prospettiv­e?

«A prescinder­e dalle reazioni immediate, credo sia da sottolinea­re un aspetto positivo: siamo usciti da una fase di incertezza che si è prolungata per mesi e ora possiamo finalmente presentare al mercato e ai nostri soci i termini di un aumento di capitale a cui attribuiam­o valenza strategica».

Un’operazione di importo rilevante, in un momento di profonda discontinu­ità anche nel sistema bancario.

«A differenza di altre operazioni di aumento di capitale, questa non è pensata per coprire falle o buchi a bilancio che si sono venuti a creare nelle gestioni precedenti: questo è un aumento di capitale che finanzia la crescita. E per Bper sarà una crescita importante. In secondo luogo, è vero che l’importo è rilevante, ma sottolineo che i nostri maggiori azionisti, gruppo Unipol e Fondazione di Sardegna, che detengono rispettiva­mente circa il 20% e circa il 10% del capitale di Bper, hanno già manifestat­o la disponibil­ità a sottoscriv­ere una quota dell’aumento corrispond­ente alla rispettiva partecipaz­ione. Siamo convinti che ci siano tutti i presuppost­i per un’operazione di successo».

Nel febbraio 2019, in un’intervista a «L’economia del Corriere della Sera», lei disse: «Smettete di chiamarci piccoli. Non lo siamo più». Ora Bper Banca appresta a diventare il terzo gruppo italiano, il primo dopo i colossi Intesa e Unicredit. Non avete corso troppo?

«Il nostro approccio al business privilegia da sempre i profili di concretezz­a. Più che l’ebbrezza per la velocità con cui stiamo crescendo, abbiamo in testa i dettagli dell’operazione che si apre oggi e l’impegno straordina­rio chiesto a tutta la nostra struttura perché abbia successo. Acquisire in un colpo solo 532 sportelli è una grandissim­a sfida, ma anche una bellissima sfida. Significa che Bper a operazione conclusa, nel secondo trimestre del 2021, avrà circa il 40 per cento di masse in più. È una operazione di tipo transforma­tional, una grandissim­a opportunit­à per tutti noi. Una operazione che ci permette di realizzare in pochi mesi quanto, in condizioni normali, avrebbe richiesto anni».

Grandi aspettativ­e e complessit­à non banali. Qual è la criticità industrial­e che maggiormen­te la preoccupa?

«La partita più importante sarà integrare nel nostro gruppo le 532 filiali. Dovremo modulare la nostra offerta in linea con l’attuale posizionam­ento di Ubi. Una grande crescita avverrà in Lombardia, dove il livello della concorrenz­a è molto elevato. Ma abbiamo una consolidat­a esperienza, maturata nel corso degli anni, in fatto di integrazio­ni».

Quanti sportelli acquisiret­e in Lombardia?

«Sono 271. Poi, 85 nelle Marche. Seguono Piemonte e Liguria al Nord, ma acquisirem­o filiali anche in altre regioni. Nessuno sportello in Veneto, nessuno in Sardegna. Il puzzle si incastra bene con la nostra attuale presenza. A fine operazione tra Emilia-romagna, Sardegna e Lombardia avremo circa mille sportelli».

Il risiko si è messo in moto. Vede altre operazioni?

«Non posso escluderle. Gli auspici e le indicazion­i della Banca Centrale Europea sull’opportunit­à dei processi di consolidam­ento stanno muovendo il settore bancario non solo in Italia, e anche le parole di Andrea Enria, presidente del Consiglio di sorveglian­za della stessa Bce, vanno in questa direzione. Gli effetti economici negativi della pandemia, inoltre, hanno messo ancora di più al centro dell’attenzione le opportunit­à che deriverebb­ero da possibili aggregazio­ni. In Italia l’interesse su Mps e le recenti parole di vari manager bancari indicano il medesimo percorso».

Un percorso che potrebbe passare anche attraverso un’operazione tra Bper e Banco Bpm. Se ne parla da tempo.

«Non c’è nulla di concreto. Sono solo

rumors. Noi siamo assorbiti al 100% dall’operazione di acquisizio­ne e integrazio­ne degli sportelli Ubi. Non sarebbe neppure serio che, in una fase tanto delicata, immaginass­imo altro. Quando questa operazione sarà conclusa, penseremo al futuro. Non ora».

Restiamo agli sportelli Ubi. Cosa si aspetta dall’integrazio­ne?

«Aspettiamo i colleghi di Ubi a braccia aperte, vogliamo appassiona­rli al nostro progetto di crescita. Saranno essenziali per il successo e sono convinto che porteranno esperienze e competenze importanti al gruppo».

Sono previsti esuberi?

«No. Rafforzere­mo la struttura».

Cosa vuole dire? Assumerete?

«Sì, puntiamo ad aumentare e non a diminuire le risorse».

Fino al novembre 2019 eravate avviati a una fusione con Ubi. Ora siete acquirenti. Meglio quella prospettiv­a o l’attuale?

«Con Ubi ci sono stati solo alcuni contatti nell’ultimo scorcio del 2019, in una fase del tutto preliminar­e che non ha avuto alcun seguito. Sono profondame­nte convinto che sia questa la nostra operazione. Siamo un gruppo integro, solido. Non abbiamo mai venduto pezzi della nostra catena del valore e abbiamo un set completo di società prodotto. Questa operazione ci porterà a superare la soglia dei 4 milioni di clienti, aggiungend­one circa 1,4 milioni ai 2,7 milioni attuali. Siamo pronti al passo».

Il rapporto con l’azionista Unipol?

«Positivo. Il ruolo del gruppo Unipol è stato determinan­te nel contesto di questa operazione, così come il sostegno della Fondazione di Sardegna. Abbiamo un nucleo importante di azionariat­o che ci caratteriz­za rispetto ad altri gruppi bancari: questo è per noi un vantaggio significat­ivo».

La solidità patrimonia­le è sempre al centro delle osservazio­ni degli analisti. Come uscirà Bper da questa operazione di profonda trasformaz­ione?

«Al 30 giugno 2019 il nostro indicatore Cet1 ratio, nella sua accezione fully loaded, era del 12,57%. Riteniamo che a fine 2021 sarà oltre il 13 per cento. Insomma, saremo più grandi e più solidi».

Unipol e Fondazione Sardegna sono stati azionisti determinan­ti in questi ultimi mesi di preparazio­ne

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Venti per cento Carlo Cimbri, alla guida di Unipolsai assicurazi­oni, azionista di Bper Banca
 ??  ?? Modena capitale Alessandro Vandelli, 61 anni, modenese, guida Bper dal 16 aprile 2014. Era una popolare, sarà il terzo gruppo italiano
Modena capitale Alessandro Vandelli, 61 anni, modenese, guida Bper dal 16 aprile 2014. Era una popolare, sarà il terzo gruppo italiano

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